D-Link vuole mettere a terra anche in Europa tutta la sua capacità progettuale e di sviluppo, con prodotti mirati e tecnologie già collaudate altrove
Per D-Link il 2023 sta man mano concretizzandosi come un anno di rilancio e di riposizionamento. Non perché l'azienda abbia difficoltà particolari sul mercato - la crescita anno su anno dei trimestri 2022 è stata a doppia cifra, il 2023 sta andando meglio della media del mercato - ma perché sta facendo in modo di mettere a terra in maniera geograficamente più omogenea tutta la sua capacità progettuale e di sviluppo prodotto.
D-Link ha una marcata caratterizzazione "orientale". Non solo perché è di Taiwan, ma soprattutto perché la regione Asia-Pacifico (Cina esclusa) rappresenta storicamente la fetta maggiore - mediamente intorno al 65% - del suo business. Seguono l'Europa (25-30%) e, più indietro, l'America (meno del 10%). Questo ha il suo peso in come D-Link si muove sul mercato globale.
I volumi di mercato in sostanza hanno il loro peso, come spiega Alessandro Riganti, da gennaio Country Manager Italy della società: "Quando D-Link pensa un prodotto non si pone un mercato di riferimento ma ragiona in termini di mass market. È però anche vero che solo la regione Asia-Pacifico muove volumi tali da giustificare la progettazione di prodotti mirati".Alessandro Riganti, Country Manager Italy di D-Link
Questo può non essere un limite se pensiamo alla D-Link "da scaffale" che commercializza prodotti per l'home networking e sempre più per la Smart Home. Ma quella è solo un'anima dell'azienda, poi c'è la parte Smart Business comporta da switch, access point, router... tutto quello che si gestisce con la piattaforma Nuclias. E poi la D-Link da Smart Industry, con prodotti per la connettività WAN, per l'IoT/M2M, per le applicazioni industriali.
È in particolare nelle fasce di mercato più a valore aggiunto che poteva essere utile un cambio di passo che desse più autonomia e massa critica alle singole nazioni, così D-Link ha strategicamente deciso di muoversi proprio in questa direzione.
"L'obiettivo in sintesi - spiega Riganti - è definire nuove sinergie a livello europeo, anche grazie a un comitato regionale che si riunisce mensilmente per esaminare le necessità delle varie country, armonizzarle e rappresentarle in maniera integrata. Da parte loro, le singole nazioni si confrontano fra loro sui temi e sugli sviluppi di comune interesse, con un forte interscambio di informazioni".
Ogni nazione ha d'altronde le sue peculiarità e D-Link stessa ha varie sfaccettature a seconda del singolo mercato. Ad esempio, l'Italia è una delle nazioni in cui l'azienda è presente con l'offerta sia consumer sia business - e questo è utile, rimarca Riganti, perché porta un business più bilanciato - mentre in altre si presidia solo uno dei due mercati. Per fine 2023, il grosso del processo di riarmonizzazione delle varie regioni dovrebbe essere completato.
Il biglietto da visita di un'azienda come D-Link sono comunque prima di tutto i prodotti, e non a caso l'azienda taiwanese ha lanciato negli ultimi mesi diversi prodotti a valore. Tra cui switch multi-gigabit per reti aziendali e domestiche, potenziamenti ai software per la gestione delle infrastrutture di rete cablate e wireless, router e sistemi mesh WiFi, CPE per la connettività anche 5G.
"Il mandato è quello di andare verso il mercato a valore - sottolinea Riganti - rafforzando sempre di più il nostro ruolo progettuale nella creazione di infrastrutture di rete per ambienti come scuole, alberghi, imprese, industria". Le potenzialità non mancano, come dimostrano i progetti che D-Link ha già concretizzato in nazioni come Giappone (per la connettività integrata nei progetti Smart Building), Singapore (attraverso una partnership con Daikin per le soluzioni Smart Home), Spagna (digitalizzazione dell'Alta Velocità ferroviaria) e Regno Unito (sperimentazioni LoRan).
Tutto questo affiancato da un vantaggio importante: D-Link può sempre proporsi come un produttore asiatico senza gli svantaggi "geopolitici" dei concorrenti cinesi. "Ci vediamo come un brand capace di andare incontro all'Occidente, un fornitore affidabile a cui affidare la propria rete in tutta fiducia", sottolinea Riganti. Tanto che D-Link presto punterà esplicitamente sul marchio "Made in Taiwan", per differenziare i propri prodotti dall'onnipresente Made in China.