Solo nel 2026 si eviteranno 107 mila tonnellate di CO2, salvando oltre 70 mila alberi.
La Posta Elettronica Certificata introdotta in Italia nel 2005 continua a generare sensibili benefici in termini di sostenibilità, economica ed ambientale. Si attestano infatti a circa 3,5 miliardi di euro i benefici economici derivanti dal suo impiego nel periodo 2008-2022, sulla base di una serie di criteri che misurano gli effetti della sostituzione della tradizionale raccomandata cartacea con l’equivalente digitale.
È quanto emerge dallo studio di IDC ‘Benefici e opportunità della PEC: pilastro dei servizi digitali fiduciari del futuro’ realizzato in collaborazione con Aruba, InfoCert-Tinexta Group e TIM Enterprise attraverso Trust Technologies (società del Gruppo TIM - partecipata al 100% da Olivetti - per le soluzioni di identità digitale). La PEC produrrà, inoltre, ulteriori 2,5 miliardi di euro di benefici economici tra il 2023 e il 2026, di cui circa 650 milioni nel solo 2026. Anno in cui saranno circa 20 milioni le caselle PEC attive, che genereranno quasi 3 miliardi e mezzo di messaggi certificati.
Si stima che l’utilizzo della PEC nel 2026 ridurrà significativamente gli spostamenti verso uffici postali, uffici pubblici e sedi di aziende generati dall’invio di una raccomandata tradizionale, evitando 349 milioni di chilometri di tragitti superflui (+35,8% rispetto al dato 2022), con un risparmio di 107 mila tonnellate di CO2 emesse. Lo spazio di archiviazione si ridurrà di 1,7 milioni di metri quadrati e, grazie al minore utilizzo di carta, saranno salvati oltre 70 mila alberi.
La PEC è il mezzo di notifica a valore legale maggiormente diffuso in Europa. In base ai dati ufficiali di AgID, nel 2022 nel nostro Paese risultavano attive circa 15 milioni di caselle PEC e i messaggi scambiati nell’anno sono stati superiori a 2,5 miliardi.