Un recente sondaggio condotto da Michael Page su circa 4.000 lavoratori evidenzia una situazione da non sottovalutare: il 60% dei partecipanti ha dichiarato di essere a rischio burnout e il 51% considera di dare le dimissioni.
Il 60% dei lavoratori trova il proprio lavoro stressante, il 51% ha considerato l'idea di lasciarlo a causa delle richieste troppo opprimenti e 1 professionista su 3 accetterebbe uno stipendio inferiore se il nuovo ruolo garantisse maggiore serenità. Sono questi i primi dati che emergono da un sondaggio condotto da Michael Page – società leader, a livello globale, nel settore del recruitment di professionisti altamente qualificati e manager – su 3854 professionisti occupati e in cerca di lavoro.
Cause dello stress lavorativo e soluzioni proposte. Secondo i partecipanti al sondaggio, le principali cause di stress sono:
- La mancanza di riconoscimento per il proprio valore (42%)
- I carichi di lavoro eccessivi (31%)
- La difficoltà a conciliare vita professionale e privata (24%)
“È evidente – precisa Francesca Caricchia, Senior Executive Director di PageGroup – quanto la flessibilità, la tutela del benessere delle persone (che si concretizza anche nel gestire al meglio i carichi di lavoro) e il dialogo continuo debbano essere al centro di ogni strategia di talent attraction e di talent retention”.
- Riconoscere il lavoro delle persone. La mancanza di riconoscimento è una delle cause di stress per 1 dipendente su 4. È fondamentale, quindi, riconoscere il lavoro ed i successi ottenuti dal team, celebrando le migliori performance mostrando apprezzamento per il lavoro svolto dal team.
- Alleviare il carico di lavoro. Identificare le aree in cui è possibile semplificare i processi, eliminare riunioni inutili e dare respiro alla forza lavoro è il primo passo per ridurre lo stress da troppo lavoro. Potrebbe essere utile anche considerare l’implementazione di una settimana lavorativa di 4 giorni, che ha mostrato risultati promettenti in recenti test in Europa, che hanno evidenziato come i dipendenti siano meno stressati, sia migliorata la salute mentale e non ci siano state ripercussioni sul livello di produttività.
- L'equilibrio lavoro-vita privata è una priorità. Il 60% dei dipendenti trova meno stressante lavorare da remoto rispetto all'ufficio. Offrire opzioni di lavoro flessibile o remoto può quindi fare una grande differenza laddove implementabile. Tuttavia, è importante garantire supporto continuo e valutare regolarmente i livelli di stress per evitare che i dipendenti si sentano isolati. Non sempre lavorare da casa mette sempre le persone a proprio agio. Meeting regolari, ad esempio, sono vitali per valutare i livelli di stress, gestire i carichi di lavoro e assicurarsi che le persone non si sentano isolati o sopraffatti.
- Avere sempre un dialogo aperto. Verificare costantemente la salute emotiva dei team è essenziale. Parlare apertamente dei carichi di lavoro, degli obiettivi e delle scadenze, e raccogliere feedback anonimi, può aiutare a mantenere un ambiente di lavoro sano.
“Per ridurre lo stress lavorativo – conclude Francesca Caricchia – non è necessario stravolgere completamente i processi. Spesso, piccoli cambiamenti possono fare una grande differenza, migliorando la vita dei dipendenti e creando una cultura organizzativa più sana. Nonostante ciò, esiste ancora un divario tra le esigenze dei dipendenti e ciò che le aziende offrono. Solo il 10% dei partecipanti al sondaggio ha ricevuto un supporto concreto. Mentre alcune aziende stanno già implementando programmi di assistenza e raccolta feedback, il percorso è ancora lungo. È fondamentale mettere il benessere e la salute dei lavoratori al primo posto, perché molti stanno pensando di cambiare lavoro per evitare il burnout, con un impatto significativo anche sulle aziende”.
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