Il nuovo workplace non è uno spazio fisico prefissato e non è definito da ruoli o mansioni: una evoluzione che il management fa fatica a gestire
Abbiamo archiviato la pandemia, o stiamo quantomeno cercando di farlo, ma questo non vuol dire che l'organizzazione del lavoro non sia ancora oggetto di notevoli spinte verso una sua trasformazione. Lo mette in evidenza uno studio di Deloitte, il 2023 Global Human Capital Trends, che non a caso porta come sottotitolo New Fundamentals for a Boundaryless World. I confini tra ambiti una volta granitici del lavoro stanno dissolvendosi e le organizzazioni devono cambiare. Ma non è mai semplice farlo.
Deloitte nota innanzitutto che le imprese comprendono la presenza e la necessità di questo cambiamento: l'87% dei dirigenti intervistati per lo studio afferma che il giusto modello di workplace è importante per il successo della propria organizzazione. Ma le imprese stesse non sanno sempre come guidarlo: solo il 24% del campione ritiene che le proprie organizzazioni siano molto pronte ad affrontare questa tendenza. Ci sono strategie a breve termine, ma il campione identifica proprio nella leadership aziendale uno dei principali ostacoli al cambiamento.
Anche perché i nuovi scenari che si prefigurano mettono in discussione veri e propri capisaldi dell'organizzazione aziendale. Come il concetto stesso di ruolo. Solo il 19% dei dirigenti e il 23% dei lavoratori intervistati da Deloitte ritiene che il lavoro vada ancora strutturato per mansioni e descrizioni di compiti specifici. Il 63% dei dirigenti indica invece che i lavoratori già si concentrano sul lavoro di squadra e per progetti, indipendentemente dalle loro mansioni formali.
Una definizione rigida delle mansioni può limitare la capacità dei lavoratori e delle organizzazioni di essere agili e di innovare, spiega Deloitte. Mentre un approccio basato sulle competenze permette ai dipendenti di esprimere il loro potenziale e di avere più crescita e autonomia nella loro carriera. Il 93% del campione indica che abbandonare la focalizzazione tradizionale su ruoli e mansioni è importante, ma solo il 20% ritiene che la propria organizzazione sia molto pronta ad affrontare la sfida.
Prevedibilmente, uno dei temi chiave nella trasformazione del lavoro è quello legato al remote working. La spinta a mettere in discussione l'idea che i workplace siano solo luoghi fisici e non anche, e sempre più prevalentemente, virtuali è forte. Ed è partita anche prima della pandemia. Molti lavoratori considerano ormai un diritto inalienabile la possibilità di decidere dove svolgere il proprio lavoro, spiega Deloitte.
Non c'è però solo il remote working. Il workplace sta evolvendo secondo molte diverse direttrici ed è anche prevedibile che il top management aziendale faccia fatica a gestire questi cambiamenti. Solo il 23% del campione ritiene che i propri leader abbiano le capacità per affrontare le attuali evoluzioni. Un gap di leadership che, secondo Deloitte, è probabilmente dovuto al fatto che si guarda al lavoro e ai lavoratori in una ottica obsoleta.
Lo scenario può essere troppo frammentato e dinamico per definire vere e proprie strategie aziendali per la gestione di nuove logiche di workplace. Deloitte consiglia in questi casi di muoversi per gradi, considerando le varie possibili "disruption" come opportunità per definire e sperimentare nuove regole.