Remote working e lavoro ibrido stanno abilitando nuovi modelli di organizzazione del lavoro, che richiedono investimenti in tecnologie mirate
Piaccia o meno alle imprese, i modelli di lavoro ibrido che sono stati adottati durante la pandemia sono ormai diventati parte integrante di molte aziende. E soprattutto del modo in cui i lavoratori concepiscono la propria organizzazione personale. Lo hybrid working si sta affermando, certamente con qualche resistenza, portandoci verso uno scenario che IDC definisce come Future of Work, o FoW. Che non è, va sottolineato, semplicemente lasciare liberi i dipendenti di lavorare dove vogliono.
Il Future Of Work, spiega IDC, è un modello di lavoro che si basa su una maggiore collaborazione uomo-macchina, permette ai lavoratori di sviluppare nuovi skill ed esperienze, porta una rivisitazione del workspace sia come spazio fisico sia come ambiente digitale. Rappresenta quindi un insieme complesso di trasformazioni che portano flessibilità e anche produttività. Ma che non è semplice, per le aziende, implementare.
Dettaglio non certo trascurabile, tra l'altro, il Future Of Work richiede anche una buona dose di investimenti. IDC stima che quest'anno la spesa per le tecnologie e i servizi collegati al modello FoW sarà globalmente di circa un miliardo di dollari, cifra che rappresenta una crescita di quasi il 19% rispetto al 2022. Nel 2026, gli investimenti dovrebbero raggiungere quota 1,5 miliardi di dollari.
Le tecnologie e i servizi collegati a questi nuovi investimenti sono, ovviamente, molti. IDC li ha classificati in un vero e proprio framework che comprende ben 26 casi d'uso, che spaziano dalla robotica collaborativa alla gestione automatizzata della clientela, passando per i workspace collaborativi. In generale, servizi e tecnologie FoW rientrano per IDC in tre macro-categorie interconnesse e correlate: Space, Augmentation, Culture.
La parte Space è quella che raccoglie i maggiori investimenti FoW: una quota del 66% nel 2023. Il motivo è semplice: riorganizzare fisicamente e tecnologicamente gli spazi di lavoro per supportare il lavoro ibrido richiede una certa spesa. L'obiettivo finale, spiega IDC, è creare un ambiente di lavoro che sia "intelligente, dinamico, connesso e sicuro, indipendente dal luogo fisico specifico o dall'ora del giorno". Tecnologicamente, in questo scenario, il nodo chiave è realizzare piattaforme e ambienti collaborativi in cui ciascuno possa dare il suo contributo, indipendentemente da quando, dove e come lavora. E anche, sottolinea IDC, dalla sua natura umana o digitale.
La componente Augmentation riguarda tutto quello che realizza e favorisce proprio la collaborazione tra le persone e i loro "colleghi digitali", i digital coworker. È la seconda voce di spesa tra le macro-categorie del Future Of Work: raccoglierà quest'anno circa un terzo degli investimenti complessivi, per tecnologie come Intelligenza Artificiale, robotica, automazione dei processi, realtà virtuale e aumentata.
La componente Culture è minimale per gli investimenti che oggi raccoglie - il 5% del totale della spesa FoW nel 2023 - ma essenziale, perché riguarda i modi in cui i lavoratori possono sviluppare nuovi skill legati al digitale ed essere pienamente coinvolti in nuovi modelli organizzativi. Buona parte della spesa "culturale" sarà legata a servizi IT e di business, perché la trasformazione dei modelli di lavoro farà parte di iniziative più generali di innovazione continua.
Questa visione complessiva convince già le imprese. Le rilevazioni IDC indicano che oggi il 37% dei decisori aziendali considera il remote working e il lavoro ibrido come pratiche largamente accettate. Alcuni settori in particolare, come il manufacturing e i servizi professionali, guideranno gli investimenti in soluzioni Future of Work, generando circa il 40% della spesa correlata.
Più in dettaglio, gli investimenti FoW del 2023 riguarderanno soprattutto i prodotti hardware: endpoint, hardware enterprise, servizi IaaS, robot, droni. La parte software è la seconda voce di spesa: in applicazioni enterprise, piattaforme di collaboration e HRM, soluzioni di analytics e AI, ambienti di sviluppo software e sicurezza. Infine, la terza voce principale di spesa comprende i servizi IT e di business.