Intelligenza Artificiale e Machine Learning stanno creando nuove opportunità di innovazione e crescita. In Italia stanno guadagnando terreno anche tra le Piccole e Medie Imprese. Ma in che modo, concretamente?
Intelligenza Artificiale e Machine Learning hanno già dimostrato di essere strumenti efficaci, contribuendo a migliorare la gestione dei processi produttivi e aumentare la produttività. In particolare in settori come il manifatturiero, l’uso di algoritmi predittivi basati sull'AI consente già alle aziende di analizzare grandi quantità di dati in tempo reale, per migliorare la pianificazione della produzione, ridurre i tempi di inattività delle macchine e minimizzare gli sprechi. Nel settore finanziario viene utilizzata per potenziare i sistemi di rilevamento delle frodi e migliorare la gestione del rischio. Nella Sanità sta contribuendo a migliorare la diagnosi e le cure, permettendo di analizzare dati clinici in modo più rapido ed efficiente.
In Italia, l’adozione di queste tecnologie ha dimostrato di essere particolarmente significativa nella gestione della catena di approvvigionamento, nel controllo qualità e nella previsione della domanda di mercato, in diversi settori. Anche le PMI, che spesso operano in ambienti altamente competitivi e con risorse limitate, stanno testando come queste tecnologie possano rappresentare un vantaggio competitivo chiave per innovare e rimanere agili.
Vari studi confermano i tangibili benefici dell'AI. Una ricerca di McKinsey afferma ad esempio che le PMI possono ottenere un aumento dei profitti fino al 16% adottando almeno una tecnologia che si basi sull’intelligenza artificiale nei propri processi. Secondo un altro studio condotto da MIT Sloan Management Review le aziende che hanno iniziato a utilizzare l'AI per specifici processi hanno avuto performance di fatturato superiori del 32% rispetto ai concorrenti che hanno avuto un tempo più lungo per implementare tecnologie tradizionali.
Guardando all’Italia, negli ultimi anni l’adozione di queste tecnologie è aumentata significativamente proprio tra le piccole e medie realtà. Secondo i dati dell'Osservatorio Innovazione Digitale del Politecnico di Milano, che ha approfondito lo stato degli obiettivi definiti dal Piano Strategico nazionale sull’AI e analizzato i settori di applicazione e le classi di soluzioni più rilevanti proprio per il tessuto delle PMI, nel 2023 il 33% di esse ha incrementato gli investimenti in tecnologie digitali, inclusi AI e ML, e questa crescita rappresenta un segnale positivo, soprattutto considerando che nel 2022 appena il 26% aveva aumentato gli investimenti.
Tuttavia, la penetrazione rimane disomogenea: le medie imprese tendono a essere più proattive nell’adozione rispetto alle piccole, che incontrano ancora ostacoli, come la complessità della transizione e la carenza di competenze digitali all'interno dell’organizzazione. Secondo gli stessi dati, infatti, seppur il 65% delle PMI dichiari di investire già “intensamente” nel digitale, prevalgono ancora le tecnologie di base (come software gestionali o app di collaborazione) mentre non più del 20% ha sviluppato progetti che prevedono l’impiego di big data, blockchain, intelligenza artificiale, realtà aumentata o virtuale.
Un altro punto di vista arriva dal rapporto annuale dell’Istat che rivela come, purtroppo, solo il 5% delle imprese italiane abbia integrato tecnologie di intelligenza artificiale nei propri processi, un dato che è al di sotto della media europea dell’8% e ben lontano dall’11% della Germania. Questa realtà emerge nonostante l’ampio riconoscimento, da parte di oltre l’80% delle imprese nazionali, delle potenzialità che l’AI può offrire.
Secondo una ricerca reichelt elektronik, dedicata ad indagare la propensione per l’utilizzo dell’automazione, proprio le tecnologie di AI e ML sono considerate quelle più promettenti, rientrando nei piani di investimenti del 47% degli intervistati. D’altro canto, da quando OpenAI ha scelto di aprire il proprio modello LLM con una API a pagamento, sembra che sia davvero il momento dell’intelligenza artificiale: fino a ieri appannaggio delle grandi imprese, all’improvviso accessibile a tutti.
La penetrazione delle tecnologie AI e ML anche tra le piccole e medie realtà quindi sta crescendo, ma esistono ancora numerose barriere all'adozione e una delle principali riguarda la carenza di competenze digitali, con il 72% delle PMI italiane che identifica la mancanza di personale qualificato come un ostacolo significativo. Una sfida che diventa opportunità se letta secondo i dati della ricerca reichelt sopra citata, in quanto la metà del campione (53%) considera proprio AI e automazione fattori decisivi per sopperire alla carenza di lavoratori qualificati.
Anche la complessità della gestione dei dati e le preoccupazioni legate alla privacy e alla sicurezza rappresentano sfide importanti. Tra le sfide annoveriamo poi gli alti costi di implementazione e, in particolare, un aspetto critico è l’accesso ai finanziamenti necessari per supportare una vera transizione digitale. Se da un lato molte PMI utilizzano le proprie risorse interne per finanziare tali investimenti, dall’altro il ricorso a strumenti agevolativi come il Fondo di Garanzia per le PMI o i bandi pubblici rimane una componente chiave per accelerare l’adozione.
È altrettanto vero però che le complessità burocratiche rendono ancora difficile per molte imprese accedere a questi fondi, e ciò rappresenta un limite per il potenziale di crescita e innovazione sebbene, grazie a iniziative pubbliche e private volte a promuovere la formazione digitale e a incentivare l'adozione di nuove tecnologie, le barriere stiano progressivamente diminuendo.
Le prospettive future per le PMI italiane nell’ambito di AI e ML sono estremamente promettenti. Le stime del Rapporto TEHA Group ondotto in collaborazione con Microsoft Italia indicano che l’adozione estesa di queste tecnologie potrebbe incrementare la produttività del sistema Italia fino al 18%, generando un valore aggiunto di 312 miliardi di euro all’anno.
Un’impresa su due che ha sperimentato soluzioni di questo tipo ha già riportato un aumento della produttività. In particolare, sempre secondo il Rapporto TEHA Group, il 70% delle PMI che l’ha testata dichiara di aver riscontrato miglioramenti concreti nei processi operativi, grazie a strumenti come l’assistenza virtuale e l’automazione di compiti ripetitivi. Parliamo di miglioramenti in termini di efficienza, anche dal punto di vista della "liberazione" di risorse umane e finanziarie che quindi possono essere impiegate in attività a più alto valore aggiunto.
Questi miglioramenti potrebbero non solo compensare gli effetti negativi della diminuzione della forza lavoro causata dall’invecchiamento della popolazione, ma anche posizionare l’Italia come leader nella competitività internazionale. Per raggiungere questo obiettivo sarà fondamentale accelerare la digitalizzazione di oltre 113.000 PMI italiane e investire in programmi di formazione che forniscano le competenze digitali necessarie.
Le iniziative del Governo italiano e dell'Unione Europea, come il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, stanno già fornendo risorse importanti per sostenere queste trasformazioni. Le associazioni di categoria e le istituzioni possono sicuramente contribuire a diffondere la cultura e le competenze digitali necessarie.
reichelt elektronik crede fermamente che Ai e ML siano strumenti chiave per supportare le PMI italiane. Per molte PMI il percorso verso la digitalizzazione può sembrare complesso e dispendioso, ma riteniamo che investire strategicamente in tecnologia oggi debba in larga parte tener conto del potere degli strumenti di AI. Intendiamo come fornitore supportare l’industria nel rendere queste tecnologie alla portata di tutte le realtà aziendali, affinché possano competere in un mercato globale in rapida evoluzione e costruire un futuro più innovativo e sostenibile.
Tobias Wölk è Product Manager for Automation Technology & Active Components, reichelt elektronik