A livello globale si prevede che le skill necessarie cambieranno del 51% entro il 2030 (dal 2016) - la crescita dell'IA generativa dovrebbe accelerare questo cambiamento fino al 68%.
Mentre i leader aziendali riconoscono che i loro dipendenti avranno bisogno di nuove skill per lavorare con l'IA, il 39% di quelli italiani sta aiutando la propria forza lavoro ad acquisire competenze in materia di IA, secondo una nuova ricerca di LinkedIn. Questa tendenza si riflette in gran parte d'Europa, con poco più di un terzo dei dirigenti d'azienda nei Paesi Bassi (36%) e in Francia (38%) che stanno adottando misure per incrementare l'alfabetizzazione all'IA della propria forza lavoro.
Con il rapido progredire dell'intelligenza artificiale, contribuire allo sviluppo di nuove competenze da parte dei dipendenti è diventato fondamentale per l'azienda. Secondo i dati LinkedIn, le competenze necessarie per i lavori a livello globale dovrebbero cambiare del 51% entro il 2030 (dal 2016), e si prevede che l'ascesa dell'IA generativa accelererà questo cambiamento fino al 68%. In Italia, il 67% degli hiring manager prevede un aumento del divario di competenze nei prossimi cinque anni, sottolineando la necessità per le aziende di dare priorità allo sviluppo delle skill se vogliono sfruttare le opportunità offerte dall'IA.
Anche i professionisti sono desiderosi di rafforzare la propria conoscenza in materia di intelligenza artificiale: l'89% in Italia afferma di essere entusiasta di utilizzarla nel proprio lavoro e il 79% ritiene che possa contribuire all'avanzamento della propria carriera.
Lo sviluppo delle skill è fondamentale anche per la mobilità interna e la retention dei talenti. A livello europeo, 9 aziende su 10 sono preoccupate per la "fidelizzazione" dei dipendenti e il 39% degli hiring manager italiani prevede un aumento del turnover dei dipendenti nel 2024.
La mobilità interna - il passaggio dei dipendenti a nuove opportunità di carriera all'interno di un'azienda - è considerata uno dei modi migliori per trattenere i talenti, ma molte aziende hanno difficoltà ad attuarla. La ricerca di LinkedIn rileva che le tre principali barriere alla mobilità interna comprendono la mancanza di opportunità di apprendimento e sviluppo per trasformare le carriere (24%), la mancanza di un processo efficace per la gestione della mobilità interna (21%) e il fenomeno dell' “accaparramento” dei talenti (20%).
Marcello Albergoni, Country Manager Italia, ha dichiarato: "A poco più di un anno dalla diffusione dell'IA generativa, le aziende stanno iniziando a investire nella formazione dei propri dipendenti per sfruttare al meglio questa tecnologia. Sono proprio queste imprese lungimiranti ad avere un vantaggio sulla concorrenza. Le aziende non possono permettersi di tardare nell'aggiornamento professionale se vogliono cogliere le opportunità offerte dall'IA e avere successo in un mondo del lavoro in continua evoluzione. L'aggiornamento dei dipendenti in materia di hard e soft skill non solo aiuterà le aziende a diventare più agili, ma migliorerà anche la fidelizzazione e renderà più facile passare a nuove carriere all'interno dell'organizzazione. Le imprese che riusciranno a raggiungere questo obiettivo beneficeranno del fatto di avere una forza lavoro con le competenze giuste, nei ruoli giusti e al momento giusto. Tuttavia, per avere successo, le aziende dovranno anche coltivare una cultura dell'apprendimento continuo - segnalando i ruoli interni, incoraggiando i dipendenti a considerare la loro prossima mossa e aiutandoli a individuare le competenze necessarie per accedere a nuovi ruoli".