La tecnologia oggi è in grado di supportare le aziende nel monitorare e rendicontare le performance ESG in modo conforme agli standard e alle normative in continua evoluzione
Ormai molte aziende, soprattutto quelle di grandi dimensioni, affermano che la sostenibilità è parte integrante del loro business e di essere chiamate a raggiungere non solo risultati di fatturato e profitto ma anche un impatto positivo sull’ambiente, la società e la governance. Eppure, anche se molte imprese dichiarano obiettivi ESG (Environment, Social, Governance) nelle proprie agende e nei propri siti, molta strada rimane da percorrere.
In particolare, c'è molto da fare nello sviluppare e attuare iniziative concrete e ampie sulle varie sfide, dalla riduzione dei rifiuti tossici all’attuazione di una diffusa diversity. Ma, soprattutto, nell’acquisire la capacità di sapersi muovere all’interno di un quadro molto complesso dal momento che coinvolge l’intera organizzazione e la sua filiera, e chiede alle aziende di definire e sviluppare nuovi processi in linea con gli standard e i requisiti di attuazione, rendicontazione e governance ESG, tra l’altro in continua evoluzione.
Va evidenziato che gli obiettivi ESG non sono stabiliti dai regolamenti di riferimento come il GRI (Global Reporting Initiative) o il CRSD (Corporate Sustainability Reporting Directive) - che forniscono solo delle linee guida - ma sono piuttosto processi che le aziende stesse devono avviare in base a diversi fattori.
Analisi del contesto - L’azienda analizza le proprie operazioni, il contesto normativo e di mercato, e identifica le aree ESG che sono più rilevanti per la propria attività (ad esempio riduzione delle emissioni, pratiche lavorative eque, governance trasparente).
Dialogo con gli stakeholder - Spesso le aziende consultano investitori, dipendenti, clienti e comunità per comprendere quali aspetti ESG sono considerati critici.
Valutazioni di rischio e opportunità - Le aziende esaminano i rischi legati al mancato rispetto di determinati criteri ESG (ad esempio sanzioni normative o perdita di investitori) e le opportunità che possono derivare dal miglioramento in queste aree (ad esempio attrarre investitori sensibili alla sostenibilità, miglioramento dell’immagine del proprio brand, eccetera).
Definizione degli obiettivi - Quando si è compreso dove focalizzarsi, l’azienda fissa obiettivi chiari, misurabili, incrementali e con scadenze definite. Questi obiettivi potrebbero includere per esempio la riduzione del 30% delle emissioni di CO2 entro il 2030 o l’aumento della presenza femminile nel consiglio di amministrazione fino al 40%.
Una volta definiti gli obiettivi, esistono specifici software che aiutano le organizzazioni a monitorare e rendicontare i progressi in modo conforme agli standard internazionali e alle normative. Nel dettaglio, le soluzioni ESG consentono alle aziende innanzitutto di monitorare i progressi. Permettono cioè la raccolta dei dati rilevanti all'interno dell'azienda e li confrontano con gli obiettivi stabiliti.
Ad esempio, possono tracciare le emissioni calcolando automaticamente se l’obiettivo fissato è stato raggiunto o se sarà raggiungibile, in funzione della parametrizzazione preimpostata. I software possono poi, sulla base dei dati raccolti, generare report conformi agli standard internazionali (come GRI o CRSD) che possono essere presentati agli investitori e alle autorità di regolamentazione. Possono infine identificare gap o aree di miglioramento rispetto agli obiettivi prefissati per pianificare opportune azioni correttive.
Va aggiunto che fissare obiettivi ESG inferiori alla media di settore può comportare penalizzazioni sia in termini di immagine sia di accesso ai capitali. Dunque, le aziende devono essere consapevoli dei benchmark di settore e delle best practices da adottare in ambito ESG per evitare di restare indietro. Per farlo, possono raccogliere dati da fonti affidabili come agenzie di rating ESG, report settoriali, normative, ma sono disponibili anche applicazioni che consentono di monitorare in maniera più semplice e veloce le performance rispetto a standard nazionali e internazionali. Ad esempio rendendo disponibile via API un repository normativo del (o dei) framework cui si è interessati.
Il mercato offre un’ampia gamma di soluzioni software per supportare la gestione dei processi ESG, e le aziende dovrebbero scegliere la più adatta in funzione del livello di automazione, della complessità e del budget a disposizione. In base a queste direttrici possiamo suddividere i software in tre categorie principali.
Le soluzioni "entry level" sono strumenti solitamente basati sui tool CPM (Corporate Performance Management) che offrono funzionalità limitate, spesso focalizzate su specifiche metriche come il monitoraggio delle emissioni o il consumo energetico. Tuttavia, l'inserimento manuale dei dati e la scarsa automazione rappresentano un limite per chi cerca maggiore efficienza. Le imprese che utilizzano questi strumenti tendono a creare report standardizzati, basati su un framework specifico (GRI, CRSD, ISSB), ma la possibilità di personalizzazione è ridotta. La mancanza di integrazione con altri sistemi aziendali limita la capacità di espandere la gestione ESG oltre l'analisi interna. Ciononostante, questi software rimangono una buona soluzione per chi cerca un punto di partenza accessibile.
Le soluzioni "mid level" sono software semi-automatizzati che permettono una gestione più efficiente rispetto alle soluzioni di base, grazie alla possibilità di personalizzare KPI e report in base alle esigenze specifiche dei vari stakeholder. Consentono inoltre l’integrazione con altri sistemi aziendali (ERP, HRM, CRM) rendendo più agevole la raccolta dei dati su larga scala. La conformità normativa è garantita dalla copertura di standard ESG riconosciuti a livello internazionale, facilitando il reporting per autorità e investitori. Possiedono un proprio repository normativo, workflow predefiniti e talvolta anche un buon sistema di audit trail.
Quando si parla di multinazionali o aziende con operazioni complesse, l’adozione di software completamente automatizzati rappresenta una svolta decisiva. È il campo delle soluzioni "high level": strumenti che non solo monitorano le prestazioni ESG, ma forniscono anche analisi avanzate grazie all’uso di intelligenza artificiale e machine learning, individuando potenziali rischi e opportunità in tempo reale. L'automazione completa della raccolta e dell’elaborazione dei dati riduce al minimo l’intervento umano. Le funzioni di aggiornamento del repository normativo e le funzioni integrate di ETL interni per l’accesso a eventuali nuove fonti dati rendono poi queste soluzioni uno strumento capace di adattarsi ai mutamenti che necessariamente avverranno.
Le capacità di analisi predittiva e gestione del rischio rendono queste piattaforme essenziali per chi vuole prevedere l'impatto futuro delle proprie azioni ESG e prendere decisioni strategiche. Inoltre, l’integrazione con i sistemi aziendali assicura che la compliance ESG venga gestito come parte integrante dell’intera catena del valore, dalla produzione alla distribuzione. In conclusione, indipendentemente dal software che viene selezionato e quindi dal livello di automazione scelto, investire nella tecnologia per la gestione ESG non è solo una questione di conformità, ma una scelta strategica per sviluppare un futuro più sostenibile e competitivo.
Giovanni Mazzucato è Project Leader di Axiante