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Affrontare la transizione verso l'AI nelle competenze e nel lavoro

Uno studio di IBM e Teha Group sul futuro della formazione e dell'apprendiment indica alcuni percorsi possibili

Mercato e Lavoro Tecnologie AI

Si intitola "Percorsi formativi per la transizione verso l'AI nelle competenze e nel lavoro" uno studio commissionato da IBM e realizzato da Teha Group che mette in luce insight critici sull'importanza della formazione e dell'apprendimento nella preparazione dei lavoratori nella transizione verso l'AI.

Nonostante il crescente utilizzo di soluzioni di intelligenza artificiale, il report evidenzia una significativa carenza di competenze resta un ostacolo importante per un'adozione efficace. Per colmare questo divario, lo studio fornisce alcuni suggerimenti e sottolinea l'urgente necessità di percorsi formativi per preparare i lavoratori a un futuro guidato dall'intelligenza artificiale.

Il report si concentra su sei Paesi, tra cui l’Italia, e sulle sfide legate ai cambiamenti demografici e del mercato della manodopera. Tra i principali risultati dello studio, emerge che secondo le proiezioni l'intelligenza artificiale aumenterà la produttività globale fino all'1,5% all'anno, favorendo potenzialmente una crescita significativa del PIL.; entro il 2030 si prevede che circa 729 milioni di persone utilizzeranno strumenti di AI, rispetto agli attuali 314 milioni. Inoltre, l'AI influenzerà oltre l'83% delle mansioni nei principali gruppi di lavoro analizzati; per sfruttare appieno il potenziale dell’AI, è necessario affrontare il problema dell'inadeguatezza delle competenze che riguarda circa il 50% dei lavoratori nei sei paesi, molti dei quali non possiedono le competenze tecniche necessarie per adattarsi ai nuovi ruoli guidati dall'AI.


Riguardo ai percorsi di formazione e apprendimento, oltre 450 milioni di lavoratori avranno bisogno di riqualificazione entro il 2030 e più del 30% (136 milioni) si affiderà a percorsi formativi non tradizionali, come corsi online e credenziali digitali; i corsi accademici tradizionali, forniti da università e istituti di ricerca, in materia di intelligenza artificiale sono aumentati in media del 22% dal 2017 al 2023, ma l'80% si concentra ancora sui tradizionali ambiti STEM e sulle discipline economiche, riflettendo una tendenza verso campi tecnici e analitici; questo ambito ristretto rappresenta una sfida, poiché il potenziale di trasformazione dell'AI si estende alle scienze umane, sociali, artistiche e sanitarie; l'integrazione dell'AI in questi percorsi non STEM è essenziale per creare una forza lavoro completa e competente in campo tecnologico.

Il report formula alcuni suggerimenti per affrontare il divario globale di competenze. Al primo posto, promuovere la formazione sull'AI a tutti i livelli: introdurre i concetti di AI nei programmi formativi, concentrandosi sul pensiero critico, sull'etica e sulle capacità di risoluzione dei problemi che sono rilevanti in vari settori. È fondamentale che l’infusione dell'AI nella formazione avvenga in collaborazione con insegnanti ed educatori. Saranno necessarie strategie, finanziamenti e indicazioni chiare per includere l'intelligenza artificiale a tutti i livelli del sistema formativo. Per essere resilienti e trarre vantaggio dagli sviluppi dell'AI, gli individui devono possedere una combinazione di competenze tecniche ma anche umane, come il pensiero critico, la creatività, la capacità di risolvere problemi e l'etica.

Occorrebbe poi dare potere alle piccole e medie imprese e alle comunità con scarse risorse: offrire risorse e orientamento per la formazione sull'AI promuovendo standard di alta qualità, valutando le competenze digitali e di AI, incoraggiando l'innovazione attraverso il networking e aiutando i leader aziendali a sviluppare le loro conoscenze sull'AI. Per massimizzare i benefici dell'AI nel lavoro, è essenziale fornire indicazioni chiare sull'evoluzione e sulle opportunità che l'AI comporta, garantendo al contempo opportunità di finanziamento per le attività di formazione legate all'AI.

Inoltre, sarebbe necessario incoraggiare l'apprendimento permanente dell’AI: creare percorsi di apprendimento accessibile per gli individui in tutte le fasi della loro carriera, in particolare per i lavoratori poco qualificati e gli anziani, con iniziative di sensibilizzazione sulla rilevanza e sull'impatto dell'AI in diversi settori. Ciò potrebbe essere realizzato attraverso partnership che promuovano l'accesso a corsi di base sull'AI gratuiti o a basso costo. I corsi di alfabetizzazione sull’intelligenza artificiale dovrebbero essere adattati alle diverse esigenze sociali e professionali della popolazione in termini di contenuti ma anche di formato, per esempio fornendo corsi flessibili e facilmente accessibili in vari modi.

Infine, è auspicabile stabilire un sistema di credenziali affidabile: sviluppare credenziali standardizzate e ampiamente riconosciute per la formazione relativa all'AI, assicurando che i datori di lavoro e gli individui abbiano una modalità affidabile per misurare capacità e competenze. Le partnership pubblico-private sono fondamentali per allineare i contenuti formativi alle esigenze del settore, garantendo che i programmi di formazione sull'AI siano pertinenti e adatti ai progressi tecnologici.


"L'intelligenza artificiale ha il potenziale per ridefinire il futuro del lavoro. Tuttavia, per realizzare questi benefici è necessario un approccio globale alla formazione e allo sviluppo delle competenze, assicurando che nessun segmento della società venga lasciato indietro", commenta Lorenzo Tavazzi, Senior Partner e Head of Scenarios and Intelligence di TEHA Group.

"La collaborazione tra scuole pubbliche, università, politecnici, community college, organizzazioni non profit e governi è essenziale per ampliare l'accesso alla formazione sull'AI e colmare il divario di competenze. Guardando al 2025, sappiamo che una forza lavoro qualificata è fondamentale per liberare il pieno potenziale dell'AI, ed è per questo che ci siamo impegnati a formare 2 milioni di studenti entro la fine del 2026. Questo studio evidenzia l'esigenza di ampliare le nostre collaborazioni e invitiamo altri a unirsi a noi in questo importante sforzo", conclude Justina Nixon-Saintil Vicepresidente and Chief Impact Officer di IBM.

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