Per rispondere ai continui tentativi di furto di dati sensibili, il costruttore ha introdotto la crittografia Aes.
Confermando l'indiscrezione
dei giorni scorsi,
Ibm ha presentato la nuova generazione degli
z/System, che inaugurano soprattutto la presenza della
crittografia Aes (a 128 o 256 bit) end-to-end per tutti i dati associati a un'applicazione, un servizio cloud o un database ospitato sul mainframe.
Secondo quanto comunicato dall'azienda, gli
z14 possono eseguire oltre 12 miliardi di transazioni crittografate al giorno. Grazie a unità di elaborazione dedicate, i mainframe possono codificare fino a 13 Gb di dati al secondo con un chip z14. Con tecnologia a 14 nm, i
processori Cmos di Ibm possiedono fino a 10 core con frequenza a 5,2 GHz e una maggior quantità di memoria cache rispetto alla precedente generazione.
Nella configurazione massima, lo z14 3906 può ospitare fino a 170 core configurabili con un massimo di 32 Tb di Ram. Per assicurare la crittografia dei dati, Big Blue ha dedicato un 400% di silicio supplementare agli algoritmi crittografici nei processori dei nuovi mainframe. In questo modo le operazioni possono venire 18 volte più rapidamente rispetto a server basati su Intel Xeon E5/E7, ma al 5% del costo, sottolinea Ibm.
La crittografia appare ancora poco diffusa nei data center delle imprese e solo poco più nelle piattaforme cloud, per rispondere a obblighi normativi. Secondo Big Blue, circa il 2% dei dati è oggi mediamente criptato nelle aziende, mentre è codificato oltre l’80% dei dati dei dispositivi mobili. Ecco perché i nuovi sistemi possono diventare una risposta, almeno nelle speranze del costruttore, anche rispetto alla entrata in vigore del
Gdpr.
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