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Cisco: l’AI generativa ha impatto sul 92% dei ruoli professionali

Un report indica che 9 su 10 dei profili professionali ICT analizzati cambieranno in modo elevato o moderato a seguito dell’avanzamento delle tecnologie di intelligenza artificiale

Tecnologie Mercato e Lavoro

Sono interessanti le indicazioni contenute nello studio “The Transformational Opportunity of AI on ICT Jobs”, il primo report stilato dall’AI-Enabled ICT Workforce Consortium, guidato da Cisco e composto da aziende quali, tra le altre, Accenture, Google, IBM, Intel, Microsoft e SAP.

Lo studio offre un punto di vista sugli effetti dell’intelligenza artificiale rispetto a una cinquantina dei principali profili professionali ICT, e contiene indicazioni pratiche per formare una forza lavoro in grado di operare al meglio in questo nuovo scenario. Obiettivo del consorzio, e del report, è infatti quello di delineare percorsi di riqualificazione e di aggiornamento delle competenze fornendo raccomandazioni basate sull’effettiva evoluzione del mondo del lavoro. Tecnologie e strumenti come ChatGPT, Gemini, Midjourney e nuovi strumenti AI richiedono che le persone siano pronte a operare in contesti professionali sempre più affollati da “colleghi” digitali dotati di capacità sempre più simili a quelle umane.


Le evidenze principali del report offrono una visione olistica dell’impatto che l’AI ha sulle professioni ICT, per dare ai datori di lavoro e al personale gli strumenti adatti a un futuro caratterizzato da questa tecnologia. Nel dettaglio, emerge che il 92% dei ruoli ICT analizzati potrà subire una trasformazione elevata o moderata a causa dell’evoluzione dell’AI, mentre i ruoli di ingresso e di medio livello sono i più esposti al cambiamento: ci si aspetta un’elevata trasformazione delle competenze richieste per il 40% delle posizioni di livello medio e il 37% delle posizioni lavorative in ingresso.

Non solo: l’evoluzione generale dei ruoli professionali dovuta all’AI farà crescere l’importanza di alcune competenze - per esempio quelle legate a un uso etico e responsabile dell’AI, la capacità di creare prompt per interagire con l’AI generativa, una alfabetizzazione generale sull’AI, la conoscenza delle architetture dei grandi modelli linguistici (LLM – Large Language Model) e le metodologie agili. Diventeranno meno rilevanti altre capacità, quali la gestione tradizionale dei dati, la creazione di contenuto, la manutenzione della documentazione, la conoscenza di base di linguaggi e programmazione, la ricerca di informazioni. Di converso, alcune competenze fondamentali sono necessarie per tutti i ruoli ICT, in modo trasversale: alfabetizzazione sul tema, capacità di analisi dei dati, capacità di creare prompt.

Nel dettaglio, il report esamina in modo approfondito l’impatto dell’AI su 47 ruoli ICT, suddivisi in sette aree, tramite l’applicazione di un modello definito “Job Transformation Canvas”: management e amministrazione generale; cybersecurity; scienza dei dati; progettazione e user experience; infrastrutture e operatività; sviluppo software; test e controllo qualità. I ruoli da analizzare sono stati scelti tra quelli maggiormente ricercati tra febbraio 2023 e febbraio 2024 negli Stati Uniti e in Europa, Italia compresa. Per ogni profilo ICT è fornita una valutazione dell’impatto dell’AI e indicazioni dettagliate per riqualificare e aggiornare le competenze. Le indicazioni sulle competenze chiave e sulle attività di formazione ad esse dedicate, inoltre, permettono ai datori di lavoro di agire in modo immediato.

L’intelligenza artificiale è un’opportunità mai vista prima, per far sì che la tecnologia offra in ogni senso beneficio all’umanità; quindi, dobbiamo agire per fare in modo che nessuno resti indietro. Le aziende del consorzio hanno deciso di assumersi collettivamente la responsabilità di offrire formazione e aggiornamento delle competenze a 95 milioni di persone nei prossimi 10 anni. Investire in un percorso a lungo termine permette di creare una forza lavoro inclusiva consentendo a tutti di partecipare e di avere successo nell’era dell’AI”, commenta Francine Katsoudas, Chief People, Policy & Purpose Officer di Cisco

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