Verso uno spostamento qualitativo nelle attività software, favorito dai CIO, che porterà a dedicare più tempo all'innovazione e meno alla manutenzione
Per una crescente porzione di aziende, i prodotti e i servizi digitali generano una parte significativa dei ricavi, facilitano l’interazione con i clienti e rappresentano il fondamento dell'innovazione. Per realizzare tali prodotti e servizi, le aziende si affidano quasi interamente al software. Secondo una recente indagine condotta a livello globale da IDC, rispettivamente il 71% e il 66% dei CIO hanno dichiarato che l'acquisto e la personalizzazione di applicazioni commerciali e lo sviluppo interno di software costituiscono i metodi più efficaci per fornire supporto ai programmi di innovazione software.
Tuttavia, investire in applicazioni aziendali non significa dover firmare assegni in bianco. I CIO si trovano oggi di fronte a una crescente pressione per giustificare la spesa nello sviluppo software, una situazione aggravata dalle difficoltà macroeconomiche, e devono dimostrare che gli investimenti proposti in questa direzione sono nell'interesse migliore dell'azienda. IDC prevede pertanto uno spostamento qualitativo nelle attività software, favorito e sponsorizzato dai CIO, che porterà gli sviluppatori a dedicare più tempo all'innovazione e meno tempo alla manutenzione e modernizzazione delle applicazioni esistenti.
Entro il 2028, IDC stima che la maturazione delle tecnologie di modernizzazione e trasformazione delle applicazioni, la proliferazione di nuove piattaforme di sviluppo completamente gestite e la maggiore integrazione del machine learning consentiranno agli sviluppatori di dedicare il 75% del loro tempo all'innovazione, rispetto al 25% attuale.
La capacità degli sviluppatori di dedicare più tempo allo sviluppo di nuove applicazioni evidenzia un cambiamento epocale nello sviluppo che sottolinea l'urgenza di modernizzare e trasformare le applicazioni legacy. I dati di IDC mostrano che il 50% delle applicazioni legacy ha subìto una o più modalità di modernizzazione, come il rehosting, il replatforming o il refactoring. Tuttavia, solo l'1% delle applicazioni legacy che sono state modernizzate ha visto il 100% del codice trasformato in architetture a microservizi.
Mentre gli sviluppatori continuano a mostrare interesse per le pratiche DevOps che automatizzano attributi come la scalabilità, il controllo delle versioni, il testing e l'integrazione continua del codice, l’introduzione di piattaforme completamente gestite consentirà loro di dedicare più tempo alla programmazione e allo sviluppo di soluzioni digitali di nuova generazione. Per esempio, IDC prevede la maturazione delle architetture serverless stateful nei prossimi anni, che forniranno un'infrastruttura completamente gestita cloud-native e edge-native per lo sviluppo.
Infine, l'integrazione dell'apprendimento automatico e dell'intelligenza artificiale (AI generativa in primis) negli strumenti di sviluppo contemporanei permetterà agli sviluppatori di dedicare meno tempo al lavoro di sviluppo ordinario e più tempo ad attività di livello superiore come la progettazione e l'architettura di soluzioni digitali innovative.
L’evoluzione delle architetture applicative sarà al centro dell’IDC New Application Architectures Digital Forum 2023, un evento digitale che sarà trasmesso in diretta streaming il 26 settembre prossimo dalle 11:00 alle 13:00. Con il sottotitolo Digital-first applications: abilitare agilità e innovazione attraverso architetture moderne, modulari e intelligenti, l’evento sarà moderato da Fabio Rizzotto, VP, Europe South Lead, Consulting and Custom Solutions, IDC, e vedrà la partecipazione in qualità di sponsor di Dynatrace, Confluent, OutSystems e VMware.