Quasi otto aziende su dieci stanno sperimentando una duplice transizione verso un mondo più digitale e sostenibile, ma hanno finora sfruttato solo il 25% circa del potenziale complessivo della tecnologia
È sempre più l’ora dell’economia eco-digitale, ovvero quella guidata dal digitale e dalla sostenibilità, che offre non solo valore economico, ma anche valore ambientale e sociale. Lo sostiene un report del Capgemini Research Institute, secondo il quale il potenziale inutilizzato delle tecnologie digitali è vasto, e si prevede che la transizione verso un’economia eco-digitale sia destinata a raddoppiare entro il 2028, raggiungendo un valore di 33mila miliardi di dollari.
Il report “The Eco-Digital Era: The dual transition to a sustainable and digital economy”, elaborato da Capgemini in collaborazione con il Digital Value Lab del Digital Data Design Institute di Harvard coinvolgendo 1.350 top manager di 14 Paesi di tutto il mondo, Italia compresa, indica che l’era eco-digitale, più collaborativa e legata alle piattaforme, sta dando vita a nuovi modelli di business e flussi di ricavi, nonché a una maggiore efficienza dei costi, grazie all’utilizzo di dati, cloud, ecosistemi collaborativi e prodotti e servizi connessi.
Secondo il report, 7 aziende su 10 concordano sul fatto che i business model orientati al digitale diventeranno un fattore determinante per la crescita dei ricavi nei prossimi tre-cinque anni. Inoltre, il 60% si aspetta che i business model orientati al digitale generino maggiori ricavi rispetto a quelli tradizionali. Non solo: si stima che gli investimenti nella trasformazione digitale, dalla scalabilità delle tecnologie tradizionali e dall’implementazione di misure di cybersecurity, alla riqualificazione della forza lavoro e all’automazione dei processi aziendali, genereranno i rendimenti più significativi nei prossimi cinque anni, passando dall’attuale 4% al 14% nel 2028.
Secondo il report, circa la metà delle organizzazioni (48%) sta pianificando o sviluppando attivamente delle strategie volte a sfruttare il potenziale delle tecnologie emergenti, come l’edge computing e l’AI generativa. Tuttavia, tecnologie consolidate come dati, analytics e cloud su larga scala saranno quelle che secondo le organizzazioni forniranno i vantaggi di business più incisivi nei prossimi cinque anni.
Solo negli ultimi cinque anni, l’implementazione delle tecnologie digitali ha permesso alle organizzazioni di ridurre i consumi energetici di quasi un quarto (24%) e di diminuire le emissioni di gas serra del 21%. Il report stima che entro il 2028 la percentuale di riduzione delle emissioni globali di gas serra ottenuta grazie all’uso delle tecnologie digitali supererà l’aumento delle emissioni previsto e attribuito al digitale.
La forza lavoro globale dovrà subire una trasformazione significativa per stare al passo con i progressi tecnologici su scala industriale. Il 64% delle organizzazioni sta già investendo nella riqualificazione del proprio organico, ma è necessario adottare strutture flessibili che consentano una rapida evoluzione.
“L’economia eco-digitale non ha niente in comune con i precedenti modelli di business, e la società sta sfruttando solo una frazione del potenziale complessivo che tecnologie mainstream come cloud, AI e automazione possiedono. Le organizzazioni dovranno fare leva sull’efficienza del loro core business, ottenuta grazie al digitale, al fine di sbloccare gli investimenti necessari per questa duplice transizione. Siamo alle porte di una nuova era di trasformazione e abbiamo solo iniziato a scoprire in che modo le tecnologie digitali possono dare un contributo per ottenere notevoli vantaggi a livello economico, ambientale e sociale”, commenta Raffaella Santoro, Managing Director di Capgemini Invent in Italia.