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Il cloud nello Spazio della Difesa italiana

Il progetto MILSCA vuole realizzare una architettura cloud distribuita su una costellazione di satelliti, unendo le competenze di Leonardo, Telespazio e Thales Alenia Space

Tecnologie

Lo Spazio è la nuova frontiera del cloud? Sempre più iniziative vanno proprio in questo senso e tra di esse si inserisce ora anche un progetto - Military Space Cloud Architecture, o MILSCA - che il Ministero della Difesa ha commissionato a Leonardo. Per la precisione, che la Direzione contrattuale TELEDIFE di Segredifesa ha assegnato a Leonardo, con la partecipazione delle joint venture Telespazio e Thales Alenia Space, nell’ambito del Piano Nazionale della Ricerca Militare.

L'idea di fondo di MILSCA è la stessa che altre nazioni stanno esplorando: realizzare una costellazione di satelliti, ciascuno dotato di adeguate componenti di storage e computing, che insieme costituiscano una infrastruttura cloud distribuita, in orbita. I suoi utenti dovrebbero essere le Forze Armate italiane e gli enti governativi. La logica è anche quella dell'edge computing: tutti i dati raccolti da un singolo satellite potrebbero essere elaborati a bordo, limitando le comunicazioni verso terra ai soli dati di sintesi o alle informazioni estratte dai dati raccolti.

Come spiega direttamente Leonardo, "disporre di un supercomputer e sistema di archivio cyber sicuri nello spazio potrà garantire agli utenti accesso a dati strategici (...) ovunque, anche nei luoghi più remoti, e in qualsiasi momento". Inoltre, un sistema cloud/edge progettato come MILSCA "riduce significativamente le tempistiche di elaborazione dei dati, processati direttamente in orbita, fornendo informazioni in tempo reale, facilitando così operazioni multi-dominio e multi-nazione". Infine, conservare direttamente in orbita i dati raccolti dai satelliti "rappresenterà anche un utile backup dei centri di Terra più esposti a calamità naturali".

Scendendo più nei dettagli tecnici, ciascuna satellite dello Space Cloud MILSCA dovrebbe nelle intenzioni poter conservare oltre 100 Terabyte di dati e avere una potenza di calcolo di almeno 250 Teraflop. Questa sarà dedicata ad algoritmi di calcolo e analisi basati ovviamente su funzioni di AI e machine learning. I satelliti dovrebbero poi avere la capacità di interfacciarsi fra loro e scambiare dati autonomamente. Trattandosi di un progetto per la Difesa, i satelliti devono essere "blindati" contro attacchi cyber.

Ovviamente l'idea non è quella di mandare in orbita una certa quantità di nuovi satelliti opportunamente carrozzati e provare poi a realizzare una rete. Lo Space Cloud sarà testato innanzitutto attraverso la realizzazione di un digital twin di tutta l'architettura, per poi passare più nello specifico alla creazione di un digital twin di dettaglio del singolo satellite.

La gestione dei digital twin e le simulazioni dei diversi scenari di applicazione dello Space Cloud saranno affidate al supercomputer davinci-1 di Leonardo. Tutte queste fasi di studio in digitale dovrebbero durare due anni ed essere poi seguite da un’ulteriore fase sperimentale con il dispiegamento in orbita di una costellazione di satelliti dimostrativi.

Lo Space Cloud MILSCA non è solo applicazioni militari, sottolinea comunque Leonardo. Può certamente supportare altre applicazioni della Space Economy come l'osservazione della Terra e il supporto alla navigazione satellitare. Più futuristicamente, potrebbe anche costituire una risorsa "vicina" per eventuali missioni di esplorazione spaziale verso la Luna e Marte.

Leonardo è ovviamente molto positiva sulla fattibilità del progetto MILSCA. Secondo Simone Ungaro, Chief Innovation Officer di Leonardo, “saremo i primi in Europa, a sviluppare un progetto di Space Cloud, dimostrando fattibilità e benefici derivanti dall’utilizzo di una architettura di questo tipo e abilitando un nuovo paradigma di cloud ed edge computing”.

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