Realizzazione del Pnrr, cloud smart, lavoro ibrido e non solo: cosa ci aspetta nell’anno appena iniziato nelle parole del management italiano e del CTO Emea di VMware
“Il 2023 può essere considerato l’anno del Pnrr, nel senso che sarò l’anno dell’esecuzione del Piano, in quanto i fondi sono stanziati e disponibili per la realizzazione dei diversi progetti presentati l’anno scorso”, esordisce Raffaele Gigantino, Country Manager di VMware Italia, in un incontro di metà gennaio per fare il punto sulle opportunità dell’anno appena iniziato.
In questo scenario, “la Pubblica Amministrazione è protagonista nel muoversi per attuare il Piano che vede il cloud in prima linea anche con il Polo Strategico Nazionale che riguarda anche le PA locali, per le quali il PSN potrà fungere da service provider, garantendo governance e sicurezza dei dati con sistemi di cifratura on top rispetto agli hyperscaler in ottica multicloud”, prosegue Gigantino, sottolineando che “dal punto di vista di VMware questo significa notevoli opportunità in ambito cloud, con i due temi fondamentali del sovereign cloud, ovvero un abilitante da ogni punto di vista, e del cloud smart, che è il fulcro della nostra strategia”.
Proprio in ragione della sua centralità nelle strategie attuali di VMware Il concetto di cloud smart, vero protagonista degli eventi Explore del 2022, è stato richiamato da Gigantino, che ha sintetizzato che oggi, passata l’ubriacatura del “cloud first”, ovvero del tutto in cloud a tutti i costi, “l’approccio cloud smart significa poter scegliere il cloud in base alle caratteristiche delle diverse app o dei workload, oltre che in considerazione dei costi, adottando una scelta intelligente in base al proprio portafoglio applicativo oppure alla convenienza economica”.
La soluzione proposta è VMware Aria, che “permette di avere una governance sul multicloud, anche perché spesso alle aziende capita di non avere visibilità sui propri multicloud”, ha evidenziato Gigantino, sottolineando che “Aria prende le componenti sicurezza, governance e automazione per realizzare un layer intermedio, disaccoppiando le componenti sottostanti creando una platform per gestire tutto, analogamente a come VMware aveva fatto a suo tempo con la virtualizzazione”.
Raffaele Gigantino di VMware
Una strategia di piena flessibilità, che riguarda tutte le aziende, private o pubbliche, ma che “deve anche tenere conto del contesto geopolitico, nel quale stiamo passando da un mondo per così dire forzatamente bipolare a un mondo che può diventare tripolare, con tre grandi poli”, ha fatto notare Gigantino, evidenziando che questo contesto impone di “rivedere la localizzazione dei servizi, da quelli digitali alla supply chain, chiedendo ai singoli Paesi di essere auto-consistenti da ogni punto di vista: si tratta di una priorità, come abbiamo visto anche con l’energia”. È questo il contesto che secondo Gigantino aiuta e accelererà la transizione verso l'idea di un polo strategico nazionale centrale che possa governare al meglio i dati della Pubblica amministrazione italiana.
Sabino Trasente di VMware
Altro tema di rilevo nel 2023 è quello del mondo del lavoro, nel quale le opzioni sono ormai molteplici. Secondo Gigantino, la flessibilità e dare la possibilità di scegliere sono gli elementi chiave: “credo fortemente in un modello di lavoro ibrido, nel quale si ha un luogo dove potersi confrontare ed essere creativi anche con brainstorming, lasciando il massimo della flessibilità perché altrimenti non si riesce ad attrarre i talenti. Come VMware, quello del lavoro ibrido è un trend nel quale siamo molto attivi, con tutte le nostre soluzioni tecnologiche che permettono di creare un digital workspace innovativo”.
Proseguendo nell’analisi dei temi chiave per il 2023, Sabino Trasente, Business Solution Strategy Director Semea di VMware, aggiunge le tendenze legate a sicurezza, sostenibilità e Intelligenza Artificiale, alle quali si aggiungono dieci aspetti dettagliati da Joe Baguley, Vice President e Chief Technology Officer Emea di VMware. In primo luogo, vi saranno linee di demarcazione più labili tra telco e cloud provider: le società di telecomunicazioni costruiscono cloud già da anni, ma, con l'aumento della spinta verso applicazioni distribuite e un ambiente altamente flessibile, un numero maggiore di aziende cloud entrerà nel networking, dell'infrastruttura e della gestione del sito del cliente, rendendo i confini tra i due settori sempre più labili.
Al secondo punto viene ribadita l’attenzione verso il concetto di cloud smart. Secondo il Multi-Cloud Maturity Index di VMware, per molti il cloud è diventato caotico e complesso: "i manager più attenti non costruiranno la propria strategia attorno al cloud, ma sulla creazione di potenti applicazioni distribuite, anche verso l'edge, perché saranno queste a determinare la differenziazione sul mercato. Spetta poi ai team dell'infrastruttura e dell'architettura IT stabilire quale approccio multi-cloud fornirà loro le capacità necessarie per creare e sostenere tali applicazioni e l'esperienza dei clienti e dei dipendenti", spiega Baguley.
Terzo punto, le aziende saranno definite dal modo in cui lavorano: la battaglia tra i sostenitori del "tutti in ufficio per tutto il tempo" e quelli del lavoro flessibile continua. È ancora più accesa nel settore IT; è chiaro che i dipendenti cercheranno un nuovo lavoro se non possono scegliere il proprio approccio, perché non si può tornare indietro rispetto ai progressi compiuti nel lavoro ibrido
Una maggiore sostenibilità è al quarto punto delle previsioni di VMware. "Anche senza deciderlo deliberatamente, le persone saranno più sostenibili: la pressione per migliorare la sostenibilità ambientale di un'organizzazione continua a crescere. Con il forte aumento dei costi energetici, tutti, consumatori e imprese, cercano di ridurre i costi. Per i consumatori potrebbe trattarsi di una maggiore attenzione agli sprechi, per esempio, mentre per le aziende di gestire i data center con fonti rinnovabili. Insieme ai partner, VMware aiuta i clienti a ridurre i costi energetici e le emissioni di anidride carbonica, riconoscendo l'importanza di poter misurare i progressi compiuti", sottolinea l'azienda.
Joe Baguley di VMware
Quinto punto: l'AI sarà utilizzata per migliorare il processo decisionale. "Continuerà senza dubbio ad aumentare l’uso dell'AI per supportare un processo decisionale più informato. Ma con l'aumento della regolamentazione e della governance e con una comprensione più approfondita degli errori dell'AI, il suo utilizzo sarà mitigato con la cautela di quando e per quali decisioni utilizzarla e, soprattutto, su quali set di dati. In ogni caso, l'entusiasmo continuerà a crescere man mano che l'AI verrà utilizzata da un numero sempre maggiore di persone non esperte di tecnologia, grazie al rilascio di strumenti interessanti come ChatGPT", avverte Joe Baguley.
Come sesta previsione di VMware, sarà necessario concentrarsi sulle competenze tecnologiche trasferibili per restare al passo: anche se ci sono sempre "nuove" tecnologie, strumenti e programmi che entrano nel mercato, nulla è "assolutamente nuovo". Al punto 7 citato da VMware è il tema dell’utilizzo di hardware di base, disponibile molto più facilmente, per superare i problemi della supply chain e investendo in software specializzato per fornire ciò di cui hanno bisogno in modo rapido ed efficiente. Anche per questo, l’attenzione verso il software-defined continuerà.
Punto 8: fare piccoli passi per garantire che i robot e gli esseri umani possano interagire in modo sicuro. “Ora che i robot hanno iniziato a uscire dalle fabbriche e a interagire con gli esseri umani, il 2023 sarà l'anno in cui valuteremo le enormi quantità di dati che stiamo raccogliendo e applicheremo le lezioni basate sulle loro prime interazioni macchina-uomo, per garantire che entrino nella sfera umana in modo sicuro. Siamo ancora lontani dalla piena integrazione robot-uomo, ma saranno necessari piccoli passi per continuare a progredire, senza allarmismo”, spiega Baguley.
Punto 9: proseguirà la ricerca della killer application per il metaverso. “Dal mio punto di vista, il potenziale per rivoluzionare c'è sicuramente, ma dobbiamo ancora trovare quel caso d'uso decisivo che coinvolgerà e convincerà le persone a ripetere le visite e le esperienze”, fa notare Baguley. Infine, al punto 10, c’è la fine del sogno della super-app in un mercato che si sta frammentando, come dimostrano i casi di Twitter, Instagram e TikTok. “Le super-app non si faranno: le persone vogliono app che facciano lavori specifici e che li facciano bene. Quindi, se non altro, è probabile che nel 2023 assisteremo a una frammentazione ancora maggiore”, conclude Joe Baguley.