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Open RAN al via in Europa con Orange e Vodafone: vantaggi e criticità

Parte in Romania il progetto pilota Open RAN di Orange e Vodafone.

Tecnologie

Slancio di interesse per la tecnologia Open RAN a seguito dell’annuncio dell’accordo tra Orange e Vodafone. I due operatori hanno avviato il testing delle operazioni in Romania per la tecnologia di comunicazione che promette connettività nelle zone rurali europee, eliminando così il divario con i grandi centri urbani.

Il progetto Orange/Vodafone viene realizzato grazie ai contributi del programma di ricerca e sviluppo (P2P) "Research and Innovation in Europe" ed è la prima volta che le due aziende presentano un progetto operativo. L’accordo segue il memorandum di intesa tra le stesse Orange e Vodafone, insieme a Deutsche Telekom, Telefonica e Tim. Un documento congiunto che riassume le azioni chiave che gli operatori intendono svolgere nel 2023 per sviluppare la tecnologia Open Radio Access Network.

Ci si muove in tre ambiti: maturità (della tecnologia), sicurezza (da garantire) ed efficienza energetica. L’utilizzo di reti virtualizzate e l’intenzione di aggiornare i siti esistenti, infatti, permette una ottimizzazione dell’energia richiesta.

La maturità tecnologica pare esserci. In Europa si intende lavorare per ridurre al minimo i costi di integrazione dei sistemi attraverso processi e certificazioni di cui si fanno carico le associazioni di settore.

Per quanto riguarda la sicurezza, al MWC23, il Mobile World Congress in corso a Barcellona negli ultimi giorni di febbraio, il consorzio ha chiesto ufficialmente l’inclusione di Open RAN all’interno del sistema di garanzia per la sicurezza Gsma Nesas e delle certificazioni 5G gestite dall’Enisa. Il consorzio prevede, comunque, di applicare i controlli obbligatori definiti da O-Ran Alliance e 3GPP lungo tutta la catena di fornitura. E, inoltre, intende seguire un approccio “zero trust”.

Open RAN e l’efficienza energetica

Con l’avvio di progetti pilota sempre più corposi, da qui al 2025, l’obiettivo è di soddisfare l’indicazione della Comunità Europea che chiede il 5G in tutte le aree popolate d’Europa entro il 2030. Intanto, nel Regno Unito e nel Nord America i progetti sono già in fase avanzata, grazie soprattutto alla spinta dei rispettivi Governi.

Anche per garantire l’efficienza energetica, il consorzio ha già idee ben precise. Si conta sulla disponibilità di hardware più efficiente per trasmettitori radio e per l’infrastruttura cloud. E ce l’abbiamo, grazie a cpu più parsimoniose e sistemi di raffreddamento dei server più efficienti.

Inoltre, si riuscirà a calmierare il consumo di energia delle unità radio, grazie alla modalità di sospensione dinamica “sleep mode”. Si tratta di una gestione intelligente della connessione, che prevede di “mettere a riposo” i ripetitori non utilizzati in un certo momento. È previsto anche un monitoraggio energetico in tempo reale di tutte le parti del sistema Open RAN.

Open RAN, i vantaggi per operatori e utenti

L'Open RAN – essenzialmente una rete mobile di accesso radio aperta standardizzata dalle specifiche della O-RAN Alliance - promette vantaggi significativi rispetto alla condivisione di reti tradizionali. L'utilizzo di RAN aperte e virtualizzate consentirà a tutti gli operatori di avere una maggiore flessibilità nell'aggiungere nuovi siti radio o nell'aggiornare quelli esistenti. Un modello operativo che permetterà di estendere le reti 4G e 5G alle comunità rurali di tutta Europa.

L'Open RAN contribuirebbe a ridurre il costo dell'hardware e minimizzerebbe il consumo di carburante e la necessità di siti duplicati. In questo modo si riducono al minimo le interruzioni di servizio e si garantisce agli utenti delle zone rurali la stessa qualità di connessione di quelli dei grandi centri.

Si tratta di un passo importante verso reti agili e completamente automatizzate, che liberano il potenziale della virtualizzazione e dell'intelligenza artificiale per migliorare le prestazioni e ridurre i costi operativi e infrastrutturali – ha affermato Michael Trabbia, Chief Technology and Innovation Officer di Orange".

Open RAN significa anche che possiamo aggiungere più rapidamente nuove funzionalità software senza necessariamente sostituire i componenti hardware, come spesso accade oggi. Ciò riduce al minimo qualsiasi interruzione del servizio e garantisce che i clienti nelle aree rurali ricevano gli stessi aggiornamenti di quelli nelle città – ha risposto Alberto Ripepi, Chief Network Officer di Vodafone”.

Insomma, sembra che ora si faccia sul serio con Open RAN, nonostante la Comunità Europea in passato abbia smorzato i toni. Le obiezioni alla nuova tecnologia di condivisione reti riguardano la sua relativa “giovinezza”, per qualcuno non adatta a reti critiche come le 5G. Inoltre, qualcuno si preoccupa della sicurezza e del fatto che i dispositivi Open RAN possano essere realizzati da aziende poco note e, per questo, con meno garanzie di affidabilità, sicurezza e qualità.

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