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Supercomputing: Eni lavora sul suo sistema HPC6

Il nuovo sistema HPC6 di Eni quasi decuplica le prestazioni dell'attuale HPC5, grazie alla tecnologie HPE

Tecnologie

Le aziende del settore Oil&Gas sono storicamente sempre molto interessate alle evoluzioni del supercomputing, perché hanno modo di sfruttare tutta la potenza elaborativa che i passi avanti dell'IT mettono a loro disposizione. Non è un caso quindi che Eni sia tra gli utenti leader italiani quando si tratta di supercalcolo. E questo ruolo sta, ora, per rafforzarsi decisamente.

Il top dell'elaborazione per Eni è, attualmente, il sistema di supercalcolo HPC5, realizzato con HPE e oggi al ventunesimo posto tra i supercomputer di tutto il mondo. In Italia, con i suoi 52 PFlop/s di picco è dietro solo al sistema Leonardo del Cineca (304 PFlop/s). Ed Eni è una delle pochissime aziende private ad avere supercomputer "da classifica", ossia abbastanza potenti da essere nella lista Top500.

Il campo del supercalcolo ha però registrato progressi significativi dai tempi - in realtà recenti - della progettazione di HPC5, e ora per Eni è il momento giusto per raccoglierne i frutti. Oltretutto in maniera tale da poter far crescere drasticamente la propria potenza di calcolo pur senza avere i budget quasi illimitati dei grandi centri di ricerca USA oppure i fondi in buona parte pubblici delle iniziative UE di supercomputing.

L'attuale sistema HPC5 di Eni

Il nuovo sistema che Eni realizzerà con HPE e Nvidia è stato battezzato HPC6, in continuità con un decennio circa di sviluppo dei sistemi HPCx, e dovrebbe avere una potenza di picco di oltre 600 PFlop/s. Eni non si sbilancia, ma ci sono già stime che collocano la potenza del nuovo sistema intorno ai 670 PFlop/s. Con questo valore, il nuovo sistema si collocherebbe al quarto posto della attuale classifica Top500.

HPC6 quindi farebbe di Eni l'azienda con il supercomputer "privato" più potente al mondo. Non a caso Claudio Descalzi, Amministratore Delegato di Eni, ha spiegato che con HPC6 l'azienda continua "a supportare in modo determinante la [sua] leadership tecnologica, riaffermando il ruolo di Eni nel supercalcolo". Una evoluzione pensata anche a sostegno della transizione energetica, perché per Eni HPC6 è una "leva tecnologica decisiva" per lo sviluppo delle nuove fonti di energia.

L'architettura

HPC6 sarà realizzato combinando 3.472 nodi di calcolo basati su server HPE Cray EX4000, distribuiti su 28 rack. Ogni nodo è mosso da un processore AMD Epyc a 64 core, coadiuvato da quattro GPU AMD Instinct MI250X. In totale, quindi, parliamo di 222.208 core e 13.888 GPU. La connettività nel sistema è affidata alla tecnologia HPE Slingshot e il raffreddamento sarà diretto a liquido.

Per Eni "l’architettura di HPC6 è stata concepita con la stessa tecnologia che costituisce i sistemi a oggi più potenti in Europa e nel mondo" e in effetti gli appassionati di High Performance Computing non possono non notare diverse affinità tra HPC6 e l'attuale gioiello della corona nella collaborazione HPE-Nvidia: il supercomputer Frontier dell'Oak Ridge National Laboratory statunitense. Che al momento è il sistema HPC più potente al mondo e l'unico che superi l'exaflop di potenza media.

Le non molte informazioni che Eni ha per ora dato su HPC6 mettono in evidenza tre essenziali "mattoncini" che il suo futuro sistema e Frontier hanno in comune. Di certo le GPU e la connettività Slingshot 11 in topologia Dragonfly, probabilmente le CPU Epyc (in versione ottimizzata per Frontier, HPC6 potrebbe usare quelle o le versioni standard). Eni, quindi, dovrebbe poter fare tesoro delle esperienze che HPE e Nvidia hanno già maturato e velocizzare l'implementazione del nuovo sistema.

Lo sviluppo di HPC6 deve sposarsi con la vocazione green che Eni sta dando al suo supercomputing. Tanto che il data center dell'azienda, a Ferrera Erbognone, si chiama Green Data Center ed è considerato tra quelli con la più alta efficienza energetica in Europa. Eni promette che il nuovo sistema sarà un deciso passo avanti in quanto ad efficienza energetica sposata alla potenza computazionale. Ma fare oggi calcoli precisi su questo aspetto è difficile.

Le cifre ufficiali di Eni indicano per HPC6 "un assorbimento elettrico massimo di 10,17 MVA", che però non è semplice tradurre in una potenza assorbita in MW. Per stimare la possibile efficienza energetica può aiutare il parallelo con Frontier, che è architetturalmente simile e "viaggia" intorno ai 52,5 GFlops/watt. HPC6 dovrebbe fare di meglio e, orientativamente, potrebbe posizionarsi intorno ai 54-56 GFlops/watt. Un valore interessante, sufficiente per posizionarsi nelle prime posizioni della classifica Green500.

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