Uno studio condotto da Infoblox mostra come serpeggi una certa preoccupazione sulla possibile saturazione derivante dalla moltiplicazione degli oggetti connessi.
Le imprese più attente e lungimiranti si stanno, in qualche modo, preparando alla svolta legata all’Internet delle Cose. Ma le reti che dovrebbero reggere questo sviluppo potrebbero rischiare, in prospettiva, la saturazione, rendendo problematici i flussi di dati collegati ai crescenti oggetti connessi.
La preoccupazione viene evidenziata da uno studio condotto da Infoblox e focalizzato sulle opportunità e le sfide dell’IoT (Internet of Things). La ricerca sottolinea come il 90% dei Cio (americani e britannici) abbia implementato (o preveda di farlo) soluzioni che permettano di supportare la domanda di oggetti connessi, al di là di quelli che oggi già lo sono.
Oltre tre quarti del campione, tuttavia, lamenta budget e risorse insufficienti per far fronte all’implementazione delle reti necessarie per supportare l’Internet delle Cose. La maggior parte, comunque, si mostra fiduciosa sulla possibilità di ricevere maggiori stanziamenti nel corso dei prossimi dodici mesi.
L’allarme arriva quando si parla della capacità complessiva delle reti. Il 57% dei 400 soggetti intervistati stima che le loro reti siano già al massimo dello sfruttamento, anche se l’amministrazione dell’infrastruttura è una priorità importante solo per poco più della metà del campione. Una percentuale più o meno analoga di Cio mostra preoccupazione per le implementazioni che potranno essere fatte senza la loro approvazione, sottolineando come andrà migliorata la comunicazione con le linee di business per coordinare meglio gli sviluppi attesi. Oggi, nel 75% dei casi, non si eseguono nuove implementazioni senza l’avallo dell’It.
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