Una collaborazione con Supermicro punta allo sviluppo di server ARM, in nome di data center (e AI) più sostenibili. Può essere la volta buona per l'affermazione di ARM nei data center.
Da un lato c'è il fatto che il boom dell'AI sta facendo esplodere il consumo energetico dei data center di tutto il mondo. Dall'altro c'è la constatazione, se ci si pensa, che i produttori di smartphone e notebook hanno ridotto drasticamente i loro problemi di consumo energetico (anche) puntando decisamente sullo sviluppo dei processori ARM. Fujitsu e Supermicro hanno deciso di combinare i due trend e di puntare su ARM anche come base tecnologica dei server da data center.
Intendiamoci, di ARM nel data center se ne parla da anni e anni. Le CPU ARM nei data center ci sono, ma per ora la loro presenza è marginale e nessuno ha mai deciso di scommettere pesantemente su architetture che non siano la predominante x86. La barriera tecnologica di ingresso nei data center è molto alta. E il business da proteggere è enorme.
Ma qualcosa ormai si deve fare. IDC stima che il 46% dei costi di un data center aziendale - il 60% nel caso di un hyperscaler - stia nella bolletta energetica. E stima anche che i consumi energetici collegati all'AI stiano crescendo di quasi il 45% l'anno, tanto da raggiungere globalmente i 146 Terawattora nel 2027. Per dare un termine di paragone, tutta l'Italia nel 2023 ha consumato poco più di 306 TWh. Tralasciando - e non si dovrebbe - qualsiasi valutazione ambientale, resta il fatto che il costo energetico sta entrando nelle valutazioni economiche associate all'AI.
I fan dell'AI dicono che i problemi associati all'AI li risolverà in qualche modo l'AI stessa, questioni energetiche comprese, ma nel frattempo forse è meglio mettersi al metaforico tavolo di progettazione e cominciare a considerare qualche novità progettuale di sostanza. Fujitsu e Supermicro si muovono in questa direzione.
L'intenzione delle due aziende è progettare e realizzare una piattaforma server basata sui processori ARM Fujitsu Monaka che dovrebbero essere disponibili nel 2027. Monaka è basato su una tecnologia di micro-litografia a due nanometri particolarmente evoluta, pensata per unire alte prestazioni e bassi consumi energetici.
Va ricordato che Fujitsu ha ampia esperienza nello sviluppo di tecnologie ARM ad alte prestazioni: il suo supercomputer Fugaku, in tecnologia ARM, è stato in cima alla classifica Top500 ed è attualmente in quarta posizione. Proprio Fugaku ha supportato, di recente, lo sviluppo di un LLM da 13 miliardi di parametri - battezzato proprio Fugaku-LLM - specifico per la lingua giapponese.
La collaborazione tecnologica tra Fujitsu e Supermicro - che è il produttore "white box" dietro a una buona fetta dei server che oggi sono nei data center di tutto il mondo - è definita come strategica e a lungo termine e non si limita ai server in sé. Riguarda in generale nuove soluzioni per data center e, nello specifico, anche soluzioni per il raffreddamento a liquido di sistemi per gli ambiti HPC, GenAI, cloud, edge computing. Supermicro ha già una consolidata esperienza nel campo del liquid cooling, peraltro.
L'approccio che le due aziende lasciano intravedere è quello di una progettazione modulare dei futuri server ARM con Monaka. In questo modo è possibile, nelle intenzioni, realizzare una piattaforma trasversale che si traduca in modo semplice in diversi tipi di server ottimizzati per specifici tipi di workload: dall'AI al computing più generico, dal cuore dei nuovi data center all'edge delle reti.
Questo approccio anche "generalista" è importante perché amplia decisamente il raggio d'azione della partnership. Se è vero che al momento l'AI è il comparto che spinge gli investimenti infrastrutturali dei data center, è anche vero che il successo di una nuova architettura deriva dalla possibilità di "servire" i più disparati casi d'uso.
Anche le tempistiche dell'annuncio sembrano azzeccate. Non si tratta di una collaborazione "opportunistica" perché nei principali ambiti traguardati - processori ARM e liquid cooling - Fujitsu e Supermicro lavorano da anni. Ma da qui al debutto commerciale di Monaka mancano giusto un paio d'anni e qualsiasi azienda o hyperscaler ha bisogno di tempo prima di decidere di puntare su una nuova architettura. E nel frattempo le difficoltà poste dalla GenAI - e, in parte, i problemi di chi produce chip x86 - non faranno che rendersi più evidenti.