Le start-up finanziate hanno mostrato una capacità di sopravvivenza simile alle altre. Dopo due anni, il 90% delle start-up finanziate era ancora operativo, contro il 92% di quelle non finanziate.
Gli incentivi pubblici regionali per le start-up innovative hanno effettivamente favorito la nascita di nuove imprese, ma le aziende finanziate hanno mostrato una crescita economica più lenta rispetto a quelle nate senza sostegno pubblico. Con il costo medio per la creazione di un posto di lavoro superiore a 230mila euro. La sintesi emerge dall’analisi, realizzata dal Centro studi di Unimpresa, relativa al programma regionale, lanciato nel 2012 dalla regione Lazio con un budget complessivo di 14 milioni di euro, che ha finanziato 134 progetti su 270 domande presentate, con contributi fino all’80% dei costi ammissibili e un finanziamento compreso tra 35.000 e 150.000 euro per progetto.
Il risultato è stato positivo dal punto di vista della creazione di nuove imprese: il 96% dei progetti finanziati ha effettivamente portato alla nascita di un’azienda, rispetto al 27% dei progetti non finanziati. Circa 67 nuove imprese (il 52% di quelle finanziate) non sarebbero nate senza il sostegno pubblico. Il costo medio per ogni nuova impresa creata è stato di circa 210.000 euro, mentre il costo per ogni nuovo posto di lavoro è stato di circa 234.000 euro, con circa 60 nuovi occupati generati direttamente dal programma.
Nonostante il successo nella fase di avvio, la crescita delle start-up finanziate è stata inferiore rispetto a quelle non finanziate. Il fatturato medio delle imprese sostenute è stato inferiore di circa 130.000 euro, il numero di dipendenti è risultato inferiore di 0,7 unità e il valore degli asset è stato più basso di circa 115.000 euro. Tuttavia, il tasso di sopravvivenza è stato simile tra i due gruppi: dopo due anni, il 90% delle start-up finanziate era ancora operativo, contro il 92% delle imprese non finanziate; dopo cinque anni, il tasso di sopravvivenza è stato rispettivamente del 72% e del 73%.
L’impatto sull’innovazione è stato limitato, con un numero di brevetti registrati simile tra aziende finanziate e non finanziate. Le imprese sostenute, comunque, hanno mostrato una maggiore capacità di ottenere ulteriori fondi pubblici: il 25% delle start-up finanziate ha ricevuto ulteriori contributi pubblici nei cinque anni successivi, contro meno del 10% delle imprese non finanziate. Il programma ha avuto successo nell’incrementare la nascita di nuove imprese, ma la crescita economica limitata è dovuta alla tendenza degli enti pubblici a selezionare progetti meno rischiosi e, di conseguenza, meno ambiziosi.
«La politica ha avuto successo nell’aumentare il numero di nuove start-up innovative e nel garantire una sopravvivenza nel medio periodo simile a quella di imprese nate senza incentivi. Tuttavia, le imprese finanziate hanno mostrato una crescita economica inferiore rispetto alle altre, soprattutto a causa di una minore propensione al rischio da parte degli enti pubblici nel processo di selezione dei progetti. Per aumentare l’impatto economico e occupazionale della politica, potrebbero essere modificati i criteri di selezione, premiando progetti più ambiziosi e a maggiore rischio. Risorse pubbliche possono essere complementari a finanziamenti privati, ma, per ottenere effetti duraturi, questo tandem di fondi dovrebbe essere integrato con strategie di sostegno post-avvio e incentivi alla crescita» commenta il vicepresidente di Unimpresa, Giuseppe Spadafora.