Pil tendenziale a gennaio +0,6%. Consumi +1% a dicembre, bene tempo libero (+9,1%), comunicazioni (+8,2%) ed elettrodomestici (+7,2%), confermate le difficoltà per arredamento (-2%) e automotive (-0,2%).
A dicembre 2024 l’Indicatore dei Consumi Confcommercio (ICC) ha mostrato una variazione dell’1,0% rispetto allo stesso mese del 2023, confermando le attese di un’ultima parte dell’anno più favorevole. La stima è sintesi di una crescita nella stessa misura della spesa per i beni e per i servizi. Nel complesso del 2024 i consumi, misurati nella metrica dell’ICC, hanno registrato una variazione dello 0,6% segnalando nel corso dell’anno una riduzione della forbice nei tassi di variazione della domanda per i beni e i servizi.
Il contenuto miglioramento della domanda si legge anche nel dato destagionalizzato che indica, per il complesso dei consumi, sia a novembre che a dicembre modeste crescite congiunturali (+0,2%).
Anche nel mese di dicembre 2024, in un contesto di generalizzato miglioramento, le stime disegnano andamenti non omogenei a livello di marco-funzioni di consumo. Tra i diversi aggregati di spesa le dinamiche più positive, nel confronto annuo, si rilevano per i beni e servizi per la comunicazione (+8,2%), i beni ed i servizi per la mobilità (+2,8%) e i beni e servizi per la casa (+1,0). In moderata crescita si confermano anche le spese relative ad alberghi, pasti e consumazioni fuori casa (+0,5%). I dati complessivi sottendono, in molti casi, andamenti articolati tra le diverse funzioni di spesa incluse negli aggregati.
A livello di singole voci di consumo permane la tendenza al recupero della domanda per i trasporti aerei (+9,9%), per i servizi ricreativi (+9,1%), per gli elettrodomestici (+7,2%) e per i consumi di energia elettrica (+2,8%). Anche per i carburanti (+1,7%) la situazione si conferma in miglioramento. Per l’abbigliamento e le calzature il dato di dicembre (+0,3%) che segue un trimestre positivo fa ben sperare per l’importante stagione dei saldi invernali, anche se i livelli di spesa del 2019 restano ancora molto lontani.
Si confermano le difficoltà per i mobili e gli articoli d’arredamento (-2,0%) e per gli alimentari e le bevande (-0,5%).
Rimane difficile, anche a dicembre, la situazione dell’automotive che segna, su base annua, un moderato calo della domanda di auto nuove da parte delle persone fisiche (-0,2%).
Sulla base delle dinamiche registrate dalle diverse variabili che concorrono alla formazione dei prezzi al consumo, si stima per il mese di gennaio una variazione dello 0,3% dell’indice in termini congiunturali e una crescita dell’1,2% su base annua. Il contenuto aumento dei prezzi, stimato per il mese in corso, riflette sia le tensioni che agitano il settore energetico, sia alcuni consueti aumenti d’inizio anno.
Il permanere di dinamiche contenute dell’inflazione di fondo consolida l’ipotesi di un’evoluzione dei prezzi al consumo nei primi mesi del 2025 sostanzialmente sotto controllo, nonostante le turbolenze registrate di recente nelle quotazioni internazionali del gas.
L’inflazione, dopo la risalita rilevata in termini tendenziali tra settembre e novembre, sembra essersi assestata su valori in linea con le medie di lungo periodo. Il processo di assestamento ha determinato anche una convergenza nelle dinamiche dei prezzi delle diverse funzioni di consumo.
Questi elementi potrebbero contribuire a consolidare nelle famiglie la percezione di aver superato la fase più critica agevolando la tendenza al recupero della domanda.