Tutti i produttori, Apple esclusa, pagano il rallentamento della domanda consumer. Calano anche i prezzi medi di vendita.
Le previsioni sull'andamento del mercato PC fatte qualche tempo fa da IDC non erano buone, le cifre preliminari relative al terzo trimestre di questo 2022 ora confermano quelle aspettative in flessione. Secondo gli analisti, infatti, il trimestre ha visto consegne per 74,3 milioni di unità, che rappresentano una contrazione del 15% anno su anno del mercato.
Il bicchiere però resta mezzo pieno, una valutazione che IDC aveva già espresso. È vero che il 2022 porta risultati decisamente inferiori rispetto al 2021, ma è anche vero che quest'ultimo è stato un anno anomalo e che i livelli delle vendite restano oggi comunque superiori a quelli registrati nel periodo pre-pandemia.
A frenare il mercato, oggi, è sopratutto il calo della domanda consumer. A parte Apple, tutti i principali marchi di PC ne hanno sofferto. Ci sono poi da considerare anche i problemi - non del tutto risolti, ancora oggi - che dalla pandemia in poi hanno impattato sul funzionamento delle supply chain globali dell'elettronica.
IDC segnala anche che in flessione non sono solo i volumi di vendita ma anche i prezzi medi di vendita (gli ASP, Average Selling Price). Anche in questo caso pesa il mercato "drogato" del periodo pandemico e dell'immediato post-pandemia. La mancanza di componenti e il maggior costo della logistica avevano infatti spinto al rialzo il costo medio dei PC in generale. Inoltre, la mancanza di prodotti aveva spinto molti acquirenti a rivolgersi alla fascia premium del mercato, incrementando ulteriormente gli ASP.
Ora queste dinamiche sono rientrate per il complessivo rallentamento della domanda. Così, dopo cinque trimestri di aumento degli ASP, già nel secondo trimestre 2022 si era registrato un loro rallentamento. Se questo si verificasse anche nel terzo trimestre, sarebbe secondo IDC il segnale di un mercato decisamente in frenata.