Secondo un report di Deloitte, il 76% degli intervistati vorrebbe che la propria organizzazione li aiutasse a immaginare come utilizzare le proprie competenze distintamente umane in un futuro high tech – un processo di formazione e di reskilling che, finora, è stato intrapreso solo dal 43% delle organizzazioni.
I nuovi modelli di misurazione delle performance, l’importanza della fiducia nella relazione tra organizzazione e professionisti, l’ingresso dell’AI in ufficio e il ruolo delle microculture aziendali. Sono questi alcuni dei trend che emergono dall’edizione 2024 del report di Deloitte “Human Capital Trends”, uno studio globale condotto dal network su oltre 14 mila intervistati in 95 Paesi.
«Il report di quest’anno introduce il concetto di Human Performance, ovvero il circolo virtuoso di valore umano e di business che si rafforzano a vicenda. Sono le persone che oggi fanno davvero progredire le organizzazioni», afferma Alessandro Ghilarducci, Human Capital Leader di Deloitte Consulting. «Mentre le organizzazioni cercano di plasmare e adattarsi al futuro del lavoro in rapida evoluzione, dare priorità alle Human Performance sarà quindi la chiave per costruire un'organizzazione in grado di prosperare oggi e domani. Dando priorità alle Human Performance piuttosto che alla produttività intesa in senso “tradizionale” è infatti possibile migliorare l’ingaggio, la creatività, l’innovazione, il benessere e i risultati di tutta l’organizzazione».
All’orizzonte nuovi modelli di misurazione della performance
«I confini che un tempo definivano come, dove e perché lavoriamo, dunque, sono cambiati e non possiamo più misurare la produttività e la performance come facevamo in passato», afferma Ghilarducci. A questo proposito, solo il 17% degli intervistati da Deloitte afferma che la propria organizzazione è molto o estremamente efficace nel misurare il valore aggiunto generato dalle persone, mentre il 53% afferma che la propria organizzazione si trova all’inizio di questo percorso. Per quanto riguarda gli intervistati italiani, il 41% concorda sul fatto che la propria organizzazione stia migliorando su questo argomento e stia mettendo in campo sforzi concreti.
L’importanza della fiducia sul lavoro: per gli italiani è fondamentale
Diverse tendenze oggi possono mettere a rischio il rapporto di fiducia tra organizzazione e dipendenti: l'aumento della disinformazione, le turbolenze legate all'outsourcing, le fusioni, il ridimensionamento, la trasformazione digitale, il ritorno in ufficio. Se a questo si aggiunge l'incertezza dell'ambiente attuale e l'ascesa dell'IA generativa, la fiducia della forza lavoro diventa ancora più importante. In Italia, in particolare, il tema della fiducia è molto sentito: l’87% degli intervistati ha affermato che una maggiore attenzione alla fiducia e alla trasparenza tra lavoratori e organizzazione è molto (31,82%) o di fondamentale importanza (55,68%).
L’Intelligenza Artificiale in ufficio: come integrare le capacità umane e quelle delle macchine
Una delle nuove sfide per le aziende è proprio l’introduzione dell’Intelligenza Artificiale “in ufficio”, un’innovazione tecnologica dirompente che sta spingendo le organizzazioni a riflettere su come integrare le capacità umane e quelle delle macchine in modo nuovo. E se trovare un bilanciamento ottimale tra le due componenti non è affatto banale, oggi il 67% dei partecipanti italiani alla survey pensa che i benefici dell’AI supereranno le criticità. Allo stesso tempo, il 76% degli intervistati vorrebbe che la propria organizzazione li aiutasse a immaginare come utilizzare le proprie competenze distintamente umane in un futuro high tech – un processo di formazione e di reskilling che, finora, è stato intrapreso solo dal 43% delle organizzazioni.
«La collaborazione tra uomo e tecnologia è una delle frontiere più interessanti del mondo del lavoro. Le organizzazioni che stanno introducendo l’intelligenza artificiale incoraggiano la creatività e la curiosità dei propri lavoratori. Consentendo ai dipendenti di sperimentare nuovi strumenti e di esplorare il potenziale dell’innovazione tecnologica, possiamo ottenere risultati aziendali migliori basati sull’integrazione tra competenze umane e competenze abilitate dalla tecnologia», afferma Alessandro Ghilarducci.
Competenze high tech: meno timori sull’AI tra chi la usa spesso
Come emerge anche dalla GenZ e Millennial Survey 2024 di Deloitte, mentre il 75% delle organizzazioni a livello globale intende accelerare l'uso dell’AI nei prossimi 5 anni, solo il 13% dei lavoratori ha ricevuto formazione sulle competenze relative all’AI nell'ultimo anno. D’altra parte, dalla stessa ricerca emerge con chiarezza che conoscere meglio e utilizzare la GenAI porta a minor preoccupazione e maggiore consapevolezza circa i benefici che può avere nel mondo del lavoro. Tra gli utilizzatori della GenAI, inoltre, l’80% dei GenZ e l’84% dei Millennial concordano sul fatto che questa avrà un effetto migliorativo sul work-life balance. Il 79% della GenZ e l’86% dei Millennial, poi, pensa che l’AI migliorerà il modo in cui lavora.
Organizzazioni complesse e “microculture”: come valorizzare le diversità interne
Tenere conto dei diversi modi in cui il lavoro viene svolto nei diversi team, funzioni e aree geografiche è sempre più importante per le organizzazioni. A questo proposito, è significativa la percentuale (73%) dei leader secondo i quali la cultura può essere differente per singoli team o gruppi di lavoro. Queste differenze vengono considerate come molto importanti da più del 70% dei lavoratori intervistati, in quanto determinano il modo di lavorare quotidiano. Non a caso, il 73% dei lavoratori che ha lasciato la propria organizzazione dichiara di averlo fatto per mancanza di un allineamento culturale.