Quali sono i principali trend che guideranno la convergenza di HCI e cybersecurity, in particolare nell'area EMEA
La Trasformazione Digitale porta le organizzazioni ad adottare sempre più spesso infrastrutture HyperConverged (HCI); queste, infatti, permettono di fronteggiare le esigenze IT in costante evoluzione, integrando perfettamente le risorse di computing, storage e networking in un unico sistema. Anche il maggiore ricorso ad architetture Zero Trust e l’utilizzo di strumenti di sicurezza basati sull'Intelligenza Artificiale concorrono allo sviluppo di questi ambienti, perchè migliorano la protezione dei dati e riducono al minimo le superfici perimetrali di attacco.
I vantaggi in termini di semplificazione della gestione IT, riduzione dei costi operativi e miglioramento della sicurezza sono tali che, secondo un recente rapporto di Data Fusion Insights, il mercato europeo dei sistemi di infrastruttura iperconvergente (HCI) continuerà a crescere nei prossimi anni: dai 50 miliardi di dollari del 2023, si prevede che raggiungerà 86,98 miliardi di dollari entro il 2031, con un tasso di crescita annuale composto (CAGR) dell'8,23% dal 2024 al 2031. In questo scenario, i principali trend che guideranno la convergenza di HCI e cybersecurity, in particolare nell'area Europe Middle-East & Africa (EMEA) nei prossimi anni sono i seguenti.
L'intelligenza artificiale e l'automazione stanno facendo progredire in modo significativo l'HCI, soprattutto nella regione EMEA, dove le organizzazioni sono impegnate per migliorare la gestione dei servizi IT con un sempre maggiore controllo dei costi. Le soluzioni HCI potenziate dall'AI offrono analisi predittive, consentendo ai team IT di anticipare e risolvere potenziali problemi, prima che abbiano un impatto sulle performance. Ad esempio, gli algoritmi di intelligenza artificiale possono analizzare i dati generati dai sistemi HCI per identificare gli schemi che possono segnalare anomalie dell’hardware o colli di bottiglia delle prestazioni. L'automazione di questi processi aiuta le aziende a creare un'infrastruttura IT più resiliente e reattiva, garantendo un'allocazione ottimale delle risorse e riducendo al minimo i tempi di inattività.
L'automazione AI-driven nell'HCI si estende anche all’area della cybersecurity. Integrando l'intelligenza artificiale all’interno delle loro piattaforme HCI, le organizzazioni possono rafforzare le capacità di rilevamento e risposta alle minacce, garantendo al contempo l'integrità dei dati e la compliance negli ambienti edge, on-premise e cloud. L'intelligenza artificiale può inoltre analizzare rapidamente il traffico di rete, rilevare comportamenti insoliti e rispondere alle potenziali minacce in tempo reale, riducendo il rischio di violazioni dei dati e di attacchi informatici.
Anche nella regione EMEA, la domanda di edge computing è spinta dalla crescente esigenza - soprattutto di alcuni settori come quello produttivo, Sanità e Retail - di avere l'elaborazione dei dati in tempo reale e dunque più vicino al luogo in cui questi vengono generati. Gartner prevede che, entro il 2025, il 75% dei dati generati dalle aziende sarà creato ed elaborato al di fuori dei data center tradizionali o degli ambienti cloud.
Grazie alla sua natura modulare e scalabile, l'HCI è particolarmente adatta a supportare l'edge computing; l’implementazione distribuita consente alle aziende di estendere la propria infrastruttura alle postazioni edge, senza investimenti su larga scala, nei data center tradizionali. Nel settore sanitario, ad esempio, l’HCI distribuita permette l'analisi in tempo reale dei dati dei pazienti presso il punto di assistenza, migliorando l'efficienza operativa; in ambito retail, le implementazioni HCI edge-based facilitano la gestione dell'inventario in tempo reale e l'analisi dei clienti, migliorando l'esperienza di acquisto complessiva.
Con l'aumento dell'adozione dell'HCI, la sicurezza informatica sta diventando una priorità assoluta. I modelli tradizionali di sicurezza perimetrale non sono più sufficienti in un ambiente dove i dati sono distribuiti tra sedi on-premise, cloud ed edge. Questo cambiamento ha portato una crescente implementazione della Zero Trust Architecture (ZTA), che è ormai un principio di progettazione chiave nella cybersecurity.
L'approccio Zero Trust si basa sull’assunto che nessuna entità, all'interno o all'esterno della rete, è affidabile by default e che ogni utente, dispositivo e applicazione devono essere continuamente autenticati e autorizzati prima che accedano alle risorse. Lo studio Dell Technologies Innovation Catalyst, rivela che l'89% delle organizzazioni sta perseguendo una strategia di implementazione Zero Trust con l’obiettivo di proteggere le risorse critiche in un panorama di minacce sempre più complesso.
Le piattaforme HCI oggi sono progettate secondo i principi dello Zero Trust, incorporando funzionalità come la micro-segmentazione per isolare i workload e limitare il movimento laterale delle minacce all'interno dell'infrastruttura. Inoltre, le soluzioni HCI integrano crittografia avanzata, autenticazione a più fattori e monitoraggio continuo per rafforzare la sicurezza.
Nella regione EMEA, settori quali Finance, Pubblica Amministrazione e infrastrutture critiche, particolarmente esposti ai cyberattacchi, sono in prima linea nell'adozione di Zero Trust nei loro ambienti HCI per mitigare i rischi e garantire la conformità ai severi requisiti normativi.
Fabio Zezza è Sales Director per Italia & Olanda per la divisione Data Protection, Dell Technologies