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Palo Alto Networks: l’AI accelera lo sviluppo di app nel cloud, ma con rischi per la sicurezza

Il report The State of Cloud Native Security 2024 analizza l’attuale panorama della sicurezza cloud, tra percezioni e realtà

Sicurezza

Sono interessanti le risultanze del report "The State of Cloud Native Security 2024" di Palo Alto Networks, che analizza le principali sfide e preoccupazioni espresse dai professionisti della sicurezza e cerca di delineare le strategie per affrontarle in modo efficace.

Mentre sviluppo agile, software open-source e tecnologie cloud-native hanno guadagnato terreno nel 2023, gli attacchi che mirano al livello applicativo sono diventati un trend consolidato. L’ecosistema cloud nativo ha dovuto affrontare attacchi alla supply chain, evidenziando la prevalenza di vulnerabilità importanti nel software open-source e nelle librerie di terze parti. I dati del mondo reale analizzati dal team Unit 42 di Palo Alto Networks hanno confermato questo quadro, identificando il cloud come la superficie di attacco principale, con l’80% delle esposizioni medie, elevate e critiche rilevate in risorse ospitate nel cloud.

Dal report, che ha coinvolto oltre 2.800 professionisti della sicurezza cloud e DevOps in dieci Paesi, è emerso inoltre che più di 2 professionisti della sicurezza su 5 (43%) prevedono che le minacce alimentate da intelligenza artificiale eluderanno le tecniche di rilevamento tradizionali per diventare un vettore di minacce ancora più comune; il 64% dei professionisti della sicurezza ha registrato un aumento delle violazioni dei dati; il 92% attribuisce l’inefficienza di sviluppo e distribuzione a un conflitto di priorità tra i team DevOps e SecOps; e il 47% prevede che gli attacchi alla supply chain alimentati da intelligenza artificiale comprometteranno i componenti software o i servizi cloud per l’accesso.

È anche interessante notare come il 100% degli intervistati, una risposta per la prima volta unanime, sta utilizzando l’intelligenza artificiale come supporto per lo sviluppo applicativo. Tuttavia, la preoccupazione numero uno per la sicurezza cloud è rappresentata da vulnerabilità ed exploit imprevisti introdotti dal codice generato dall’intelligenza artificiale. Inoltre, il consolidamento continua: gli intervistati utilizzano in media 16 strumenti di sicurezza per il cloud, da parte di 14 fornitori diversi. Il 91% afferma che il numero di tool utilizzati crea punti ciechi che influiscono sulla loro capacità di dare priorità ai rischi e prevenire le minacce. Va anche detto che il 62% dei professionisti della sicurezza desidera soluzioni di protezioni facili da usare, e un intervistato su tre cita i rapidi cambiamenti tecnologici come il principale ostacolo che contribuisce all’espansione della superficie di attacco, mentre, a sottolineare i rischi associati all’accelerazione del time-to-market, il 71% attribuisce le vulnerabilità di sicurezza a implementazioni velocizzate, sottolineando la tensione tra la necessità di uno sviluppo rapido e l’imperativo di mantenere la protezione.


Per quanto riguarda i principali problemi di sicurezza cloud, i risultati dell’indagine ritraggono una comunità globale estremamente consapevole delle molteplici minacce cui sono esposti gli ambienti cloud. Tra le preoccupazioni per la sicurezza cloud, al primo posto si collocano vulnerabilità ed exploit imprevisti introdotti dal codice generato dall’intelligenza artificiale (44%), rischi API (43%) e attacchi alimentati dall’AI (38%), seguiti da minacce universali poste da una gestione inadeguata degli accessi e dai rischi insider. Più in generale, le preoccupazioni sono molteplici e di vasta portata.

Il 98% delle aziende archivia dati sensibili in più luoghi distinti (server on-premise, cloud pubblico, applicazioni SaaS con storage locale, cloud privati ospitati da terze parti) e sugli endpoint, trovandosi per questo ad affrontare sfide per la sicurezza ancora più elevate. I team di sicurezza (90%) hanno bisogno di maggiore automazione per la prioritizzazione dei rischi e il 92% concorda sul fatto che la sicurezza cloud abbia bisogno di maggiore visibilità e della capacità di prioritizzare i rischi a fronte di una formazione minima. La facilità d’uso, infatti, è il fattore più importante nella scelta di una soluzione per il 52% delle aziende.

Per quanto riguarda le priorità per quest’anno, il 100% delle aziende intende ottenere visibilità sull’intera pipeline per le implementazioni di AI, che comprende set di dati contenenti informazioni sensibili e il contesto desumibile. Quasi tutte le imprese (99%) definiranno politiche e garantiranno che l’accesso ai modelli e servizi di AI sia concesso in base alla necessità di conoscere, e il 98% prevede di creare un inventario dei modelli di AI e di applicazioni assistite da GenAI implementati.

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