La fusione creerebbe, secondo Iliad, il "challenger" più innovativo nel nostro mercato delle telecomunicazioni
È dai primissimi tempi dello sviluppo del 5G che diversi operatori mobili di tutto il mondo hanno iniziato ad affermare, più o meno ufficialmente, che in molte nazioni il mercato è talmente frammentato da essere diventato poco redditizio. A maggior ragione quando si parla di nuovi investimenti tecnologici come quelli che il 5G richiedeva (e richiede ancora). L'Italia è uno di questi mercati, penalizzato - secondo molti oservatori - dalla guerra di prezzi dell'era LTE. Quando è passato il messaggio che i servizi mobili, specie consumer, possono costare molto poco ed essere venduti quasi senza margine. Sperando in spese aggiuntive degli utenti che poi però raramente arrivano.
Così non stupisce che alcuni operatori locali alla fine abbiano deciso di unirsi. E non stupisce nemmeno che ora uno di quelli che più di recente è entrato sul nostro mercato - Iliad - abbia fatto la stessa proposta a uno dei più collaudati: Vodafone Italia, che ha le sue radici nella "storica" Omnitel. Non stupisce anche perché se ne parla da un po'.
Iliad Group ha ufficialmente presentato a Vodafone Group una proposta di fusione tra Iliad Italia e Vodafone Italia, in una operazione che secondo il gruppo francese porterebbe a creare il "challenger più innovativo" in Italia. Uno sfidante che evidentemente guarda alla competizione con l'incumbent - TIM - ma anche all'accoppiata Fastweb-WindTre.
L'idea è quella di creare una joint venture paritaria valutata poco meno di 4 miliardi di euro. E in più Vodafone Group riceverebbe altri 6,5 miliardi "cash" e ulteriori 2 miliardi come finanziamento per garantire l'equilibrio a lungo termine dell'operazione. Nel complesso, quindi, questa porterebbe a Vodafone Group circa 10,5 miliardi di euro. La fusione porterebbe meno valore diretto a Iliad, che d'altronde deve convincere Vodafone Group ad accettare l'operazione. Oltre al 50% della joint venture, il gruppo francese ricaverebbe altri 2,5 miliardi di euro tra liquidi immediati e finanziamenti a lungo termine.
Iliad tra l'altro lascia esplicitamente aperta la porta alla possibilità che Vodafone Group ricavi dalla fusione altri 2 miliardi di euro circa, cedendo proprio a Iliad - progressivamente - la sua quota nella joint venture. Una opzione che a Vodafone potrebbe non dispiacere affatto, dato che il gruppo britannico sembra voler uscire dai mercati troppo frammentati come l'Italia e la Spagna. E potrebbe rafforzarsi anche nel Regno Unito fondendosi con un rivale (in questo caso Three).
Vodafone peraltro non ha detto granché sulla proposta di Iliad, limitandosi ad affermare che "coerentemente con le sue precedenti dichiarazioni, Vodafone è favorevole al consolidamento del mercato nei Paesi in cui non riesce a ottenere un adeguato ritorno sul capitale investito e conferma che sta esplorando le opzioni con diverse parti per raggiungere questo obiettivo in Italia, anche attraverso una fusione o una cessione". La fusione Iliad-Vodafone in Italia potrebbe quindi avvenire oppure no. Al momento, per Vodafone, è tutto possibile.
Ma Iliad sembra molto convinta dell'operazione. Secondo Thomas Reynaud, CEO del Gruppo francese, le due filiali italiane hanno profili e competenze complementari, quindi la fusione darebbe vita ad "Un operatore forte con la capacità e la forza finanziaria di investire a lungo termine. La NewCo sarebbe pienamente impegnata ad accelerare la trasformazione digitale del Paese, in particolare l'adozione della fibra e la diffusione del 5G, con oltre 4 miliardi di euro di investimenti previsti nei prossimi cinque anni".
Si parla d'altronde di un ipotetico operatore fisso e mobile che complessivamente si affaccerebbe sul mercato nazionale con 5 brand nel mondo mobile e 10 provider di connettività su rete fissa. E con quella complementarietà a cui Reynaud ha accennato e che il comunicato ufficiale di Iliad lascia già intendere: Vodafone più forte nel segmento B2B, Iliad in quello dei servizi consumer.