Il sistema Leonardo del Cineca, progettato da Atos, al quarto posto della Top500. E non è ancora completato.
Di solito il quarto posto è deludente, in una competizione: appena giù dal podio, premiati solo con la medaglia di legno. Ma per il supercomputer - o, meglio, il sistema HPC - Leonardo del Cineca si tratta di una affermazione molto promettente. L'edizione più recente della classifica Top500 lo vede infatti dietro grandi nomi ben conosciuti - Frontier, Fugaku, Lumi - e come unica vera novità degli ultimi sei mesi.
La Top 3 del supercomputing non è infatti cambiata. Lo statunitense Frontier resta l'unico supercomputer di classe exascale al mondo e si mantiene sulla sua vetta di 1,102 EFlop/s (o, se preferite, 1.102 Pflop/s). Lo segue a buona distanza il giapponese Fugaku, che si conferma secondo a 442 PFlop/s. Terzo - altra conferma - il finlandese Lumi a 309 Pflop/s. E quarto, appunto, l'italiano Leonardo con 174 Pflops/s.
Il quarto posto di Leonardo è promettente perché la sua prestazione è stata ottenuta con un numero di core (circa 1,46 milioni) relativamente basso rispetto ai sistemi che lo precedono. Questo anche perché il sistema non è stato ancora completato. Le strutture del Cineca sono state infatti inaccessibili durante la pandemia e il lavoro su Leonardo è di fatto iniziato solo qualche mese fa.
Atos e il suo ecosistema di partner sono riusciti a popolare velocemente 155 rack e il supercomputer italiano ha così potuto partecipare formalmente alla Top500. Ma i lavori sulla sua implementazione completa sono ancora in corso e l'obiettivo finale è raggiungere una potenza di 250 petaflop. Non basterebbero per scalzare il "cugino" finlandese - Lumi e Leonardo fanno capo entrambi al progetto European High-Performance Computing Joint Undertaking (EuroHPC JU) - ma per (quasi) raggiungerlo sì.
Il sistema di HPC Leonardo si trova al Tecnopolo di Bologna e si basa su nodi Atos BullSequana XH2000 raffreddati a liquido che usano processori Intel Xeon Platinum. Complessivamente, il sistema impiega circa 3.500 CPU Xeon e 14.000 GPU Nvidia A100.
Vedere una accoppiata di supercomputer europei in vetta alla Top500 è un segno dei risultati che il progetto EuroHPC può portare. Dimostra - ha spiegato ad esempio Sanzio Bassini, Direttore del Dipartimento HPC del Cineca - che "le competenze e le tecnologie europee sono di alto livello e capaci di dare accesso a sistemi HPC in grado di garantire allo stesso tempo alta produttività e performance di calcolo estremamente elevate". Un buon viatico per le ambizioni exascale della UE.
La presenza europea nella Top500 peraltro non è certo da poco. Nelle prime cento posizioni troviamo 30 sistemi UE. Di cui in particolare quattro localizzati in Italia, equamente divisi tra il Cineca - con Leonardo (4°) e Marconi-100 (24°) - ed ENI - con HPC5 (13°) e HPC (48°). Se ci riferiamo alla Top500 complessiva, l'Italia vi piazza 7 sistemi ed è la quinta nazione per maggiore potenza computazionale installata. Davanti ci sono solo Stati Uniti, Cina, Giappone, Finlandia.