Italia, Francia e Germania rivendicano il loro ruolo nello sviluppo dei lanciatori Ariane6 e Vega C, chiedendo più fondi all'ESA
L'Italia sta cercando di migliorare il proprio posizionamento nella Space Economy europea. Le prospettive per il comparto sono molto buone, sia per le nuove iniziative che l'Unione sta mettendo in campo, sia per l'attenzione che il PNRR ha dedicato in modo specifico al tema. La filiera "spaziale" italiana è peraltro già ben sviluppata, il nodo adesso è favorirne la crescita organica.
Nessuno però può crescere nella Space Economy se non si muove di concerto con il resto del mercato europeo. Per questo è una notizia positiva che - in occasione della Conferenza Ministeriale dell’Agenzia Spaziale Europea - Francia, Germania e Italia abbiano firmato una dichiarazione congiunta sul futuro quadro di utilizzo dei lanciatori europei.
L'Italia è attiva nella progettazione e nello sviluppo dei lanciatori europei Ariane6 e Vega C. In particolare, secondo il ministro Adolfo Urso, qui l’industria italiana "svolge un ruolo da protagonista". L'accordo con le altre due nazioni-guida dovrebbe, nelle intenzioni, portare una diversa, e più vantaggiosa per l'Italia, distribuzione di finanziamenti dell’ESA. Una nuova distribuzione, secondo il ministro, "che garantisca il giusto ritorno all’intera filiera spaziale italiana e agli altri Stati membri che contribuiscono al successo dei due lanciatori".
I tre ministri hanno altresì convenuto sull’apertura del mercato commerciale europeo ai nuovi "mini lanciatori" che, in prospettiva futura, potranno beneficiare di commesse istituzionali dell’ESA. Anche questi sviluppi dovrebbero consentire alla UE di rispondere adeguatamente alla concorrenza americana e, indirettamente, cinese.