Tradizionale tappa a Barcellona per l’edizione Emea dell’evento annuale di VMware, tra annunci di spicco e attese per la conclusione del deal con Broadcom
Barcellona - Scintillante come sempre, la capitale della Catalogna ospita un VMware Explore più scintillante che mai. Forse troppo, quasi a voler esorcizzare il tema di fondo rimasto sospeso nell’aria particolarmente tersa dell’inizio novembre barcellonese, ovvero di quale sarà l’assetto di VMware una volta completata l’acquisizione da parte di Broadcom. Sia come sia, l’edizione 2023 dell’evento Explore, che ha visto la partecipazione di 9.500 persone da tutta l’area Emea, non ha deluso le aspettative, con numerosi spunti di interesse soprattutto in ambito multicloud e AI generativa, quest’ultima declinata anche in chiave privata.
Il keynote di apertura non poteva ignorare quello che qualcuno ha definito “elefante nella stanza”, ovvero il deal da 61 miliardi di dollari con Broadcom che è alle battute finali delle ultime approvazioni attese per fine mese, e che è stato subito affrontato da Raghu Raghuram, CEO di VMware.
Dopo aver ricordato i “25 anni di importanti traguardi per VMware”, Raghu Raghuram ha detto che “forse non c'è stata una pietra miliare così rilevante come quella dello scorso maggio, quando abbiamo annunciato di unire le forze con Broadcom”, lasciando la parola al padrone di casa in pectore, ovvero Hock Tan, CEO di Broadcom.
Hock Tan non si è fatto pregare, dichiarando tre impegni nei confronti dei clienti di VMware: “mantenere e accelerare la velocità di innovazione e aumentare gli investimenti in R&S; continuare a investire nell’ecosistema di partner formato da Var, distributori, Oem, managed service provider e global system integrator; e infine continuare a rendere i nostri prodotti più facili da implementare e gestire”. Parole sicuramente importanti, ma che saranno le uniche sentite sull’argomento durante tutto l’evento, anche a microfoni spenti: insomma, non resta che aspettare, e nel frattempo tuffarsi nella ricca messe di annunci di Explore 2023.
“Sono due gli elementi chiave di questo evento: il cloud journey e l’AI generativa”, sintetizza Raghu Raghuram, spiegando che “circa quattro anni fa avevamo osservato come il cloud stesse iniziando a diventare un multi-cloud, e oggi la realtà vede oltre tre quarti delle aziende utilizzare due o più cloud pubblici oltre a quello privato, e alcune stanno anche costruendo un proprio edge cloud. È a questa realtà che si rivolge il nostro approccio ‘cloud smart’, la cui idea fondamentale è che siano i requisiti dell'applicazione e l’applicazione a dettare il cloud. Per molte applicazioni, il cloud privato continua a essere la scelta migliore in cui lavorare, mentre per altre può essere un altro tipo di cloud. Il nostro cloud smart nasce per orchestrare tutte queste esigenze con una gestione e una sicurezza comuni”.
Dimenticando il vecchio approccio “cloud first”, ha proseguito Raghu Raghuram, “negli ultimi anni abbiamo investito in un portafoglio di soluzioni per aiutare le aziende nel percorso multi-cloud, adottando l’approccio cloud smart che accelera la realizzazione delle applicazioni moderne, aiuta a modellare un’infrastruttura di cloud privato e ibrido e a estenderla al cloud, permette di offrire esperienze digitali moderne alla forza lavoro ibrida di oggi, e infine, ma non meno importante, aiuta ad adottare l’AI privata”
Entra nel vivo degli annunci Purnima Padmanabhan, GM e SVP, Modern Applications and Management Business Group di VMware, raccontando innanzitutto che “abbiamo visto una crescita del 31% anno su anno nell’adozione della nostra soluzione VMware Cloud Foundation nei data center, anche perché è in grado di offrire un ROI del 170%: è l’effetto della virtualizzazione di networking, storage e computing, combinata con la gestione, che fornisce un unico stack da utilizzare per implementare un cloud privato”.
Le innovazioni alla VMware Cloud Foundation, arrivata alla release 5.1, sono numerose, a cominciare da performance storage quadruplicate e da un incremento notevole nelle capacità GPU: “adesso una macchina virtuale può usare 60 GPU invece di 8”, spiega Purnima Padmanabhan, sottolineando che si tratta di aspetti “ideali per i carichi di lavoro più complessi a cominciare da quelli relativi all’AI”.
Gli annunci cloud ricalcano in sostanza quelli dello scorso agosto a Las Vegas, soprattutto in termini di nuovi data services e di funzionalità contro il ransomware, con l’anteprima tecnologica di VMware Intelligent Threat Detection e l'introduzione di VMware Live Recovery, ma in particolare si segnala VMware Sovereing Cloud, che ora conta 57 cloud service provider partner in 33 Paesi del mondo e include adesso nuovi servizi per gli sviluppatori, i dati e la sicurezza, come i servizi dati integrati attraverso VMware Cloud Director e i partner dell'ecosistema e l'ampliamento delle funzionalità all'interno di strumenti “developer-centric” come VMware Tanzu e VMware NSX.
Nel dettaglio, spicca anche Google Cloud AlloyDB Omni, che è il primo database di terze parti compatibile con PostgreSQL integrato nativamente con VMware Cloud Foundation attraverso VMware Data Services Manager e VMware vSAN, “benedetto” sul palco dal numero uno di Google Cloud George Kurian, comparso in un messaggio preregistrato.
Ma spiccano anche i nuovi aggiornamenti per Spring, il principale framework di sviluppo Java, e miglioramenti per Tanzu Application Platform, Tanzu Data Solutions e Tanzu Intelligence Services che aiuteranno i team a sviluppare, gestire e ottimizzare applicazioni più performanti in modo più rapido, economico e sicuro.
L’altro grande tema dominante di Explore 2023 a Barcellona è l’AI generativa: Chris Wolf, Vice president dei VMware AI Labs, ha fatto notare che “il potenziale della Gen AI per VMware è molto significativo: stiamo assistendo a casi d'uso trasversali in tutti i diversi segmenti e in tutti i diversi clienti e partner con cui lavoriamo, che si tratti di generazione di codice o della creazione di contenuti o di assistenza ai clienti, ed è per questo che intendiamo aiutare sempre più i nostri clienti a sfruttare con successo gli sviluppi dell'AI”
La questione, per Chris Wolf, è per certi versi semplice: “l’AI è essenzialmente costituita da dati e da computing, e noi cerchiamo continuamente di spostare i modelli e le risorse di computing dove i dati vengono creati, elaborati o consumati. E questo rende in sostanza l'intelligenza artificiale un caso d'uso del multi-cloud. Ma c’è da affrontare la sfida fondamentale della privacy e della protezione dei dati, perché bisogna essere sicuri che i dati di un’azienda non vengano utilizzati per addestrare un modello che potrebbe avvantaggiare un concorrente, e per questo serve un controllo dell'accesso, non solo ai modelli di AI, ma anche ai dati che potrebbero essere utilizzati per addestrare i modelli. Sono preoccupazioni globali di tutti i nostri clienti e partner, ed è questo che ci ha portato alla Private AI”.
La Private AI di VMware non è un prodotto ma un approccio architetturale che consente di sfruttare i vantaggi di business dell'intelligenza artificiale, rispettando al contempo le necessità pratiche di privacy e compliance delle aziende. E se a Las Vegas erano stati annunciati VMware Private AI Foundation with Nvidia e VMware Private AI Reference Architecture for Open Source, a Barcellona si sono aggiunti VMware Private AI with Intel, una nuova collaborazione con l’obiettivo di aiutare le aziende a costruire e implementare modelli di AI e a incrementarne le prestazioni sfruttando la potenza di VMware Cloud Foundation insieme al kit software AI di Intel, processori e acceleratori hardware, e una collaborazione tra IBM e VMware, che mira a portare IBM watsonx negli ambienti on premise, allo scopo di combinare VMware Private AI e Red Hat OpenShift per abilitare funzionalità di intelligenza artificiale generativa in modo rapido e trasparente.
Infine, anche a Barcellona sono stati ripresi gli annunci in tema di software-defined edge e per l’hybrid working. In ambito edge, sono da segnalare le nuove funzionalità di telemetria di VMware Edge Cloud Orchestrator per fornire insight e visibilità sui carichi di lavoro edge, indentificando i dispositivi finali; Intelligent Assist for VMware Software-Defined Edge per rendere operativa la connessione, la protezione e la gestione dei carichi di lavoro, degli utenti e dei dispositivi IoT sull'edge.
Ma ci sono anche una collaborazione estesa tra Microsoft e VMware per consentire ai clienti VMware SASE di utilizzare Microsoft Security Copilot, uno strumento incentrato sull'identificazione di minacce e anomalie che sfrutta la potenza dell'Intelligenza Artificiale generativa; e infine il nuovo Workflow Hub per VMware Telco Cloud Automation per supportare il rapido rollout dei siti cellulari, e l’ntegrazione iniziale con Symantec Cloud Secure Web Gateway per una migliore protezione del software-defined edge.
Per quanto invece riguarda il lavoro ibrido, arrivano funzionalità di automazione avanzate e nuove integrazioni di terze parti fornite attraverso la piattaforma Anywhere Workspace, che forniscono alle organizzazioni gli strumenti necessari per semplificare i flussi di lavoro IT, potenziare la sicurezza e migliorare l'efficienza complessiva.
Tra gli aggiornamenti spicca l'introduzione della gestione Mac di nuova generazione per semplificare i flussi di lavoro IT e ridurre i costi, con Hub Health, nuove linee guida di sicurezza di terze parti e una nuova dashboard di gestione degli aggiornamenti per macOS per consolidare ulteriormente uno spazio di lavoro autonomo, auto-riparante, auto-configurante e auto-protetto, e anche una partnership ampliata per l'integrazione di Workspace ONE con Intel per automatizzare il rilevamento delle vulnerabilità a livello di hardware, firmware e driver.