La sfida della gestione dati nelle gare del Campionato Mondiale Superbike della squadra Aruba.it Racing – Ducati Team, che ha puntato su un’architettura ‘pocket to cloud’ basata su server ultraportatili
Un weekend rovente di metà luglio a Imola. All’autodromo intitolato a Enzo e Dino Ferrari è di scena la settima prova del WorldSBK, il campionato del mondo Superbike, dedicato alle moto derivate da quelle di serie, a differenza del MotoGP che come noto prevede invece moto sviluppate appositamente. La squadra di punta nel WorldSBK, il cui portabandiera è Alvaro Bautista, è da tempo Aruba.it Racing – Ducati Team, denominazione ufficiale della squadra che dal 2014 utilizza le moto della nota casa che ha sede a Borgo Panigale, alle porte di Bologna. Se il 2022 ha rappresentato una stagione da record per il Team, che ha conquistato i titoli piloti, squadre e costruttori, potendosi fregiare del risultato storico della "Tripla Corona", anche il 2023 si sta rivelando ricco di soddisfazioni.
Si tratta di successi che devono sicuramente molto sia ai piloti sia alle moto impiegate, ma che non possono prescindere da un utilizzo massiccio della tecnologia IT, che nel caso della squadra Aruba.it Racing – Ducati Team è targata Lenovo, con una collaborazione che è in atto da molto tempo.
“Nelle corse, il ruolo del pilota è ancora il più importante, ma oggi anche la tecnologia è sempre più un elemento cruciale per gestire gli aspetti chiave che permettono di portare sulle piste le migliori moto possibili”, spiega Stefano Cecconi, che oltre a essere Amministratore delegato di Aruba è anche il team principal della squadra di WorldSBK. ImpresaCity l’ha incontrato in occasione della tappa di Imola del mondiale, insieme ad Alessandro De Bartolo, Amministratore delegato e Country manager dell’Infrastructure Solutions Group di Lenovo Italia, in un’intensa giornata, quella delle prove del venerdì, che ha permesso di scoprire come la tecnologia Lenovo dia un notevole contribuito ai successi della squadra Aruba.it Racing – Ducati Team.
Da sinistra, Stefano Cecconi di Aruba e Alessandro De Bartolo di Lenovo nel paddock di Imola
“La collaborazione tra Aruba e Lenovo è in atto da tanti anni, e nasce inizialmente con una partnership sui server”, esordisce Alessandro De Bartolo, spiegando che “oggi ci vede molto impegnati sui temi chiave del mondo dei data center, come per esempio quello della sostenibilità, un aspetto sul quale anche Aruba presta massima attenzione. Si tratta di un percorso comune che recentemente ci ha visto anche studiare lo sviluppo di sistemi di raffreddamento ad acqua all’interno dei grandi centri dati, ambito nel quale Lenovo ha in atto numerose esperienze”.
In parallelo a questa partnership, che attiene a uno dei primari core business di Aruba, ovvero quello dei data center, che vedono numerosi esempi di eccellenza come quello di Arezzo oppure il grande campus a Ponte San Pietro alle porte di Bergamo, “abbiamo sviluppato anche un’importante partnership nell’ambito racing, associando la leadership tecnologica di Lenovo con un settore di punta come quello del motorsport, fornendo al team Aruba.it Racing il supporto in pista con i nostri sistemi Edge, che vantano caratteristiche di rilievo sia per prestazioni e flessibilità, ma anche e soprattutto di trasportabilità”.
È proprio quello della trasportabilità, ovviamente associata a performance di punta, il vero asso nella manica della soluzione in architettura “pocket to cloud” scelta per il team Aruba.it – Ducati per fornire prestazioni elevate su carichi di lavoro analitici complessi, riducendo al contempo i requisiti di configurazione e gestione manuale: la soluzione è infatti basata su server edge ThinkSystem SE350, su workstation ThinkPad P1 Gen 5 e su smartphone Motorola Edge 20.
Nel dettaglio, in collaborazione con gli esperti di Lenovo Professional Services, Aruba.it Racing - Ducati Team ha configurato due edge server ThinkSystem SE350 come nuova infrastruttura di analisi dei dati in pista. L'intero ambiente è gestito da remoto con Lenovo XClarity Administrator, eliminando la necessità di far viaggiare il personale tecnico con i server.
Il primo server è dedicato all'archiviazione di tutti i dati delle moto Ducati nel WorldSBK, che vengono continuamente sincronizzati con i server presenti nell’headquarter di Borgo Panigale. Il secondo server ospita macchine virtuali per l'elaborazione dei dati, che applicano automaticamente ai risultati post-gara modelli analitici che aiutano a identificare insight determinanti per la gara. Utilizzando le workstation mobili Lenovo ThinkPad P1 Gen 5, il team può creare e visualizzare rapidamente panoramiche intuitive sui dati per aiutare ingegneri e piloti a prendere decisioni rapide e accurate sulle prossime gare.
Stefano Cecconi di Aruba
Una visita al paddock durante le prove ufficiali del venerdì prima delle gare del sabato e della domenica permette di rendersi conto del ruolo cruciale svolto dalle tecnologie di computing, in quanto il team raccoglie dati da sensori posizionati su tutte le moto che forniscono informazioni su ogni elemento critico, dalle temperature dei freni e degli pneumatici, alle prestazioni dell’acceleratore e del motore.
Si usa definire questa raccolta dati come “telemetria”, ma in realtà non si tratta di una vera e propria telemetria, anche perché le regole del WorldSBK non consentono l'analisi in tempo reale: non appena la moto rientra nel paddock, i dati vengono scaricati su un file server dedicato all’interno del box. Tra una gara e l'altra, questi dati vengono utilizzati per esaminare tutti gli input del pilota, le prestazioni e il comportamento della moto, con l’obiettivo di migliorare le prestazioni. Per esempio, raccontano dal team, confrontando i dati delle gare precedenti sullo stesso tracciato e con condizioni atmosferiche simili, si può determinare se utilizzando pneumatici duri o medi si è in grado di ottenere un tempo più veloce.
Ma la trasportabilità della soluzione “pocket to cloud” targata Lenovo è cruciale anche in relazione a un altro aspetto: dato che come noto i piloti, le attrezzature e il personale di supporto si spostano in tutto il mondo tra una gara e l'altra, il team deve assicurarsi di poter trasportare e riassemblare rapidamente tutto quello di cui ha bisogno per competere, compresa l'infrastruttura di analisi dei dati.
Nel passato anche recente ci si affidava a PC desktop e a file su server per lo storage e l'analisi dei dati, ma questo richiedeva un numero significativo di personale IT in loco per l'implementazione e la gestione: durante la pandemia, si è reso necessario ridurre al minimo il numero di persone in viaggio tra una gara e l'altra, ed è per questo che è stata colta l’opportunità di gestire i dati direttamente sul posto, all’edge, ottenendone anche un’elaborazione più rapida e tempestiva degli insight.
Come racconta Stefano Cecconi, “quella racing è un’attività IT infinitamente più piccola rispetto a quelle che come Aruba svolgiamo per i clienti nei data center, ma le esigenze peculiari del mondo racing si sono accentuate nel corso degli ultimi anni: penso per esempio all’esplosione dei costi di logistica post pandemia, che ha determinato la necessità di ridurre il peso di tutte le attrezzature trasportate, come i server con le opportune ridondanze. Ed è per questo che siamo passati alle soluzioni edge di Lenovo, studiate anche per operare in contesti non ottimali quali quelli dei data center, e abbiamo ottenuto tanta potenza in poco spazio occupato e anche molta robustezza: quella necessaria per lavorare anche nei box”.
Nelle parole di Stefano Cecconi traspare la passione sia per la tecnologia sia per il mondo racing, oltre alla soddisfazione di aver risolto una sfida molto importante con l’aiuto del partner giusto: “nel nostro rapporto con Lenovo siamo da sempre abituati ad affrontare sfide, studiando e realizzando insieme la soluzione migliore, ma le sfide poste dal WorldSBK sono molto diverse rispetto al mestiere che svolgiamo normalmente con i nostri data center, che è notoriamente un ambiente ideale per far operare al meglio i server. Ed è anche per questo che consideriamo un ottimo risultato quello di avere dimezzato quello che trasportavamo di solito: in un mezzo rack in altezza, ovvero circa 20 unità, riusciamo a svolgere tutto il lavoro, grazie a un vero e proprio micro data center viaggiante che riunisce le funzioni di computing, storage, networking e tutto il resto, offrendo servizio anche agli altri team”.
Alessandro De Bartolo di Lenovo
Va detto: le sfide che la squadra Aruba.it Racing – Ducati Team si trova ad affrontare sulle piste sono molto più complesse di quanto a prima vista possa sembrare, anche perché la componente di back-end risiede a Borgo Panigale presso il quartier generale di Ducati e non è presente nel paddock, ma vi dialoga da remoto.
Però, con la crescita costante del ruolo dell’IT nel mondo racing, si pone anche un tema importantissimo di affidabilità: “il punto è che non si può più ragionare in termini di ‘next business day’ ma di ‘next business second’, ed è per questo che non ci si può permettere di avere il minimo problema IT”, sottolinea Cecconi, spiegando che “abbiamo provveduto a creare ridondanze speciali, che soprattutto non richiedessero la presenza di un tecnico specializzato. Non a caso, solo per fare un esempio, gli ingegneri che assistono le moto sulla griglia di partenza anche quando piove, circostanza che può far bagnare i sistemi e determinare malfunzionamenti, hanno sempre con sé uno zaino che contiene le necessarie ridondanze”.
In sintesi, “il problema più sentito non era strettamente quello della crescita prestazionale dei sistemi, quanto quello di fare in modo che l’IT non si rivelasse un ostacolo, e l’abbiamo risolto al meglio con un sistema edge che è in grado di funzionare stand alone e che appena possibile si collega con Borgo Panigale. È come se ci fossimo immedesimati in uno dei nostri clienti: siamo sia fornitori sia utilizzatori”, fa notare Stefano Cecconi, introducendo il tema della replicabilità delle soluzioni basate sugli edge server di Lenovo in altri ambiti dove vi è carenza di spazio e le temperature non sono controllate come invece accade nei data center, ma soprattutto non sempre si può contare sulla presenza sul posto di tecnici specializzati pronti a intervenire.
Gli esempi possono essere molteplici: su tutti, si può citare “il progetto di smart city 5G per la città di Barcellona, con circa 3.600 server distribuiti sull’intero territorio urbano, che rappresenta un’ottima applicazione concreta di edge computing realizzata sulla base dell’esperienza compiuta con il mondo del moto racing, che in questo senso rappresenta anche un biglietto da visita per darci un importante contributo a sviluppare nuove opportunità di business in ambito edge”, conclude Alessandro De Bartolo.