Tornato in presenza a inizio novembre a Barcellona, l’evento annuale per sviluppatori, clienti e partner dell’azienda, si è dipanato nel segno del multicloud e sulle soluzioni per governarlo al meglio
Digitalizzazione e cloud vanno sempre più di pari passo. Ma cresce la consapevolezza che "bisogna passare dal ‘cloud first’ al ‘cloud smart’ come modalità moderna di affrontare la trasformazione”, sintetizza Raghu Raghuram, Ceo di VMware, dal palco di Barcellona, dove a inizio novembre si è svolto l’evento più importante per sviluppatori, clienti e partner dell’azienda, che segue l’edizione Usa svoltasi in agosto.
Tornato in presenza, l’incontro ha anche cambiato nome, da VMworld a VMware Explore, proprio a significare quello che poi nel corso dei keynote e degli annunci diventerà chiaro, ovvero un focus più spinto sui temi del multi cloud, del cross cloud e del cloud smart, con un minore numero di sessioni per così dire iper-tecnologiche e maggiori contenuti rivolti ai C-level: cambiamenti che il pubblico presente a Barcellona ha mostrato di apprezzare, a giudicare sia dall’ampio numero di partecipanti, circa 10mila in totale, sia dall’atmosfera generale che si respirava nei padiglioni della Fira Gran Via.
Ha sicuramente contribuito alla cifra complessiva dell’evento anche il keynote di Raghu Raghuram, che ha esordito facendo un accenno all’acquisizione da parte di Broadcom annunciata a maggio, tuttora in divenire ma che ha visto recentemente ricevere il via libera da parte degli azionisti di VMware. “A conclusione dell’operazione, VMware diventerà il braccio software di Broadcom”, ha sottolineato Raghuram, illustrando anche le parole di Hock Tan, Presidente e Ceo di Broadcom, che dichiarato che “investendo e innovando nell’infrastruttura software e nell’ampio portafoglio di VMware, che comprende capacità in ambito sia multicloud sia ‘cloud native’, offriremo ai clienti maggiore flessibilità e nuove soluzioni per aiutarli a collegare, scalare e proteggere le loro infrastrutture IT”.
Entrando nel vivo, il Ceo di VMware ha raccontato come “la corsa alla digitalizzazione vede numeri impressionanti, che parlano di 350mila nuovi progetti applicativi ogni settimana con un totale di 85 milioni di workload enterprise, ma deve anche fare i conti con i crescenti ostacoli al re-platforming applicativo, come la scarsità di viluppatori con competenze adeguate, la natura delle applicazioni enterprise e la frammentazione delle operation e della sicurezza”.
Ed è per questo che il percorso verso il cloud, iniziato dal cloud first, vede come fase successiva quella del “cloud caos”, alla quale bisogna oggi contrapporre il “cloud smart”, prosegue Raghuram, proponendo la ricetta dei VMware Cross-Cloud Services, che poggiano su cinque pillar: in primo luogo, la app platform, per costruire e rendere operative le app cloud-native; poi il cloud management, per automatizzare e ottimizzare le app e i cloud; in terzo luogo, l’infrastruttura edge e cloud, per far girare ovunque le app enterprise; poi la sicurezza e il networking, per connettere e mettere in sicurezza le app e i cloud ; e infine l’anywhere workspace, che comporta poter accedere alle app in maniera sicura da ogni device. Tutto questo opera “coerentemente su tutti i cloud, che siano privati o pubblici, ma anche di provider di cloud pubblici o nell’edge”.
Passare dal cloud caos al cloud smart significa, per Raghuram, passare da scenari dove prevalgono “sviluppo, operation e cybersecurity di tutti i tipi, infrastrutture cloud a silos e un’esperienza di accesso alle appo frammentata”, a un altro scenario caratterizzato da “sviluppo accelerato delle app, un’infrastruttura enterprise coerente e un’esperienza complessiva di tipo frictionless, senza attriti”.
E che l’approccio cloud smart sia produttivo, lo rivela anche una survey di Vanson Bourne commissionata da VMware: in base ai dati citati da Raghuram dal palco del keynote di Barcellona, il 97% delle aziende cloud-smart intervistate racconta di aver riportato grazie a un approccio corretto al multicloud una crescita dei ricavi e il 96% la redditività. In sostanza, sintetizza Raghu Raghuram, “le aziende riconoscono che un ambiente multi-cloud offre la scelta tra i diversi cloud sovereign e global in cui eseguire le proprie applicazioni, e VMware accompagna i clienti in ogni fase di questo viaggio per aiutarli a trasformare la complessità del multi-cloud in un vantaggio competitivo".
Gli annunci di Explore Europe, analoghi a quelli dell’edizione americana (e per questo si rimanda a questo articolo per tutti i dettagli), vanno ovviamente tutti nella direzione del cloud smart, con VMware Aria che si pone come tecnologia di cloud management che orchestra applicazioni, infrastrutture e servizi attraverso cloud privati, ibridi e pubblici, tramite un’unica piattaforma e soprattutto un modello dati unificato.
Di grande rilievo anche Project Northstar, anteprima di un ampliamento della piattaforma VMware NSX, per il networking, la sicurezza e la visibilità end-to-end multi-cloud, nel segno di quella “sicurezza laterale” che nelle parole di Raghu Raghuram costituisce “il nuovo campo di battaglia”.
Infine, non viene trascurato il tema attuale a trasversale della cloud sovereignty con l’offerta VMware Sovereign Cloud: forte di 25 partner a livello globale, la soluzione offre ora Tanzu su sovereign cloud, il pacchetto VMware Aria Operations Compliance per sovereign cloud e nuove soluzioni di ecosistema aperto. Si tratta di innovazioni che consentiranno ai partner di fornire servizi equivalenti a quelli presenti nei cloud pubblici, assicurando al contempo una migliore protezione dei dati, la loro conformità e soprattutto la loro residenza all'interno dei confini nazionali.