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Kyndryl, un anno di traguardi

Allo scoccare dei dodici mesi esatti vissuti come società indipendente, arriva un bilancio più che positivo anche sul fronte della crescita nel nostro Paese, dove l’organico è passato da 1450 a più di 2000 persone

Trasformazione Digitale

Ambizioni ben riposte, titolavamo su ImpresaCity un anno fa, riferendoci al debutto ufficiale di Kyndryl come società indipendente. Che avvenne a distanza di un anno dall’annuncio dell’ottobre 2020 dello spin off del business Managed Infrastructure Services della divisione GTS, Global Technology Services di IBM. L’indipendenza piena è invece datata 4 novembre 2021, ed è proprio in vista della ricorrenza del primo anno di vita dell’azienda che Paolo Degl’Innocenti, Presidente di Kyndryl Italia, coglie l’occasione per tracciare un bilancio, in una chiacchierata a tutto campo nella quale, curiosamente, non verrà mai pronunciato il fatidico nome IBM.

Focus sul mission critical

Numeri finanziari specifici per l’Italia non ce ne sono, com’è consueto per le aziende di stampo Usa, ma in compenso non mancano numerosi spunti per tracciare un quadro esauriente del percorso compiuto da Kyndryl nel suo primo anno di vita. Ma soprattutto permettono di rendersi conto di come le ambizioni iniziali fossero effettivamente ben riposte.

Abbiamo fatto il nostro debutto sul mercato raccontando che il nostro business consiste nel fare una cosa sola: progettiamo, ottimizziamo, modernizziamo, mettiamo in opera e spesso anche gestiamo le infrastrutture informatiche più complesse al mondo, quelle che da tempo vengono definite ‘mission critical’ e che servono alle aziende per funzionare e per dare servizi ai loro clienti”, esordisce Paolo Degl’Innocenti, sottolineando che “operiamo in 64 Paesi, con 90.000 dipendenti e circa 4.000 clienti attivi nel mondo, tra i quali vi sono il 75% della classifica Fortune 100 e più del 50% della Fortune 500”.


Paolo Degl'Innocenti di Kyndryl

Cinque pillar

Dal punto di vista delle strategie, Kyndryl si basa su cinque pillar molto precisi: full IT stack, ecosistema, persone, asset IT e tool. “Con full stack IT, intendiamo riferirci al nostro portafoglio di soluzioni e di servizi, declinato in sei practice: cloud, security e resiliency, mainframe cloud, digital workstation services, application data e AI, network e 5G”, prosegue Degl’Innocenti, spiegando che “queste sei practice sono state realizzate ascoltando i nostri clienti mentre operavamo al loro fianco, ed è per questo che ritentiamo non solo di poter soddisfare tutte le loro esigenze attuali, ma anche di poterli supportare al meglio nei percorsi di trasformazione”.

Il secondo pillar è quello dell’ecosistema: “all’indomani dell’acquisizione della totale autonomia, sia operativa sia strategica e finanziaria, abbiamo iniziato a comporre il nostro ecosistema, con i partner tecnologici globali di hardware e software, oltre che di servizi cloud, privilegiati dai nostri clienti”, evidenzia Degl’Innocenti, raccontando che “in un anno abbiamo firmato oltre 20 accordi globali, a partire dalla prima partnership siglata con Microsoft già a metà novembre 2021”, che comprendono anche quello con i grandi Cloud Services Provider, come AWS, Microsoft Azure e Google Cloud.

Semplificare le sfide

Gli altri tre pillar costituiscono il core dell’attività di Kyndril, ovvero “le persone, che devono essere qualitativamente e quantitativamente adeguate alle sfide da affrontare; gli asset IT, ovvero metodologie, processi, esperienze e best practice; e infine i tool”, prosegue Degl’Innocenti. A proposito di quest’ultimo punto, James Rutledge, Global Head of Delivery di Kyndryl, racconta nel dettaglio quelle che sono le sfide di oggi, spiegando che “in un contesto di trasformazione sempre più rapida, i nostri clienti vogliono sapere che gli investimenti che fanno nei progetti di trasformazione sono ben riposti: la vera sfida è quella di spendere soldi nei progetti giusti, e Kyndryl prende in mano questa sfida e la rende semplice per i propri clienti”.

Lo strumento chiave per vincere questa sfida, prosegue Rutledge, è l’advanced delivery, ovvero “tecnologie, processi e persone sempre allineati agli obiettivi di business grazie a tre elementi fondanti: automazione intelligente, nuove modalità di lavoro e infine continui investimenti in persone e in skill”. Non solo: l’advanced delivery è in grado di spingere anche i miglioramenti continui nella qualità e nella user experience, aggiunge Rutledge, anche grazie agli “actionable insight che permettono di rilevare eventuali anomalie nei processi IT e a Kyndryl Bridge, la nostra nuova piattaforma aperta di integrazione”.


James Rutledge di Kyndryl

Actionable insights

Presentata a fine settembre, Kyndryl Bridge offre insight in tempo reale sugli ambienti IT complessi, oltre a un controllo senza precedenti sulla customizzazione delle operazioni mission-critical. I suoi tool di gestione intelligenti, basati sull’automazione e sull’IA, offrono insight in tempo reale per prevenire i tempi di inattività e prevedere meglio necessità e costi futuri. In sostanza, racconta Rutledge, “Kyndryl Bridge funge da motore di automazione che raccoglie i dati da molteplici fonti, come i data base o i server oppure ancora gli hyperscaler, e cerca eventuali anomalie tramite l’intelligenza artificiale, per comprendere esattamente dove bisogna migliorare, arrivando agli actionable insight. Finora sono 33 milioni le situazioni automatizzate con Bridge, ma crescono del 15% ogni mese e a tutt’oggi hanno reso disponibili 5000 playbook di automazione, 50 insight basati su standard e 200 best practice digitalizzate”.

Numeri italiani

Tornando all’Italia, Paolo Degl’Innocenti sottolinea il ruolo di Kyndryl come provider numero uno di servizi di infrastruttura, con “oltre 200 clienti di livello enterprise in tutti i settori strategici e circa 2000 persone, 550 delle quali sono state assunte nel corso dell’ultimo anno, mentre 450 sono state certificate sulle piattaforme dei tre principali hyperscaler”, spiegando anche che “per offrire servizi sempre migliori ai clienti, abbiamo portato in Italia il Service Command Center, la sala di monitoraggio che tiene sott’occhio le infrastruttura IT dei clienti. Si trova a Roma, dove è anche situato uno dei nostri 4 data center sui quali abbiamo consolidato la nostra presenza in Italia, e dove è presente anche Cyber Defense Center, che è un’evoluzione molto avanzata di quello che fino a poco tempo fa era chiamato SOC”.



L’ora della consulenza

Infine, resta il tempo per uno sguardo ai nuovi sviluppi, che prendono anche il nome di Kyndryl Consult: annunciata nei giorni scorsi, l’idea è quella di affiancare alla tecnologia una componente di business consulting, per mettere insieme le competenze di consulenza tradizionale con quelle legate alla tecnologia e ai servizi di integrazione. L'obiettivo dichiarato è aiutare i clienti, vecchi e nuovi, a "orientarsi tra ambienti tecnologici complessi" in modo che la tecnologia porti più velocemente risultati concreti di business. Per ottenere questi risultati, si prevede di mettere intorno a un tavolo esperti Kyndryl di vario genere: consulenti, sviluppatori, architetti IT, specialisti tecnologici. Esperti che aiutino nello sviluppo e nella realizzazione di soluzioni in vari campi, tra cui in particolare gestione dell'IT, cloud, modernizzazione, AI, analytics, edge computing e sicurezza.

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