Le imprese cercano di portare più elasticità sia allo storage che alle infrastrutture IT in generale: il SDS permette di puntare ad entrambi gli obiettivi
Le nuove tecnologie - dai Big Data al social, dal mobile al cloud computing, dalla robotica fino alla stampa 3D e all’IoT – sempre più necessitano di uno storage che offra una maggiore velocità, flessibilità, scalabilità e capacità. Al contempo, i team IT sono chiamati a contenere i costi e a raggiungere risultati efficaci facendo leva sulle risorse a loro disposizione.
E’ per rispondere a queste esigenze che l’enterprise data storage si è evoluto negli anni, diventando sempre più cruciale per tutte le organizzazioni, soprattutto se in grado di soddisfare tre requisiti fondamentali: efficienza operativa, facilità di gestione e costi ridotti.
Se a questo aggiungiamo il fatto che, secondo un recente studio di IDC, la crescita annuale dei dati è destinata a salire a doppia cifra (23%) e che entro il 2025 questi arriveranno a 175 zettabyte (ZB), ecco spiegato come per le aziende sia diventato obbligatorio dotarsi di un'infrastruttura digitale moderna e orientata al futuro, come il software-defined storage (SDS).
L'SDS è un tipo di architettura storage che utilizza un layer di software per il provisioning, l’orchestrazione e la gestione della capacità di storage fisico dei dati su server industry-standard. Separando il software di gestione dello storage dall'hardware, le soluzioni software-defined consentono di acquistare hardware e software in modo indipendente, anziché vincolare le organizzazioni a piattaforme proprietarie.
Si tratta di un approccio più flessibile e scalabile, che permette di integrarsi più facilmente con altre tecnologie, come quelle di cloud computing e Big Data analytics, e che facilita l'implementazione di strategie di data management e data protection, come la replica e il backup.
Quanto fatto da Dell con l'Università di Pisa rappresenta un buon esempio di come l'SDS possa trasformare l'infrastruttura IT di un'organizzazione: grazie a una sua riprogettazione completa e all’implementazione di soluzioni di storage avanzate, oggi l’elaborazione dei dati dell’Università è cinque volte più veloce ed è in grado di soddisfare le esigenze di docenti, personale e studenti, senza tempi di inattività o perdite di dati, e di garantire la disponibilità continua di servizi essenziali.
Sempre secondo IDC, entro il 2025 il 70% dell'infrastruttura di storage aziendale sarà basata sul software (nel 2020 era circa il 20%), chiaro segnale che le aziende, di tutte le dimensioni, hanno compreso i vantaggi di ricorrere al SDS. Secondo un rapporto di ReportLinker.com, nel 2027 il mercato globale del software-defined storage raggiungerà i 96,18 miliardi di dollari.
I principali vantaggi dello storage-defined sono due: costi ed efficienza. Questo genere di soluzioni consente infatti di utilizzare al massimo l'hardware esistente, prima di acquistare nuovi supporti di memorizzazione, di aggiungere nuovi array di storage in modo rapido e semplice e di semplificare l’accesso da parte degli utenti grazie a strumenti self-service. In sintesi, l’SDS consente agli amministratori IT di dedicare più tempo alla gestione dei dati piuttosto che dover pensare alla tipologia di hardware su cui sono memorizzati.
Sebbene ogni opzione di software-defined storage presenti propri punti di forza e vantaggi, queste sono le caratteristiche più comuni:
Gestire lo storage in modo più efficace. Interazioni più efficaci tra workloads e storage, permettono un provisioning dinamico dello stesso per meglio rispondere alle esigenze dell'organizzazione.
Migliorare il controllo e l'efficienza. Il software-defined storage permette alle organizzazioni di ottimizzare l'infrastruttura per meglio soddisfare i requisiti aziendali in rapida evoluzione.
Consentire un consumo agile. L’SDS supporta sia i modelli tradizionali di consumo dell'IT sia quelli emergenti, consentendo ai team IT di aumentare l'agilità dell'infrastruttura per le piattaforme cloud, mobili, social e di analisi.
Scalabilità in tempo reale. L’SDS fornisce la capacità ottimale in base ai requisiti aziendali e consente ai team IT di eseguire il provisioning dello storage on demand.
Da non sottovalutare anche il fatto che grazie all'SDS le aziende possono sfruttare la flessibilità e la scalabilità del cloud mantenendo sempre il controllo sui propri dati (il cloud storage offre alle organizzazioni una maggiore scalabilità, costi ridotti e migliori capacità di disaster recovery); sul fronte Big Data, le tradizionali soluzioni di storage si stanno rilevando inadeguate per gestire il crescente volume di dati, strutturati e non, generati dalle organizzazioni: l'SDS consente invece alle aziende di archiviare e gestire questi dati in modo più efficace ed economico.
In sintesi, per fare fronte alle sfide della trasformazione digitale, le aziende cercano di migliorare le prestazioni, la scalabilità, la gestibilità e l'agilità dello storage, e ovviamente anche l'efficienza dell'infrastruttura IT. Introdurre nuove architetture di sistema come il software-defined storage permette loro di supportare le loro attività promuovendo anche la crescita del business.
Alberto Bastianon è Presales Director di Dell Technologies Italia