Il data storage deve affrontare nuove sfide per supportare le necessità degli utenti, che hanno in particolare dubbi sulla sua capacità di supportare sempre al meglio le nuove applicazioni collegate all'AI
DataCore Software ha pubblicato i risultati del suo rapporto annuale sullo stato del data storage, mettendo in evidenza le sfide che le organizzazioni affrontano nella gestione delle infrastrutture di archiviazione e il ruolo crescente dell’intelligenza artificiale in questo settore. La ricerca ha coinvolto oltre 540 professionisti provenienti da varie nazioni, anche europee (ma non l'Italia).
Uno dei temi centrali del rapporto è rappresentato dalle carenze che gli utenti percepiscono nelle infrastrutture di storage attuali. Più della metà dei partecipanti ha dichiarato di mantenere i propri dati in data center locali o in strutture distribuite, evidenziando la necessità di miglioramenti in termini di funzionalità e gestione. Secondo il 90% degli intervistati, le loro infrastrutture di storage mancano di alcune caratteristiche invece considerate critiche. Le problematiche più comuni includono l’elevata disponibilità, le prestazioni dello storage e la protezione dei dati contro le manomissioni, seguite dalla difficoltà nell’espandere la capacità di archiviazione senza interrompere i servizi e dalla mancanza di operatività intelligente alimentata dall’AI.
Un altro aspetto rilevante riguarda la necessità di semplificare la gestione delle infrastrutture e ridurre i costi. Il 37% dei partecipanti ritiene che semplificare la gestione dello storage sia una priorità, mentre il 31% vorrebbe maggiore flessibilità per ridurre i costi, ad esempio potendo cambiare fornitore di hardware senza difficoltà. Questi dati, secondo DataCore, sottolineano come le organizzazioni cerchino soluzioni che combinino funzionalità avanzate con costi contenuti e una maggiore libertà operativa.
L’AI emerge come un fattore chiave nelle strategie future, con il 57% delle organizzazioni che attualmente utilizza intelligenza artificiale per supportare diverse funzioni aziendali, tra cui IT, marketing e servizio clienti. Tuttavia, solo una piccola percentuale di aziende si ritiene pienamente preparata a gestire i carichi di lavoro legati all’AI. Il 73% degli intervistati non è completamente sicuro che le proprie infrastrutture di storage siano adeguate per supportare l’adozione attuale e futura dell’AI. Le preoccupazioni principali riguardano in particolare la sicurezza e la privacy dei dati, nonché l’integrità e la conformità dei dati stessi.
Nonostante queste sfide, l’interesse per l’integrazione dell’AI nelle infrastrutture di storage è elevato: il 69% degli intervistati ha dichiarato di essere interessato a questa possibilità. L’AI viene vista come uno strumento in grado di automatizzare attività ripetitive, migliorare l’efficienza dello storage, individuare opportunità di risparmio. La capacità dell’AI di ottimizzare l’uso delle risorse e di semplificare operazioni complesse è considerata una risposta alle esigenze crescenti in termini di prestazioni e flessibilità.
Un ulteriore elemento che emerge dal rapporto è la crescente pressione sulle organizzazioni per modernizzare le infrastrutture di storage al fine di affrontare non solo le esigenze attuali ma anche quelle future legate alla trasformazione digitale. La previsione di un maggiore utilizzo dell’AI e di volumi di dati in costante aumento spinge le aziende a cercare soluzioni che offrano resilienza, agilità e sicurezza.