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MWC 2024: Ericsson e il nuovo business delle Telco

Cloudification e nuove tecnologie permettono alle Telco di offrire direttamente servizi innovativi, aiutando anche l'andamento dei loro investimenti

Tecnologie

L'evoluzione delle reti di telecomunicazioni verso l'adozione delle tecnologie di derivazione cloud viene spesso associata alla ricerca di efficienza ed elasticità. Ma uno degli obiettivi che le Telco si sono date è anche realizzare reti programmabili, in cui l'elasticità non sia legata solo al funzionamento generico delle reti stesse ma in particolare alla possibilità di collegare strettamente, e dinamicamente, applicazioni e infrastruttura sottostante.

Le reti programmabili sono, in questo senso, la base tecnologica per nuovi modelli di business delle Telco, modelli che si sono cominciati a delineare agli albori del 5G ma che solo ora vediamo concretizzati davvero su scala adeguata. "Le reti programmabili - spiega Andrea Spaccapietra, Head of Cloud, Software and Services di Ericsson Sud Est Mediterraneo ed Eurasia - consentono agli operatori di trasmettere il valore delle caratteristiche delle loro reti di telecomunicazione alla comunità degli sviluppatori di applicazioni e di servizi, che ora possono sfruttare tali caratteristiche nelle comunicazioni tradizionali ma soprattutto per servizi realmente innovativi".

Un esempio calzante di queste nuove possibilità riguarda le ormai banali - nella percezione di chi le usa, non tecnicamente - app per prenotare i taxi o altri servizi analoghi. Se ad un certo punto vogliamo parlare l'autista del taxi, lo facciamo senza conoscere il suo numero telefonico e lui il nostro: basta l'account dell'app-servizio che stiamo usando. Dietro c'è (anche) un operatore di telefonia mobile che abilita tutto questo, ma è trasparente. La capacità di comunicazione della rete mobile viene sfruttata in modo dinamico dalle applicazioni, che interagiscono con la rete stessa via API.

Questa interazione dinamica tra software e rete cambia il paradigma storico del business delle Telco, e apre loro una nuova prospettiva. "Sinora gli operatori di telecomunicazioni di fatto non hanno catturato il valore di un'economia che è cresciuta usando le loro reti, in particolare quelle mobili... Adesso hanno l'opportunità di farlo, sia perché le reti 5G hanno caratteristiche di latenza e performance tali da consentire usi applicativi finora impossibili, sia perché le Telco possono rendere disponibili queste caratteristiche in modo selettivo, tramite API, a chi le voglia usare. Ovviamente facendosele pagare", spiega Spaccapietra.

A dimostrare quanto le cose siano migliorate in questi anni sono diversi progetti - alcuni basati su tecnologia Ericsson - legati all'intrattenimento. La combinazione di multimedialità, realtà aumentata e banda on demand negli stadi è stata a lungo uno dei casi d'uso simbolo del 5G, oggi alcuni operatori stanno effettivamente lanciando servizi che seguono questo approccio. In generale, l'idea è sfruttare le caratteristiche del 5G per portare contenuti ed esperienze personalizzate al singolo spettatore.

Tutto ovviamente passa attraverso app mobili sviluppate ad hoc, che interagiscono in modo mirato e opportuno con la rete 5G di un operatore. Per il quale, a questo punto, "i modelli di business praticabili sono di molti tipi", spiega Spaccapietra: "Può essere l'operatore stesso che fornisce il servizio completo, può essere qualcuno che ha sviluppato l'app e quindi condivide con l'operatore una parte dei guadagni... In ogni caso le Telco hanno ora l'opportunità di intercettare una catena del valore che sinora era passata sopra la loro testa".

Non sarebbe la prima volta che le Telco cercano di fare anche i fornitori di servizi a valore aggiunto, direttamente "sopra" le proprie reti. È accaduto anche al debutto del 3G e poi di LTE, e in pochi casi è andata davvero bene. Ora però, secondo Spaccapietra, gli operatori di telecomunicazioni hanno imparato la lezione: "A mio avviso gli operatori hanno capito che ci sono le opportunità pe monetizzare le caratteristiche delle loro reti, ma anche che in questo una delle maggiori barriere può essere la loro capacità di vendere nuove soluzioni ad attori, ad esempio le industrie, con cui devono usare un linguaggio diverso dal solito".

Alle Telco si chiede cioè una nuova proposizione sul mercato che non si basa più sulle caratteristiche tecnologiche della loro rete e delle offerte di connettività, ma che traduca immediatamente questi elementi in benefici pratici percepiti dai clienti potenziali. Altra novità per molti operatori: oggi è indispensabile ragionare in una logica di ecosistema. Una soluzione è fatta di molti tasselli hardware e software in cui la connettività è una parte importante ma non certo l'unica.

Le Telco più importanti e innovative questo approccio lo stanno mettendo in pratica già da qualche tempo. "Alcuni operatori - spiega Spaccapietra - hanno fatto evolvere le loro competenze e sono diventati dei veri e propri system integrator che creano e guidano un proprio ecosistema, coordinandone i diversi attori... Gli operatori più frontrunner, quindi gli innovatori, hanno anche creato divisioni di innovazione ad hoc, proprio perché hanno riconosciuto la necessità di avere competenze diverse e di lavorare con un ciclo di sviluppo dell'idea, di un prodotto, più agile".

Queste dinamiche le potremo vedere in azione anche in Italia, ad esempio puntando sul Giubileo del prossimo anno come vetrina per diverse applicazioni innovative legate al 5G. Gli operatori nazionali stanno investendo, conferma Spaccapietra: "Stiamo parlando con tanti attori diversi e si percepisce la volontà di mettere insieme intorno a un tavolo tutti gli attori interessati, di diversi settori". Certo tutto questo funziona sulla base di una modernizzazione delle infrastrutture, il che richiede investimenti. E questi non sono mai una questione banale.

"Gli operatori in Italia si stanno muovendo - spiega Spaccapietra - per introdurre le nuove tecnologie, chiaramente con la necessità anche di modulare gli investimenti in modo oculato. Anche per questo proponiamo casi applicativi del 5G che non richiedono una copertura del 5G a tappeto, ma possono beneficiare di investimenti in aree mirate". Sport ed intrattenimento sono forse i casi più immediati, e sperimentati, in cui una copertura parziale 5G permette comunque l'erogazione di servizi innovativi. Ma c'è anche altro, a partire dalla logistica.

"I casi applicativi localizzati in aree mirate permettono di conciliare bene fra loro disponibilità di banda e copertura", spiega Spaccapietra: "I porti ad esempio sono un caso classico: in Italia abbiamo portato avanti una sperimentazione per il Porto di Livorno, qualche mese fa Ericsson e Orange hanno chiuso un grosso contratto per la copertura del porto di Barcellona... Sono esempi ideali di un possibile modello di sviluppo in cui un operatore si concentra su un'area ben definta, coinvolge una serie di attori che possono beneficiare di nuovi servizi, può avere un ritorno immediato degli investimenti che aiuta a finanziare ulteriori espansioni della rete".

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