Negli anni Ottanta è iniziata la carriera di Steve Perlman, all’epoca assunto in Apple e all’origine dello sviluppo di Quicktime. Messosi successivamente in proprio, l’imprenditore americano ha creato WebTv, poi venduta nel 1999 a Microsoft (che l’ha trasformata in Msn Tv), per poi essere tra i pionieri del cloud gaming con Onlive. Perlman, oggi alla guida di Artemis Networks, è tornato a far parlare di sé con la presentazione di pCell, una tecnologia di comunicazione che promette di moltiplicare per mille la velocità degli attuali smartphone e tablet. Per ottenere un simile salto in avanti, pCell fa leva su una rete di piccole antenne, che agiscono come punti d’accesso Wi-Fi e forniscono a ogni dispositivo mobile un accesso a piena banda, indipendentemente dal numero di utenti connessi. Anziché gestire la condivisione dello spettro radio fra oggetti mobili come in una rete cellulare o Wi-Fi classica, la tecnologia funziona come se ogni device disponesse di un proprio canale radio per comunicare. pCell funziona su una gamma di frequenze estesa da 1 MHz a 1 GHz, integrando quelle oggi utilizzate dalle reti 3G e 4G. Grazie a potenti e complessi calcoli matematici, essa è in grado di proporre un canale radio di alta qualità, superando i limiti delle reti saturate per eccesso di connessioni simultanee su una medesima cellula radio. Una simile evoluzione si proietta già verso la futura invasione di oggetti connessi, che dovrebbe caratterizzare l’evoluzione nota come Internet delle Cose. Difficilmente potrà sedurre i grandi operatori, che si stanno già attrezzando nelle zone urbane ad alta densità con hot spot 3G/4G basati su micro antenne radio. Maggiore interesse potrebbe riscuotere fra gli operatori alternativi o di nuova costituzione, in uno scenario ancora tutto da costruire.
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