Bruxelles spinge per tenere in carreggiata industria e operatori nel percorso di avvicinamento alla nuova generazione dell’alta velocità mobile, dopo aver gestito male il 4G.
La nuova Commissione Europea ha approfittato del Mobile World Congress di Barcellona per mobilitare le proprie truppe sul fronte 5G, ovvero la tecnologia che promette di moltiplicare da cento a mille volte la capacità delle attuali reti mobili, per sostenere lo sviluppo degli oggetti connessi. Anche se la quinta generazione della mobility non inizierà a essere implementata dai carrier prima del 2020, da Bruxelles si inizia a spingere per evitare di riprodurre lo scenario già visto per il 4G, con gli Stati Uniti capaci di investire in modo assai più efficace (anche se là era stato quasi saltato il passaggio 3G). La sfida è politica, economica e tecnologica, soprattutto di fronte all’avanzata dei costruttori asiatici. Huawei, per esempio, consacrerà 600 milioni di dollari al 5G fino al 2018 e Samsung beneficia dei progressi della Corea in materia di utilizzo delle reti mobili ad alta velocità. La mobilitazione in forze, soprattutto in termini di capacità finanziaria, dovrebbe servire all’Europa per innescare un circolo virtuoso favorevole per le proprie imprese (Ericsson, Nokia, Alcatel-Lucent e altre), brave a sfruttare il 2G in passato, ma poi rimaste un po’ ferme. Il progetto pubblico-privato 5G-Ppp, concretizzato nel dicembre 2013 con l’Unione Europea, porterà 700 milioni di euro, ma industria e operatori dovranno fare la loro parte. Inoltre, la Commissione Europea ha sbloccato 125 milioni di euro per finanziare venti progetti, legati allo sviluppo di componenti base delle reti 5G, come le piattaforme di servizi e le nuove tecnologie radio. Importante sarà anche il coordinamento con altre grandi regioni del mondo. Con la Corea è già stata definita una dichiarazione comune nel giugno 2014 e l’intenzione è di stringere similari accordi con Cina, Giappone e Usa. Ci sono, comunque, due grandi sfide lungo il cammino che porterà alla quinta generazione delle reti mobili: la standardizzazione della tecnologia (che partirà nel 2016) e la liberalizzazione della banda adattata e armonizzata per l’Europa.
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