Gartner evidenzia i dieci errori più comuni nelle strategie cloud delle imprese. Che spesso rischiano di essere assai poco... "strategiche".
Quando un'azienda parla della sua strategia cloud, spesso intende la strada tecnologica che ha definito per realizzare il suo passaggio al cloud. In realtà il punto di vista dovrebbe essere diverso, sottolinea Gartner: una strategia cloud dovrebbe descrivere il ruolo che il cloud computing ha e avrà nell'azienda.
Una strategia cloud, inoltre, non dovrebbe per questo essere chissà quale documento filosofico. Una ventina di pagine o slide al massimo, adatte ad essere consultate con semplicità. Il punto chiave semmai è un altro: è la strategia generale di business che deve guidare la strategia cloud, la quale non nasce per reinventare le altre strategie d'impresa ma per complementarle.
Sono presupposti apparentemente semplici in cui, però, molte aziende non riescono a ritrovarsi. E per questo commettono errori comuni, che mettono in crisi il passaggio al cloud. Il primo e fondamentale errore è pensare che il cloud computing sia un fatto essenzialmente tecnologico. La strategia cloud non deve essere una strategia "da IT" che poi viene "venduta" al resto dell'impresa: nasce da una collaborazione tra IT e business.
Analogamente, una strategia cloud non è neanche una decisione presa dall'alto e basta. Non si passa al cloud perché un CEO o un CIO lo ritengono vantaggioso. Questa predisposizione manageriale al cloud è solo un possibile punto di partenza, la strategia cloud è qualcosa di molto più ampio e condiviso.
Altro errore fondamentale: non prevedere un "piano B", ossia una "exit strategy" da mettere in atto se si decide di riportare qualcosa dal cloud all'on-premise. Gartner avvisa che una exit strategy serve sempre, anche a chi spera di non doverla usare. Altro errore diffuso: pensare che, siccome l'azienda si è già parzialmente "cloudificata", sia già troppo tardi per definire una strategia cloud. Una strategia cloud serve comunque, spiega Gartner, perché senza di essa è molto più difficile proporre e propagandare qualsiasi progetto cloud.
Diversi errori comuni a molte aziende riguardano, prevedibilmente, aspetti più tecnici. Il primo l'abbiamo già accennato: confondere la strategia cloud aziendale con il piano di implementazione del passaggio al cloud. Invece, prima si decide che ruolo avrà il cloud in azienda, poi come il cloud sarà implementato. La strategia è la teoria, il piano di implementazione è una parte della pratica.
Un altro errore è semplificare al massimo la strategia cloud, riducendola a "spostiamo tutto in cloud". È una visione "totale" che non sempre è giustificata e comunque può generare resistenze interne da parte di chi si sente obbligato a usare il cloud anche quando non ne vede un motivo valido.
Altre semplificazioni sono altrettanto pericolose. Ad esempio, "siamo cloud-first" è una frase ad effetto ma non una strategia efficace. Va bene guardare al cloud come al primo "luogo" dove attivare nuovi progetti o nuove risorse. Ma una strategia cloud deve considerare anche le eccezioni in cui il cloud non è la scelta ideale. È pericolosamente troppo semplice anche trasporre monoliticamente al cloud la strategia adottata nel data center: i due ambiti sono troppo diversi per poter seguire rigidamente gli stessi principi.
Gartner segnala infine che una strategia cloud deve preservare il ruolo attivo dell'azienda nel suo passaggio al cloud. È quindi un errore - e non una strategia - affidarsi completamente alle logiche e agli sviluppi di un solo cloud provider preferenziale. Una strategia cloud deve essere più trasversale, contemplando la possibilità - praticamente certa - che nel tempo l'azienda userà cloud provider e vendor differenti.
In generale, affidare ad altri - cloud provider o meno - la propria strategia cloud è comuque un errore. Perché si tratta di una strategia aziendale fondamentale che va sviluppata e seguita in casa, lasciando alle terze parti semmai il compito di implementarla.