La piattaforma sarà disponibile gratuitamente all’interno di Oracle Fusion Cloud Applications, ma le personalizzazioni si pagheranno.
All’Oracle Cloud World Tour 2025 di Milano il palco è per manager come Matteo Torti, Group CIO di Gruppo Ermenegildo Zegna e Brunella Bruno, Magistrata Responsabile del Servizio per l'informatica del Consiglio di Stato. A seguire le voci del Polo Strategico Nazionale, di Tim e della Asl Caserta, a testimonianza dell’intenso e proficuo lavoro fatto dalla filiale italiana del colosso statunitense.
Gli onori di casa spettano a Carlota Alvarez Pedreira, country manager per l’Italia e VP Oracle per il Sud Europa, e ai diversi VP europei responsabili per il business cloud e applications (Richard Smith e Cormac Watters) oltre a Christine Sarros senior VP e responsabile dello sviluppo tecnologico di Oracle.
Ribadita ancora una volta la strategia e la visione sul palco centrale, l’attenzione si sposta alle “sessioni parallele”. Tra queste, la conversazione con Chris Leone, in veste di guru dell’AI di Oracle, è stata certamente la più densa di contenuti e novità.
È giunta l’ora degli AI Agent anche per Oracle, con l’introduzione di AI Agent Studio che si aggiunge al bouquet delle Oracle Fusion Cloud Application. Si tratta di una piattaforma su cui creare, rilasciare e gestire una squadra di agenti AI.
AI Agent Studio per Fusion Applications permetterà alle aziende di sviluppare e personalizzare i propri AI Agent ma gli stessi sarebbero anche pronti all’uso, gratuitamente. All’interno della suite Oracle Fusion Cloud Applications – che mette a disposizione soluzioni cloud-native per gestire dati e processi relativi a AFC (Amministrazione, Finanza e Controllo), risorse umane (HCM), supply chain (SCM) e customer experience (CX) su un'unica piattaforma cloud integrata – esistono già più di 50 agenti AI preconfigurati per i diversi ruoli aziendali e oltre 100 casi d’uso di AI generativa, tutti disponibili senza costi aggiuntivi e compresi nella sottoscrizione SaaS che, inoltre, garantisce aggiornamenti automatici ogni tre mesi.
Lo Studio è un ambiente di sviluppo integrato in cui, oltre a trovare modelli preconfezionati, si potranno configurarne di nuovi, estendere funzionalità e integrare strumenti aziendali di terze parti via API. “In questo modo – dichiara il manager - diamo la possibilità alle aziende di personalizzare l’AI in base alle proprie esigenze”.
Dunque, anche Oracle si aggiunge al gruppo di software house che mettono a disposizione dei propri clienti l’ultima versione di Gen AI, quella che prevede la disponibilità degli agenti AI a supporto del processo decisionale, l'automazione dei processi e le interazioni con gli utenti.
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“Oracle sfrutta da anni le tecnologie AI, con un focus significativo sul machine learning e sui modelli avanzati – ricorda Leone -. Siamo partiti con i servizi primari per poi ampliarci all’intelligenza artificiale generativa. Con l'avvento di modelli linguistici di grandi dimensioni (LLM) come GPT di OpenAI, Oracle ha iniziato a integrare la Gen AI nelle applicazioni Fusion per la gestione dell'esperienza cliente (CX), la pianificazione delle risorse aziendali, la gestione della supply chain e la gestione delle HR”.
Oggi Oracle integra questi servizi di Gen AI nelle applicazioni Fusion, adattandosi dinamicamente agli input che arrivano dagli utenti. È prevista la tokenizzazione e la personalizzazione delle risposte in base ai dati della sessione e alle informazioni specifiche dell'utente e l’integrazione della Gen AI in tutte le applicazioni Oracle Fusion.
“Gli AI Agent nelle applicazioni Oracle sono stati pensati per interagire attraverso strumenti deterministici, il che significa che eseguono processi strutturati e restituiscono risultati coerenti – spiega il manager”. In particolare, gli AI Agent sono in grado di analizzare le query e individuare gli strumenti necessari per generare risposte accurate. Inoltre, a differenza dei modelli probabilistici, gli AI Agent sfruttano strumenti deterministici per garantire risultati affidabili.
Ottimo, ma ci si chiede quali siano gli elementi distintivi degli AI Agent rispetto a quelli della concorrenza. “Il modello di Oracle può avvicinarsi all'approccio di Salesforce ma differisce da Copilot di Microsoft – chiarisce Leone - che è progettato come un assistente generico e non come un agente deterministico guidato dall'intelligenza artificiale”.
Inoltre, uno dei principali fattori di differenziazione degli AI Agent di Oracle è la capacità di integrare l'automazione basata su AI all'interno dei processi aziendali. A differenza di Salesforce, che si occupa principalmente di CX, gli agenti AI di Oracle si estendono alle operazioni di middle-office e back-office, aprendo a opportunità di automazione più ampie.
Leone, poi, vede e snocciola esempi e ambiti specifici di applicazione. Ci sono gli agenti a supporto delle decisioni, che accedono automaticamente a repository di conoscenza ben definiti e attendibili, interni ed esterni. “Immaginiamo un addetto alla manutenzione in ambito manufacturing – afferma il manager - può interrogare un AI Agent su un codice di errore in modo che l'agente recuperi la soluzione dai record storici e dai manuali”.
Gli AI Agent possono essere assistenti digitali – ma non chiamateli bot per carità - in grado di rispondere a domande specifiche utilizzando una combinazione di API per oggetti aziendali e archivi di informazione. Infine, gli AI Agent di Oracle potranno effettivamente agire, ovvero eseguire attività in modo autonomo. “Per esempio – prosegue Leone – in una supply chain, un AI Agent può aggiornare autonomamente gli ordini, elaborare i resi e inviare i tecnici di manutenzione in base a flussi di lavoro predefiniti”.
Ma il vantaggio principale di Oracle rispetto alla concorrenza sembra essere soprattutto l’integrazione nativa con l’intera offerta della casa americana. Ciò garantirebbe una maggiore protezione dagli accessi e la conformità dei processi.
Relativamente alla sicurezza e alla governance, Leone segnala che “gli AI Agent seguono rigorosi controlli di accesso, garantendo la conformità. Permettono, inoltre, di prevenire la prompt injection e le allucinazioni, attraverso tool automatici di eliminazione delle query sbagliate o irrilevanti, prima dell'elaborazione. Infine, l’inserimento nativo nell’ambiente Oracle permette la gestione diretta degli LLM, l’applicazione di rigorosi protocolli di sicurezza e previene le manipolazioni non autorizzate".
E, se vogliamo, l’integrazione degli AI Agent all’interno dell’intera offerta Oracle è il suo vero vantaggio competitivo: perché mai un’azienda, già su infrastruttura Oracle, dovrebbe rischiare scegliendo AI Agent di un concorrente quando sa che sono disponibili nel bouquet del vendor?
E c’è di più, Leone chiarisce il modello di pricing: “gli AI Agent preconfigurati e i servizi generativi vengono forniti senza costi aggiuntivi all'interno di Oracle Fusion Applications. Mentre chi richiedesse LLM personalizzati o integrazioni esterne dovrà coprire i costi associati”. L’approccio garantisce l'adozione dell’AI senza imporre ulteriori oneri di licenza, a detta di Leone. Ma se l’azienda cliente ha bisogno di qualcosa di più degli agenti preconfigurati, dovrà prevedere un investimento aggiuntivo tramite partner o risorsa interna. Infine, nel prossimo futuro, Oracle prevede miglioramenti in termini di velocità e scalabilità, oltreché miglioramenti degli LLM nel ragionamento e nel processo decisionale.