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Il 6G deve imparare dagli errori del 5G

Il 5G non è ancora il successo che prometteva di essere. Ma, spiega SK Telecom, apre la strada a un 6G che vuole essere più concreto.

Tecnologie

Il 5G? In fondo non ha mantenuto le sue promesse. Oppure, per vederla in un altro modo, le premesse dalle quali è partito il suo sviluppo non si sono rivelate poi del tutto corrette. A proporre questo netto punto di vista non è uno dei tanti critici del 5G ma un'azienda che ci ha creduto molto - SK Telecom - e che agisce prevalentemente in un mercato - la Corea del Sud - che è sempre stato all'avanguardia per le comunicazioni mobili.

SK Telecom ovviamente non manda in pensione il 5G come uno sviluppo tecnologico fallito. Ma conferma le perplessità che molti, operatori e non, hanno espresso in questi anni sulla sua crescita. In fondo il 5G è presente commercialmente dal 2019, sottolinea SK Telecom, e quattro anni dopo per diversi suoi aspetti non ha raggiunto gli obiettivi previsti.

C'è soprattutto un problema di percezione. Innanzitutto la mancanza di un vero "killer service" non ha aiutato il 5G come invece è accaduto per il 3G, che ha portato una vera comunicazione dati mobile, e per il 4G, con la sua focalizzazione sul video.

Per il 5G sono stati sì anticipati molti servizi rivoluzionari (la guida autonoma, l'Extended reality massiva, gli ologrammi, la chirurgia da remoto...). Ma questi non si sono concretizzati o non lo hanno fatto come era stato inizialmente preventivato. Di sicuro, non erano presenti quando gli operatori cercavano di vendere servizi e terminali 5G al grande pubblico.

C'è stato poi un altro importante problema. Le performance possibili per il 5G sono state esagerate, spiega sostanzialmente SK Telecom, sin dall'inizio e anche dai gruppi tecnici che guidavano la sua standardizzazione. Tutti si aspettavano già nell'immediato bande da 20 Gbps che invece non sono arrivate, non da ultimo perché il 5G richiede il dispiegamento di una rete pervasiva e nessun operatore ha potuto fornirla se non dopo qualche tempo.

Laddove il 5G ha potuto crescere con calma e come doveva, però, i segnali dell'apprezzamento del pubblico ci sono. Secondo SK Telecom la maggiore banda del 5G, rispetto a LTE, viene comunque sfruttata (gli utenti 5G usano in media la metà del traffico dati in più degli utenti LTE) e porta in generale a vantaggi economici. Ad esempio, il costo per GB del 5G è inferiore del 70% rispetto a LTE. E le aziende credono nel 5G più dei consumatori.

Ci penserà il 6G

Oggi SK Telecom invita sostanzialmente a considerare il 5G come il primo passo, sebbene non completamente riuscito, di una evoluzione/rivoluzione che culminerà con il 6G. E in generale, secondo l'operatore, le evoluzioni delle comunicazioni mobili vanno comunque sempre a coppie.

È certamente vero che il 2G ha completato concretamente le premesse delle prime comunicazioni cellulari. Il 4G è stato l'evoluzione significativa di un precedente passo rivoluzionario (il 3G). In prospettiva il 6G promette di essere la componente davvero rilevante che colmerà e supererà i limiti del 5G. Tenendo poi conto che in questi anni il 5G continua tecnicamente a crescere e non lascerà il campo con l'avvento del 6G.

Avvento che peraltro non è prossimo. Di 6G se ne parla concretamente da circa un anno ma il primo standard ufficiale su cui i produttori di apparati potranno lavorare non arriverà prima di metà 2028. Considerato che servono circa 18 mesi per passare dalla teoria ai prodotti, potermo parlare di una prima commercializzazione del 6G solo agli inizi del 2030.

Da qui ad allora, è la tesi di SK Telecom, bisogna fare tesoro delle lezioni imparate con il 5G per non commettere gli stessi errori che ne hanno impedito il vero successo commerciale. C'è tempo per farlo, sempre che gli organismi di standardizzazione non si concentrino solo sugli aspetti meramente tecnici ma considerino anche che gli utenti si aspettano scenari di uso concreti e utili, anche se magari non così rivoluzionari.

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