Airframe di Nokia Networks è una nuova soluzione che combina i benefici del cloud aperto con i requisiti necessari nel mondo delle telecomunicazioni
Per gli operatori di telecomunicazioni e per i vendor
è venuto il momento di adattare l’infrastruttura ICT al cloud computing in vista dei programmi a lungo termine che riguardano il 5G (con orizzonte 2020 e oltre). E
Nokia Networks si prepara a questo nuovo mondo che connette persone e oggetti dandogli un nome complessivo (
Programmable world) e predisponendo la
soluzione AirFrame Data Center che unisce la preparazione per il 5G con l’adozione di una visione architetturale che si basa su un cloud distribuito, sia centralmente sia localmente vicino alle arre di accesso.
Componenti di Airframe sono server (rigorosamente in architettura X86) e switch con l’accompagnamento di una suite di servizi che devono intercettare i nuovi bisogni di utenti e le nuove opportunità dell’IoT. Una caratteristica forte: l’
orientamento specifico al mercato telco, il rispetto dei requisiti di standardizzazione e la leva ormai classica sulla virtualizzazione delle funzioni di rete.Una parte importante per rassicurare gli operatori alle prese con un difficile passaggio viene giocata dagli standard aperti e dal supporto delle
funzionalità NFV. La piattaforma dei data center è ormai regolarmente su
standard Intel, mentre gli operatori non devono lasciare il passo ai nuovi provider OOT, da Google ad Amazon per la gestione e l’offerta di contenuti.
Per dirla con le parole di
Massimo Mazzocchini, responsabile della country italiana di Nokia Networks "la velocità nello sviluppo della tecnologia è nel cuore della strategia di Nokia. Velocità vuol dire alta disponibilità per le persone. Ma per essere utilizzabili dalle persone le informazioni disponibili devono incorporare intelligenza”.Le strategie di Nokia vanno nella stessa direzione di quelle di
Alcatel-Lucent su cui Nokia dovrebbe mettere le mani entro la seconda metà del prossimo anno. Ma benefici e scalabilità cloud non devono andare a scapito della
sicurezza. In questo mondo TLC fatto di cloud centralizzato e decentralizzato la sicurezza deve essere “built-in e non un add-on”.
E’ questo il senso del lavoro portato avanti da Nokia in tema sicurezza come lo spiega
Giuseppe Targia, VP Security Business di Nokia, che segnala come nel nuovo
mondo dell’IoT fatto di dispositivi e applicazioni il perimetro della rete non esiste. Il processo di cambiamento fa leva su oggetti in cui l’intervento umano viene ridotto ai minimi. Il sistema di difesa viene autogestito attraverso tecniche di intelligenza e analisi embedded che ricordano quelle del sistema immunitario del corpo umano: una difesa che autoapprende
(self learning) e abbandona una difesa di tipo statico e perimetrale per mettere il sistema in grado di
“sopravvivere”.
La strategia di Nokia è di abbandonare la nozione di un data center altamente centralizzato permettendo agli operatori di seminare le funzioni dei data center lungo tutta la rete consentendo una gestione più locale dei dati degli utenti, possibilmente ai piedi delle antenne e delle base station esistenti.La capacità di elaborazione dei dati viene così distribuita alleviando le reti che prevedibilmente saranno congestionate dal traffico mobile prima 4G, e poi 5G.
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