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Finanza.tech: il Fintech italiano va veloce

Le complessità del mondo Finance possono essere semplificate grazie alle nuove tecnologie, spiega la Fintech italiana. Con vantaggi per tutto il sistema-Paese.

Trasformazione Digitale

Nella descrizione che fa di sé stessa sul proprio sito web, Finanza.tech ha messo in evidenza una frase - "rendiamo semplice il complesso" - che sembra banale ma che è invece significativa della natura dell'azienda. Finanza.tech è una fintech company tutta italiana che da qualche anno sta cercando di semplificare, grazie alla digitalizzazione ed all'AI in particolare, diversi aspetti della vita finanziaria delle imprese. Specie aspetti che, nella loro versione tradizionale, appaiono talmente complicati da scoraggiare molte imprese ad affrontarli al meglio.

Finanza.tech nasce formalmente nel 2018 ma già da qualche anno prima, precisamente dal 2012, il suo team originario aveva affrontato il tema della intermediazione finanziaria, partendo dall'assunto che le tecnologie di data analytics e di machine learning potevano aiutare le piccole e medie imprese ad accedere meglio al mercato dei capitali.

Parliamo di un mercato che, lo sanno bene le imprese, va lungamente "navigato" per capire quali prodotti finanziari vanno bene per le esigenze in quel momento della propria impresa. La quale poi deve dimostrare quasi sempre la propria affidabilità, sperando nella bontà di decisioni delle controparti che spesso sembrano più di pancia che basate su elementi quantitativi. Uno scenario non piacevole per le imprese ma che, dal punto di vista tecnologico, presenta interessanti opportunità di miglioramento.

Arsenio Siani, Chief Technology Officer di Finanza.tech

"Tutte le aziende Fintech - spiega Arsenio Siani, Chief Technology Officer di Finanza.tech - puntano ad usare il più possibile la tecnologia per migliorare tutti i processi finanziari. Nel nostro caso ci siamo trovati davanti a quella che potremmo definire come una 'discrasia informativa': le informazioni per ridurre tempi ed errori nell'intermediazione ci sono, ma passa troppo tempo tra quando vengono generate a quando sono effettivamente utilizzabili dalle imprese".

Un percorso di crescita

Eliminare questo gap è stato uno dei principali obiettivi che Finanza.tech si è posta. Puntando da un lato sul raccogliere il maggior numero di dati possibili sulle imprese e sulle caratteristiche dei prodotti finanziari potenzialmente di loro interesse e, dall'altro, sullo sviluppare modelli prima statistici e poi di AI che sfruttassero questi dati. Parliamo di 2-3 mila data point per ciascuna impresa e di qualche centinaio per il singolo prodotto.

Nell'intermediazione finanziaria, spiega Siani, il valore aggiunto offerto da Finanza.tech sta nell'identificare la combinazione ideale tra lo specifico bisogno di una impresa e lo strumento che lo soddisfa nel modo più puntuale. "Identificare perfettamente il tipo di operazione e l'investor giusto per un'azienda significa darle la massima probabilità di chiudere un deal", sottolinea il CTO. E se l'accordo viene effettivamente definito, Finanza.tech riceve la sua commissione.

Il passo successivo per Finanza.tech è stato duplice. Il più appariscente è stato trasformarsi in una piattaforma: "tutti i tool interni che usavamo - racconta Siani - li abbiamo esposti al pubblico, mettendo quindi a disposizione non solo i dati di sintesi delle nostre elaborazioni ed analisi ma anche gli strumenti per farle direttamente". Anche se, ovviamente, restano proprietari i modelli e gli algoritmi che permettono di arrivare alle valutazioni finali.

La seconda direttrice evolutiva di Finanza.tech è stato un marcato ampliamento del raggio d'azione, grazie anche alla mole enorme di informazioni e datapoint che, nel tempo, la società ha raccolto ed organizzato. Oggi i servizi offerti spaziano dalla valutazione di merito creditizio al factoring digitale, dal budgeting all'analisi comparativa rispetto alla concorrenza, sino alla simulazione delle future necessità economiche della propria impresa, da combinare volendo con le opportunità finanziarie offerte dagli istituti finanziari e dalle banche.

Verso il nuovo Fintech

La "passione" di Finanza.tech per la massima semplificazione - lato aziende utenti - delle complessità del mondo Finance la rende una Fintech diversa da molte altre, perché la mantiene azienda sempre a forte contenuto tecnologico. Servono infatti molte tecnologie, e sempre evolute, per far apparire semplice ciò che non lo è: la complessità non si può eliminare, semmai la si aggira rivestendola con strumenti semplici.

Anche per questo il Fintech italiano deve fare un salto di qualità, spiega Siani: "Se si pensa che Fintech sia solo fare finanza con strumenti un po' più evoluti, non si coglie il senso di un trend già evidente da diversi anni: grazie alla digitalizzazione qualunque lavoro tradizionale si sta fondendo con qualche altro. Nel nostro caso finanza e tecnologie insieme stanno creando qualcosa di nuovo".

In questa evoluzione non basta che il classico analista finanziario tenga giusto un piede nelle nuove tecnologie: servono nuove figure ibride che siano tra l'analista e lo sviluppatore, che sappiano di Finance e di AI. In Finanza.tech è già così per scelta, sottolinea Siani: "Tutti i programmatori hanno l'obbligo di avere competenze del mondo finanziario e viceversa: cerchiamo di creare una sovrapposizione di skill più ampia possibile per creare nuove professionalità. Non è semplice, ma se funziona ci permette di avere una marcia in più".

Questa evoluzione non fa bene solo a Finanza.tech ma anche a tutto il sistema-Paese. "Se riusciamo a smuovere la staticità del nostro sistema bancario, che è un po' ingessato, possiamo rendere più fluida la maniera in cui i capitali si muovono in Italia. Già solo velocizzando lo scambio di informazioni e automatizzando dove si può, la quantità di denaro in circolazione crescerebbe moltissimo e tutto il sistema delle PMI ne gioverebbe", spiega Siani.

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