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Cloudera, con CDP One il data lakehouse all-in-one è in SaaS

Fabio Pascali, Regional Director di Cloudera in Italia, illustra le caratteristiche della nuova offerta, che amplia le possibilità di gestione dei dati ibridi anche con funzionalità aggiuntive

Cloud

L’evoluzione di Cloudera non si ferma. E oggi prende anche la direzione del Software as a Service, per soddisfare tutte le nuove esigenze di analisi e gestione dei dati, con un occhio di riguardo verso quelli ibridi, ovvero presenti nei data center e su più cloud. Ecco quindi la novità della Cloudera Data Platform One, un’offerta SaaS di data lakehouse all-in-one che costituisce un po’ il piatto forte di un incontro di fine ottobre con Fabio Pascali, Regional Director di Cloudera in Italia.

Piattaforma in evoluzione

CDP One è una piattaforma per gestire i dati in maniera open e integrata, dotata anche di sicurezza embedded, che viene messa a disposizione dei clienti in modalità completamente SaaS”, esordisce Pascali, ripercorrendo l’evoluzione dell’offerta Cloudera Data Platform, che “nasce nel mondo on premise per poi arrivare nel cloud pubblico, con una versione PaaS che continua ovviamente a esistere, in modo che oggi, con CDP One, siamo in grado di offrire quella che noi chiamiamo experience di data service in tre diverse modalità: on premise, in PaaS e in SaaS”.

Verso il Zero Ops

L’idea alla base della nuova modalità SaaS è quella di “offrire tutte le funzionalità di gestione dei dati, dall’ingestion allo streaming analytics, al lakehouse e al machine learning, in ottica integrata, con una offerta che comprende non solo la piattaforma ma anche le risorse di computing e di storage in cloud pubblico, compresa la gestione di tutto, in un modello Zero Ops, nel quale il cliente non deve occuparsi di gestire piattaforma e infrastruttura”, prosegue Pascali, precisando che al momento CDP One è su AWS, ma sono in valutazione altri hyperscaler, analogamente alla proposta PaaS, che è da tempo disponibile anche su Microsoft Azure e Google Cloud oltre che su AWS.


Fabio Pascali di Cloudera

Time to value accelerato

Uno dei vantaggi principali di CDP One è che “viene notevolmente accelerato il time to value perché con una soluzione integrata in SaaS si può accedere immediatamente alla piattaforma, per esempio allo scopo di sviluppare algoritmi di machine learning utilizzando i tool di sviluppo rapido che mettiamo a disposizione e che sono tipiche da sempre della piattaforma abilitante di Cloudera”, spiega Pascali, sottolineando che “dalle prime esperienze compiute abbiamo verificato che il TCO complessivo si riduce tra il 20 e il 35% rispetto agli approcci tradizionali. E questo rende CDP One ideale per quelle aziende che vorrebbero utilizzare la piattaforma in cloud ma non dispongono internamente degli skill necessari in termini di gestione o di sicurezza, oppure vorrebbero far partire rapidamente un nuovo progetto ma i loro team sono già occupati su altro”.

Flessibilità infrastrutturale

Ma soprattutto, essendo l’esperienza, come la definisce Pascali, standardizzata, è indipendente dalle modalità in cui viene fruita, nel senso che “il servizio di machine learning è lo stesso che sia on prem, su PaaS o su SaaS, e quindi si può partire on prem e poi passare in cloud: questo abilita uno dei punti cardine di Cloudera, che è quello di essere ibrido svincolandosi dalla parte infrastrutturale”, fa notare Pascali, raccontando di “aziende che partono con i loro progetti in una modalità e poi proseguono in contesti ibridi, dove alcuni workload rimangono on prem e altri vanno in cloud. Si tratta di una flessibilità che noi offriamo, anche grazie alla possibilità di scalare verso il basso, rendendo la piattaforma appetibile anche per le aziende non di dimensioni enterprise”.



L’ora del data driven

Oggi che per le aziende è sempre più un imperativo quello di diventare data driven, “questo obiettivo può essere raggiunto se si dispone di una piattaforma e uno strumento che aiuti a ottenere questi risultati in tempi rapidi”, ragiona Fabio Pascali, sottolineando che la Cloudera Data Platform offre appunto questo, in tutte le sue declinazioni, alle quali si è aggiunta quella SaaS, realizzando appieno la nuova tagline dell’azienda, che la definisce come “hybrid data company”.

I tre macro pilastri della proposta Cloudera sono data lakehouse, data mesh e data fabric, con quest’ultimo che è “l’ossatura del mondo dati, dalla parte di sicurezza che è embedded nella piattaforma con la Shared Data Experience, SDX, fino ad arrivare alla parte di trasporto dei dati, cioè ingestion, lakehouse e machine learning”, spiega Pascali, evidenziando che “con questa architettura, Cloudera permette di portare il dato da qualunque sorgente a qualunque destinazione, anche grazie al fatto che tutto è basato su open source, a partire da Apache, e questo abilita un vero multicloud”.

Guardare agli hybrid data

Non solo: grazie alle nuove funzionalità per i dati ibridi aggiunte alla Cloudera Data Platform, oggi si possono di trasferire in modo più efficiente dati, metadati e relativi carichi di lavoro e applicazioni tra diverse infrastrutture cloud e on prem per ottimizzare prestazioni, costi e sicurezza. Nel dettaglio, i Portable Data Services di Cloudera consentono di spostare in modo semplice e a basso rischio workload e applicazioni di dati, fornendo massima libertà di scelta in tema di data lakehouse, mentre le nuove funzionalità di Secure Data Replication potenziano ulteriormente la piattaforma SDX all’interno del data fabric unificato di Cloudera e consentono di semplificare e rendere più sicuri i movimenti di dati e metadati. Inoltre, Cloudera ha introdotto Universal Data Distribution, la prima soluzione di data ingestion pensata per i dati ibridi. Tutte queste nuove funzionalità, spiegano in Cloudera, “rappresentano elementi fondamentali per ottenere il controllo dei dati ibridi all’interno di una strategia data-first e puntano a favorire l’implementazione di misure per la corretta gestione dei dati che forniscano a tutte le aziende l’accesso e la capacità di analisi necessari, senza limitazioni”.

Il contesto italiano

Guardando infine al mercato italiano, sono molte le aziende che hanno adottato la CDP, non solo on prem ma anche nella versione SaaS, con il mondo Energy e Utility, Telco e Finance in primo piano, “senza dimenticare la Pubblica Amministrazione che negli ultimi due anni ha raggiunto la maturità degli altri settori, con l’Heathcare in grande fermento”, conclude Fabio Pascali.

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