I nuovi orizzonti dell’hybrid work e i riflessi sugli smart building e la sostenibilità: strategie e modelli per affrontare le sfide attuali e future
Parla di “digitalizzazione del real estate” Michele Dalmazzoni, Direttore Collaboration per Sud Europa, Francia e Israele di Cisco, nell’inquadrare lo scenario attuale della collaboration e del lavoro ibrido, in un discorso che si allarga ai temi degli smart building e della sostenibilità energetica, e che vede l'intelligenza artificiale giocare un ruolo sempre più incisivo, come dimostrato dalle corpose novità a Webex.
Premesso che “dal 2010 si è verificato il sorpasso delle città, dato che appunto dal 2010 più del 50% della popolazione mondiale risiede ormai negli agglomerati urbani, dove peraltro si trova il 90% della ricchezza del pianeta, è anche vero che le città sono sistemi complessi, e a livello di sostenibilità risulta che il 40% delle emissioni globali venga dagli edifici. Di questo 40%, il 70% è da imputare all’operatività, cioè per tutta la parte che riguarda riscaldamento, aria condizionata, illuminazione, mentre il restante 30% proviene dalle costruzioni”, Dalmazzoni fa notare che “il tema della sostenibilità ambientale è sempre più interconnesso con il digitale, in quanto la strada per abbattere le emissioni passa attraverso la digitalizzazione del real estate”.
Quest'ultimo rappresenta un tema rilevante, alla luce del fatto che “oggi ci troviamo di fronte a una rivoluzione nel settore real estate: il mercato smart building, quindi della tecnologia applicata ai building, nel 2022 era di 80 miliardi di dollari, ma nel 2023 era già salito a 97 miliardi di dollari, con una stima per il 2030 nell’ordine dei 408 miliardi di dollari”, sottolinea Dalmazzoni, citando anche una ricerca recente dalla quale è risultato che “il 91% delle aziende è disposto a pagare un prezzo premium per spazi tecnologicamente avanzati, e che l'80% delle aziende sta pianificando di aumentare il budget relativo alle tecnologie dei propri uffici, ma soprattutto l'AI viene ritenuta il maggiore game changer anche in ambito real estate da qui a tre anni”.
Ma il quadro della trasformazione in atto nel mondo degli uffici e del lavoro non è completo senza un altro elemento: “la 'battaglia' per i talenti, determinata anche dalla piramide demografica ormai inversa, che vede la forza lavoro assottigliarsi e le aziende competere sempre di più per attrarre i talenti”, prosegue Dalmazzoni, citando una ricerca condotta recentemente da Cisco dalla quale emerge che “sono molte le aziende che stanno chiedendo ai dipendenti di tornare in ufficio. Alcune lo stanno chiedendo full time, altre invece parlano di un paio di giorni alla settimana, ma un dato è costante in questo ritorno in ufficio: i dipendenti tornano, e trovano che gli uffici non sono pronti, perché nel 98% dei meeting c'è sempre un partecipante remoto, e se non c'è la tecnologia giusta per il lavoro ibrido, può nascere insoddisfazione”.
La sintesi, per Dalmazzoni, è chiara: “gli uffici devono diventare poli magnetici che attraggono le persone, perché sempre più le persone potranno decidere dove andare a lavorare, privilegiando sia la flessibilità sia luoghi significativi”. Non è quindi un caso se Cisco stessa sta trasformando i propri uffici: in Europa, il mese scorso sono stati rivisti quelli di Parigi, mentre tra maggio e giugno prossimi è prevista l'apertura di un nuovo ufficio a Milano che sarà in piazza Gae Aulenti, nel cuore del distretto tech del capoluogo meneghino. La parola d’ordine, in questi nuovi riallestimenti degli ambienti lavorativi, è quella di bilanciare al meglio le attività in presenza e quelle da remoto.
Entrando nel dettaglio della trasformazione in atto, Dalmazzoni spiega che “la rete rimane al centro di tutto: quella stessa rete che era considerata fondamentalmente un elemento per collegare inizialmente i computer e poi i device mobili, diventa oggi centrale per tutto ciò che riguarda l’ottimizzazione energetica, per gli analytics relativi a quello che succede nell'ufficio, per l'esperienza dei dipendenti, per offrire un monitoraggio in real time di ciò che accade per esempio sull'utilizzazione degli spazi, e non ultimo, per il benessere e la sicurezza delle persone”.
In sostanza, all’interno della trasformazione in atto negli ambienti di lavoro, la rete subisce una valorizzazione, anche grazie alle applicazioni PoE, Power over Ethernet, e alla sensoristica applicata agli spazi di lavoro, tramite il paradigma IoT applicato agli uffici. Questo, secondo Dalmazzoni, porta a “una concezione degli uffici, degli spazi e dei building in generale, non più come oggetti statici, inerti e un po' passivi, ma come un set di applicazioni programmabili, quindi estremamente flessibili e dinamiche. Tanto che, sempre di più, il valore al metro quadro di un edificio è determinato da questa sua capacità di essere un edificio smart”.
La tecnologia agevola questo trend: “oggi si parla sempre di più di ‘energy networking’, con gli switch Cisco Catalyst, nati per collegare i device tecnologici ma che sono ora in grado di ospitare tutto un set di servizi che vanno dall'illuminazione all'automazione legata a oggetti come le scrivanie, e tutto questo può essere direttamente connesso alla rete tramite PoE. Con un importante corollario in termini di maggiore efficienza nei consumi energetici: come noto, ogni volta che si infila una spina dentro una presa, avviene una conversione tra la corrente alternata e quella continua, dove ogni conversione comporta una dispersione, calcolabile in circa un 20% di perdita di energia. Se invece si ha uno scenario completamente di corrente continua, la conversione avviene solo una volta, in quanto tutto il resto è corrente continua di tipo Power over Ethernet, capace di ridurre gli sprechi di energia fino al 45%”.
Non solo: “nei casi più avanzati si ha anche la possibilità di sfruttare microgrid, cioè generatori di corrente continua, tipicamente pannelli solari. Utilizzando le superfici dei tetti degli edifici con tecnologie sempre più raffinate, si può addirittura arrivare a edifici ‘energy positive’, non più energivori ma produttori di energia”, anticipa Dalmazzoni.
Michele Dalmazzoni di Cisco
Tutto questo diventa possibile grazie “all'intelligenza artificiale e alla possibilità di integrarsi con i sistemi di building management system e di definire regole, tanto che anche i sistemi di videoconferenza stanno cambiando pelle”, prosegue Dalmazzoni, sottolineando che questi “non sono più semplici sistemi di videoconferenza, ma device IoT ricchissimi di sensori: i pannelli che si trovano nelle sale riunione e fuori, le telecamere Meraki, gli access point stessi sono sensori, che partecipano alla raccolta dei dati per l’ottimizzazione. Nell'ufficio di Parigi, di circa 6.000 mq, vi sono 8.000 data point che raccolgono dati che confluiscono nella nostra piattaforma IoT Cisco Spaces, che poi forniscono analytics e dati per il real estate e per l'HR. E questo è possibile applicando il paradigma dell'IoT”.
Quindi, sintetizza Dalmazzoni, il nuovo contesto della collaboration richiede elementi quali “sistemi di videoconferenza estremamente avanzati anche con intelligenza artificiale e PoE, piattaforma IoT di sensoristica e sistemi di domotica integrata: tutto questo porta valore per l'ufficio e per il building, facendo la differenza tra un edificio inerte tradizionale e un edificio estremamente innovativo. Cisco è l'unico player che ha un portfolio end-to-end completo: software, cloud, hardware e sensoristica estremamente completa, come quella di Meraki”.
Enrico Miolo di Cisco
Entrano nel vivo dell’offerta Enrico Miolo, Collaboration Leader di Cisco Italia, e Rosanna Dileo, Collaboration Sales Specialist di Cisco Italia, evidenziando in particolare la nuova strategia di Intelligenza artificiale applicata a Webex per migliorare le esperienze di comunicazione e collaboration. Presentata nello scorso ottobre, l’AI applicata a Webex utilizza le comunicazioni audio e video in tempo reale per garantire chiamate e riunioni cristalline anche in presenza di una scarsa larghezza di banda, ed è alla base anche di Webex AI Assistant, una novità che verrà implementata nell'intero portfolio: la suite Webex, i dispositivi Cisco Collaboration, Webex Contact Center, Webex Connect e Webex Control Hub.
Nel dettaglio, i nuovi modelli RMM (Real-Time Media Models) di Cisco integrati in Webex contribuiscono a migliorare la qualità audio e video, dato che sono in grado di ricevere più flussi multimediali e di produrre diversi output, come il riconoscimento di persone e oggetti così come l'analisi delle azioni, come i movimenti e i gesti. Gli RMM in Webex permettono inoltre di utilizzare i canali audio e video come segnali di contesto nelle funzionalità tradizionali basate sul testo, come i report e i punti salienti delle riunioni. Grazie a un’intelligenza artificiale che combina testo, audio e video, gli utenti Webex hanno a disposizione un'ampia serie di informazioni in tempo reale. In futuro Webex sarà in grado di riconoscere, per esempio, se un partecipante si è allontanato da una riunione e di acquisire le note della riunione per aggiornarlo al suo ritorno.
Inoltre, il nuovissimo Webex AI Assistant abilita un insieme di funzionalità per consentire alle persone di lavorare al meglio, così come all'IT di ridurre costi e lavoro, generando valore per l'azienda. Webex AI Assistant farà per esempio domande all’utente come "chiedimi della riunione" e alle quali sarà possibile rispondere digitando frasi come "aggiornami sui 15 minuti che ho perso nella riunione" o "aggiornami su tutte le riunioni che ho perso venerdì mentre ero in pausa" per generare risposte in tempo reale.
Di interesse la funzionalità Meeting Summaries, che permette di recuperare in tempo reale parti o intere riunioni perse, con un resoconto facilmente fruibile. I resoconti delle riunioni saranno organizzati in capitoli e punti salienti. Grazie ai capitoli, è possibile passare da un argomento all'altro, per esempio da una parte scritta della discussione a un breve video che riassume il contenuto di una riunione. Anche la funzionalità Message Summaries permette di essere sempre informati, riassumendo i messaggi non letti o il contenuto degli spazi di lavoro. I riepiloghi sono personalizzabili, per cui un utente può chiedere all'assistente AI di Webex di riassumere i messaggi del proprio capo in uno spazio che contiene messaggi di più persone, per esempio. Webex AI Assistant, conclude l’azienda, è già integrato in modo nativo nei dispositivi Cisco Collaboration e sarà esteso a tutto il portafoglio Webex.