Sarà un anno di transizione per i mercati PC, tablet e workstation, per colpa di una domanda complessivamente stagnante
Si sapeva che molte tecnologie che durante gli anni dei lockdown avevano registrato forti tassi di crescita sarebbero man mano tornate alla normatlità. Una normalizzazione che però per questo 2023 significa un pesante segno meno per le vendite, come IDC conferma per il segmento dei PC e dei tablet. IDC aveva già anticipato qualcosa pubblicando le cifre per il 2022, ora conferma le previsioni in rosso.
Il quarto trimestre 2022 ha fatto segnare una flessione in volumi di ben il 28% anno su anno. E ha fatto chiudere l'anno con 292 milioni di PC venduti: molti, ma meno (la flessione è del 16% circa) rispetto ai record del 2021. Ora IDC ribadisce che "i dispositivi endpoint non sono più al centro dell'attenzione" e che "il 2023 sarà la fase dell'esaurimento degli inventari e delle priorità che cambiano".
Risultato: IDC ha abbassato le stime delle vendite e ora indica che il 2023 probabilmente chiuderà con 261 milioni di PC venduti circa e 142 milioni di tablet commercializzati. La flessione delle vendite anno su anno è del 10,6% per i PC e del 12% per i tablet. Messi insieme i due ambiti, il totale venduto nel 2023 (405 milioni di pezzi circa) rappresenta un declino delle vendite del 11,2%.
Le flessioni dovrebbero però fermarsi al 2023, secondo IDC. Già nel 2024 dovremmo vedere un certo rimbalzo per i PC e i tablet, con vendite in aumento del 3-4%. Una crescita che dovrebbe portare il mercato nuovamente sopra i livelli di vendita pre-pandemici. I volumi di vendita dei PC dovrebbero poi stabilizzarsi nuovamente, portando a una crescita annua del 2,9% nel periodo 2023-27. I tablet non hanno storicamente lo stesso appeal e per loro il quinquennio dovrebbe chiudersi a crescita zero.
I fattori su cui IDC punta per la crescita del mercato PC sono quasi tutti legati al settore business. Aziende e scuole dovrebbero riprendere a investire in PC sulla spinta di una digitalizzazione generale e dell'hybrid working, due fenomeni che comunque portano all'ampliamento del mercato potenziale. Le aziende dovranno poi affrontare l'abbandono definitivo di Windows 10, se non lo hanno ancora fatto (e molte sono in questa condizione).
Ma se ne parlerà almeno nel 2024, motivo per cui quest'anno i produttori di PC dovranno limitarsi a tenere botta: inventari da smaltire, domanda in declino e condizioni macro-economiche sfavorevoli impatteranno negativamente su volumi e prezzi di vendita, segnala IDC.
Un comparto che ha retto meglio degli altri è invece quello delle workstation, che chiudono il 2022 in crescita con quasi 7,7 milioni di unità vendute (+2,1% in confronto al 2021). Anche questa categoria di prodotti paga un quarto trimestre 2022 molto negativo (-22% anno su anno), ma le buone cifre di inizio 2022 hanno comunque tenuto il mercato in zona positiva.
Il motivo delle buone vendite - 7,7 milioni di pezzi è una quota record rispetto a un 2021 già da record - è l'instaurarsi di una duplice dinamica. Nel 2021 erano cresciute molto le vendite di workstation portatili, sulla spinta delle necessità di chi doveva lavorare da casa. Nel 2022 sono invece salite le vendite delle workstation desktop, richieste da chi è tornato a lavorare in ufficio.
Anche per le workstation però valgono i ragionamenti già fatti per i PC: le aziende ora pensano meno agli endpoint, i budget sono risicati e quello in corso sarà un anno di transizione. Così le previsioni IDC per il 2023 sono di segno negativo: vendite a -4,2% in volumi anno su anno.