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Il caso mondiale del Polo Strategico Nazionale all'Oracle CloudWorld

Dopo mesi di “sussurri” finalmente si racconta la storia di un progetto di eccellenza mondiale per Oracle.

Cloud

L’Italia è l’unico Paese dell’Unione Europea a ospitare una tappa dell’Oracle CloudWorld Tour 2024. Dopo la giornata dedicata ai partner di canale, sempre più strategici per l’offerta Oracle Alloy, la successiva è tutta per i clienti. Tra questi, il Polo Strategico Nazionale era sicuramente il più atteso.

Dopo circa tre anni dai primi vagiti, la struttura partecipata da Tim, Leonardo, CDP Equity e Sogei, esce allo scoperto e, per bocca del Chief Technology and Information Officer Paolo Trevisan, racconta a Carlota Alvarez Pedreira, Country Manager di Oracle Italia, una storia che si potrebbe definire unica al mondo.

Come ormai si sa, il PSN è una società privata, partecipata parzialmente dal Pubblico, con la missione di accompagnare la PA italiana verso la migrazione al cloud, dove per PA si intende un portfolio decisamente vasto, dell’ordine di decine di migliaia di entità, poiché comprende, oltre alle Pubbliche Amministrazioni, la Sanità, la Difesa e l’Istruzione, tra gli altri. Attualmente, dichiara Trevisan, 235 sono i contratti sottoscritti, 312 gli enti in fase di contrattualizzazione che godranno dei 900 milioni di euro messi a disposizione del PNRR, e 280 è la cifra di contratti che si prevede di chiudere entro il 2026.

Un prodotto modificato su richiesta del cliente

Dopo uno studio lungo e faticoso, PSN ha scelto Oracle come fornitore dell’architettura basata su data center Tim. È stato un parto complesso, e qui entra in gioco l’esclusività del progetto, perché inizialmente Oracle Alloy, l’architettura cloud proposta, non soddisfaceva pienamente il cliente. Così, il management italiano di Oracle ha convinto i team di sviluppo corporate a rivedere (notevolmente) il prodotto Alloy. Negli States mettono mano al codice e realizzano la prima Open Dedicated Region Cloud at Customer europea – dunque un’architettura applicativa su cloud e struttura dedicati, in questo caso di Tim per PSN.

Una Region realizzata per soddisfare principi di compliance e soprattutto di sovranità del dato, indipendente e scollegata dalle altre Region Oracle che continuano a proliferare in Europa e nel Mondo. Una struttura interamente gestita da PSN che vuole rappresentare il motore di elaborazione dei dati delle PA contrattualizzate da PSN, con notevoli standard di sicurezza, latenza minima garantita e massima libertà di personalizzazione.

Nell’Unione Europea – afferma Alfredo Nulli, Cloud Portfolio and CoE di Timnessun Paese è ancora arrivato al compimento di un progetto simile”. Un progetto altamente referenziabile a livello mondiale, dunque, che presenta la particolarità di aver modificato un’offerta già disponibile a seguito di precise richieste di un fornitore locale di tecnologia di un “piccolo” Paese, come si configurerebbe PSN agli occhi degli Americani. Oracle ha contribuito così a trasformare il Polo in un fornitore di servizi PSN Managed di cloud pubblico, privato e ibrido alle PA che accetteranno le sue condizioni economiche.

Oracle Alloy per la massima libertà di scelta

Oracle Alloy rappresenta molto bene la visione “libertaria” del cloud di Oracle. Il colosso, arrivato nell’arena degli hyperscaler un tantino in ritardo, ha saputo proporre un’offerta differenziante, grazie alla capacità di ascolto dei segnali del mercato, come il rallentamento del cloud pubblico e la necessità di sovranità, e soprattutto di quelli dei clienti. E, visti i dati di fatturato e la scalata alla classifica degli hyperscaler, sembra che la strategia funzioni. Anche a sentire le aziende clienti tutte presenti all’Oracle CloudWorld 2024 di Milano, da Bper a Enel, da Ferrovie Nord a Reale Mutua e Giochi Preziosi, solo per citarne qualcuno.

Per definizione, Oracle Alloy è una piattaforma di infrastruttura per il cloud distribuito che permette ai partner, come PSN, di diventare fornitori di servizi cloud. I partner hanno il totale controllo su Oracle Alloy e possono personalizzarlo ed estenderlo per soddisfare esigenze di mercato specifiche. Così, i partner gestiscono Oracle Alloy in modo indipendente nei propri data center e controllano interamente le sue operations.

Fin da subito – spiega Michele Porcu, Vicepresidente di Oracle EmeaOracle ha voluto disegnare un’offerta cloud pensata per ambienti mission critical, che fosse quindi capace di garantire performance, resilienza, sicurezza e ottimizzazione dei costi. Il nostro è un cloud distribuito totalmente indipendente dal luogo fisico, e che lascia al cliente la massima libertà di movimento e di scelta della tipologia di cloud”.

In definitiva, parliamo di un cloud distribuito su 48 Region in 24 Paesi, di cui 13 nell’Unione Europea, che serve 24mila clienti, in cui è possibile erogare più di 120 servizi applicativi per ogni esigenza e con un pricing uguale in tutto il Mondo. L’offerta Oracle può essere anche multicloud e poggiarsi su infrastrutture fisiche di altri. È questo il senso del recente accordo con Microsoft Azure – che garantisce la colocation con rete dedicata a bassissima latenza – per Oracle Database@Azure. Le strutture annunciate a questo proposito sono tre, una in arrivo a Milano.

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