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L'AI aumenterà l'intelligenza umana, non la sostituirà

Con l'evoluzione dei Large Language Model e il loro utilizzo nel mondo del lavoro, la formazione e l’aggiornamento dei collaboratori è essenziale per ottenere un vantaggio competitivo

L'opinione

L'Intelligenza Artificiale ruberà il lavoro? Questa è la domanda sbagliata. Quella corretta è: come l'AI può aiutarci a svolgere meglio il nostro lavoro? Lavoro con l'AI da più di trent’anni, dal momento che la GenAI esiste da sessanta. Certo, oggi si sta affermando, grazie al fatto che aziende come OpenAI, Anthropic, Google, Microsoft e altre hanno reso più semplice l’accesso ai Large Language Model (LLM).

Le applicazioni di Intelligenza Artificiale sono ora in grado di riconoscere i tratti del viso, superare esami, produrre testi, video e immagini, oltre a contribuire ad accelerare le scoperte scientifiche. Questi strumenti stanno rivoluzionando molti settori e continueranno a farlo. Recenti stime di Morgan Stanley indicano che la tecnologia potrebbe avere un impatto sul 44% dei posti di lavoro nei prossimi anni, man mano che si allarga la portata dei processi aziendali che possono essere automatizzati.

Tuttavia, le applicazioni di AI sono ben lontane dall'essere in grado di replicare il tipo di pensiero creativo, la capacità di comprensione del contesto, le abilità interpersonali e i valori etici che caratterizzano l'intelletto umano. Ci sono molte cose che non sappiamo su come funziona il cervello umano, quindi rimane difficile, se non impossibile, ricreare questo computer così complesso.

Grazie alla Artificial Narrow Intelligence (ANI), che svolge molto bene compiti funzionali, si è riusciti a creare nuovi tipi di applicazioni che funzionano meglio degli esseri umani, ma in aree relativamente ristrette. Ne vediamo le applicazioni nell'analisi predittiva, nella programmazione AI driven e persino nella simulazione di videogiochi, come gli scacchi.

Sempre McKinsey ritiene che la GenAI abbia il potenziale per fornire un dividendo aziendale compreso tra 2,6 e 4,4 trilioni di dollari in 16 funzioni aziendali. Per contestualizzare questo numero: nel 2021 l'intero prodotto interno lordo del Regno Unito è stato pari a 3,1 trilioni di dollari. Secondo McKinsey, l'impatto maggiore dell'IA nelle aziende - circa l'80% delle transizioni occupazionali da qui al 2030 - si farà sentire in quattro aree: operation, vendite e marketing, software engineering e ricerca e sviluppo.

AI in arrivo

L'intelligenza artificiale può migliorare la qualità e l'efficacia delle funzioni industriali, contribuisce a rendere più efficienti i processi industriali, a ridurre i costi e l'uso delle risorse e persino a far crescere risultati legati alla sostenibilità. Ad esempio, l'AI è già in grado di dire a un direttore di stabilimento come sarà la sua attività tra un mese, o fare previsioni piuttosto accurate sulla vita utile residua di un bene. Ma l'intuizione umana rimarrà essenziale per prendere decisioni concettuali e strategiche, o per giudicare su questioni che riguardano la disuguaglianza, i pregiudizi, la sicurezza, ma anche decidere dove meglio impiegare le risorse.

Ad esempio, l’AI potrà dare indicazioni rispetto al fatto che un set di dati rappresenti in modo accurato il processo di produzione del mondo reale, o se sia possibile modificare le procedure operative per migliorare la manutenzione e le emissioni di gas serra, ma la decisione finale spesso richiederà l'intervento umano. I Large Language Model possono suggerire la strategia migliore, ma gli esperti umani dovranno agire su di essi.

Allo stesso tempo, mentre l'AI si occupa del lavoro più semplice l’essere umano deve capire come applicarla, difenderla, criticarla. Addirittura, paradossalmente, l'Intelligenza Artificiale può aiutare le persone a migliorare le proprie competenze, in un momento in cui i ruoli professionali si evolvono più rapidamente che mai.

Il modo migliore per imparare ad usare la GenAI è utilizzarla e pensarla come un partner creativo che offre rapide opzioni di progettazione degli asset in base a parametri specifici. Guardando ad un livello più generale, i tools basati su AI possono supportare i dipendenti nel colmare lacune ed a incrementare le proprie competenze. Ad agosto di quest’anno, secondo il ministero del lavoro americano, c’erano solo sei disoccupati ogni dieci posti di lavoro.

Un altro ambito in cui l’AI può fare davvero la differenza è quello della formazione, potendo simulare contesti in cui è necessario utilizzare competenze specifiche e avere capacità di problem solving, o della creazione di materiale didattico che può essere adattato ai modelli di apprendimento e ai punti di forza dei singoli, come se ognuno avesse un personal trainer.

Un cambiamento profondo

Secondo l'ITU, a 30 anni dalla sua comparsa, 5,3 miliardi di persone, ovvero circa il 66% della popolazione mondiale, hanno oggi accesso a Internet. Secondo le stime di McKinsey, a livello globale le tecnologie di Intelligenza Artificiale e di automazione potrebbero incrementare la crescita della produttività fino al 3,3% entro il 2040. Questo se le persone si terranno al passo con i nuovi sviluppi, ma non c'è motivo per non farlo. Solo negli Stati Uniti, entro il 2030, circa 12 milioni di persone avranno bisogno di un aggiornamento professionale.

Così come oggi esistono lavori che non esistevano quando è stata inventata Internet, l'AI trasformerà i profili professionali e, grazie alle tecnologie dell'AI e della GenAI, alla fine ci sarà un aumento netto dei posti di lavoro complessivi. Ma perché questo avvenga, occorre che ognuno di noi si adatti e aumenti le proprie competenze.

Jim Chappell è Global Head of AI di AVEVA

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