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SAP, l’AI del futuro arriva oggi

All’Executive Summit di inizio primavera va in scena l’intelligenza artificiale vista come motore di innovazione continua non solo a livello aziendale, ma senza mai prescindere dal cloud

Cloud Tecnologie AI

Tradizionale appuntamento di inizio primavera a Cernobbio, sulla sponda più celebrata del Lago di Como, con il SAP Executive Summit. Un format che ha più di 15 anni alle spalle, ma che riesce sempre a coinvolgere l’ecosistema italiano di SAP in una due giorni di riflessioni di elevato livello, coniugando i grandi temi di scenario economico e geopolitico del momento con le nuove frontiere del business.

Guardare al domani

Prima il Domani”, titolo dell’edizione di quest’anno, riassume perfettamente l’essenza dell’evento: “un titolo un po' evocativo”, concede Carla Masperi, Amministratore Delegato di SAP Italia, aprendo i lavori, spiegando che “se in genere si pensa al domani partendo dal presente, quindi cercando di creare le condizioni che portano verso il domani, quest'anno vorremmo provare a rovesciare il ragionamento, quasi con un processo di reverse engineering, mettendo al centro il domani per capire le priorità dell'oggi, in un modo più consapevole e forse anche più illuminante, per attivare un circolo virtuoso nel dialogo tra presente e futuro, in modo tale che con una maggiore consapevolezza possiamo forse preparare il futuro con maggiore brillantezza”.

Anche il sottotitolo non manca di definire il grande tema di fondo della due giorni di SAP Executive Summit: “Empower business, environment, and society with AI”. E se ormai vi è un consenso praticamente unanime sul fatto che l’AI generativa apporti molti benefici, secondo Carla Masperi questi ultimi possono essere inseriti in tre grandi dimensioni: “la prima è che l'AI ha il potenziale per stimolare la crescita economica; la seconda è che può rendere le nostre economie e le nostre aziende più resilienti, e la terza è che si tratta di un forte abilitatore anche della sostenibilità”.


Carla Masperi, AD di SAP Italia (anche nella foto di apertura)

Esperienze di rilievo

E proprio il tema dell’AI come importante alleato nell’affrontare questioni ormai vitali come quelle del rapporto tra demografia, sistema economico, innovazione e sostenibilità, è stato al centro della sessione di confronto tra Maurizio Molinari, Giornalista e saggista, e Francesco Billari, Rettore dell’Università Bocconi, e moderato da Carla Masperi, che ha evidenziato come secondo i principali analisti l'AI potrà avere un impatto maggiore rispetto a tecnologie pur importanti come per esempio Internet. Non a caso, l’AD di SAP Italia ha tenuto a sottolineare che “anche in SAP abbiamo portato l'AI nelle attività di sviluppo, e i nostri sviluppatori che utilizzano l'AI hanno già riscontrato un aumento dell'efficienza del 20%, con un corrispondente aumento della produttività del 20%. Non solo: nelle attività operative, come il ciclo degli ordini, dalle offerte fino alla valutazione dei contratti, l'eliminazione dell'intervento manuale derivante dall’AI si è rivelata talmente alta che abbiamo aumentato la produttività del 10x, quindi non del 10% ma di 10 volte

Altre esperienze interessanti di uso produttivo dell’AI portate all’attenzione del pubblico intervenuto al SAP Executive Summit sono state quelle di Giuseppe Argirò, CEO di Compagnia Valdostana delle Acque, e di Dario Pagani, EVP Global Digital & ICT di ENI, oltre a quella di Joerg Behrend, Group Chief Information & Technology Officer di Ferrero, intervistato sul palco da Manos Raptopoulos, intervenuto nella sua nuova veste di Chief Revenue Officer di SAP per le aree Asia-Pacifico, Emea e Mee.


Manos Raptopoulos e Carla Masperi di SAP

Un’AI su tre livelli

Per essere utile al business, l’intelligenza artificiale di oggi, nella visione di SAP illustrata da Manos Raptopoulos e Carla Masperi, deve essere strutturata su tre livelli, dove il primo è quello dell’AI generativa, mentre il secondo è quello dell'Agentic AI, nella quale sono gli agent che svolgono il lavoro e portano all’utente finale diversi aspetti sui quali poi questo prenderà la decisione. Si tratta di un circolo virtuoso che però non può prescindere dai dati: solo se i dati sono validi e puliti l'intelligenza artificiale porta risultati significativi, ed è anche per questo che SAP ha siglato un accordo con Databricks, in modo da unire due mondi diversi, quello transazionale e quello del data lake, con i dati strutturati e quelli non strutturati nel Business Data Cloud, che unisce i dati aziendali SAP e anche quelli non SAP e rappresenta il terzo livello dell’AI.

Da questa visione risulta ancora più evidente che senza cloud non vi può essere intelligenza artificiale: “l'unica tecnologia che può abilitare l'AI è il cloud”, ribadisce Carla Masperi, sottolineando che il cloud è anche abilitatore dell’innovazione continua, e “l'AI ha bisogno di continua innovazione perché gli algoritmi e i motori anche tecnologici si migliorano in continuazione, e questo porta alla necessità di avere una piattaforma su cui tutto possa evolvere in maniera naturale e anche incrementale”.

Incidere sulla frammentazione

Ne discende anche che un altro grande ostacolo all’utilizzo pieno dell’AI è oggi quello della frammentazione, ovvero il lavorare in silos: “più un'azienda è frammentata, più impediamo all'AI di estendere i risultati potenziali”, avverte Carla Masperi, spiegando che “l’AI prospera quando può spaziare in un oceano di dati, che però siano coerenti e organizzati, e che quindi possano davvero produrre risultati”.

Incidere sulla frammentazione significa per SAP lavorare su tre dimensioni: quella dell'azienda, quella dell'ecosistema e quella dei grandi framework globali. Incidere sull'azienda è più facile perché è un ambito dove si può intervenire, per esempio con il cloud e anche con “piattaforme applicative che siano il più possibile fluide, dove i dati possano essere consistenti, ma anche con filiere non frammentate, dove il dialogo con l’intera supply chain, in maniera organizzata, potrebbe aiutare l'AI a prosperare e a esprimere tutti i benefici che servono”.

Gli Innovation Award

Infine, Manos Raptopoulos torna sul cloud, per spiegare il motivo per il quale SAP spinge sul cloud: “il problema è che il passo del nostro sviluppo e dei nostri aggiornamenti supera il ritmo di adozione dai nostri clienti, soprattutto di quelli nell'ambito on premise che spesso presentano quello che noi chiamiamo ‘technological debt’, un gap tecnologico che fa perdere il ritmo delle innovazioni e generare perdite per gli stakeholder. Per quanto riguarda il settore privato, il ritmo della trasformazione è molto rapido anche in Italia, ed è analogo a quello a livello globale, ma nel settore pubblico è tuttora più difficile pianificare una trasformazione integrata e portare i sistemi attuali sul cloud. Talvolta c’è anche un tema di costi, quando invece oltre all’aspetto economico bisognerebbe guardare anche all’aspetto di valore. Anche perché noi come SAP siamo il cliente più grande di tutti i tre maggiori hyperscaler, e abbiamo una capacità di negoziazione più alta rispetto a quella del cliente singolo, e possiamo senz’altro condividere questo vantaggio in incentivi per finanziare la trasformazione”.

Come di consueto, nel corso dell’evento di Cernobbio sono stati assegnati i SAP Innovation Award, che quest’anno sono andati a Prysmian e Inps. Prysmian ha ricevuto il riconoscimento per aver intrapreso un percorso di trasformazione digitale basato su tecnologie e soluzioni innovative, quali SAP Business AI, per abilitare nuovi processi. L'implementazione di Rise with SAP S/4Hana Cloud ha permesso a Prysmian di ottimizzare l’intera catena del valore produttivo, migliorando la pianificazione produttiva e la gestione finanziaria e fiscale, oltre ad un maggior controllo della supply chain. Questo consente a Prysmian di operare con maggiore agilità e competitività in un mercato globale in continua evoluzione. Inps è stata invece premiata perché la recente adozione di SAP S/4Hana Cloud ha consentito di implementare una piattaforma estremamente innovativa a supporto della gestione del personale, della pianificazione e reportistica e soprattutto della complessa gestione contabile, finanziaria e fiscale, che rappresenta il secondo bilancio dello Stato.

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