Risponde Daniel Sperandio, Head of Sales Operations di ACS Data Systems
Autore: Redazione ImpresaCity
Quali aspetti in particolare le Utility intendono migliorare attraverso la digitalizzazione? Come per la maggior parte dei settori e delle aziende, anche per le Utility la trasformazione digitale risulta non solo prioritaria ma anche strategica per mantenere la propria posizione in un mercato sempre più dinamico dove le barriere all’entrata non sono più quelle di una volta. Infatti, le nuove tecnologie stanno abbattendo le barriere all’entrata per start-up e i fenomeni di disintermediazione diventano rischi reali per gli incumbent. Negli scorsi anni gli operatori si sono concentrati a digitalizzare le operations (per esempio attraverso l’implementazione di moderni sistemi di misurazione IoT) ma ora il loro focus si deve spostare anche su altre aree.
In primo luogo, è necessario studiare e implementare sistemi e processi di customer relationship avanzati: investire in canali e strumenti digitali con l’obiettivo di migliorare la customer experience dei propri utenti è una priorità. Con la diffusione dell’energia distribuita, il mantenimento dei clienti esistenti sarà sempre meno scontato. In secondo luogo, bisogna guardare a Big Data & Analytics: gli investimenti fatti negli anni passati nella digitalizzazione delle operation generano quantità enormi di dati real-time che vanno sfruttati al meglio (per esempio per la manutenzione predittiva, l’ottimizzazione delle performance, l’individuazione di perdite non tecniche di rete ovvero di frodi). Ma gli analytics sono fondamentali anche per comprendere ed estrarre insight dai dati provenienti da applicazioni per il coinvolgimento e la fidelizzazione dei clienti.
Per sfruttare il vantaggio competitivo che questa enorme mole di dati può potenzialmente dare, le utility devono dotarsi di un forte know-how analitico e di infrastrutture robuste e innovative. Infine, la sicurezza informatica: non può esserci trasformazione digitale senza un’adeguata strategia di sicurezza informatica. I rischi legati agli attacchi informatici sono reali, e le conseguenze creano danni economici e di reputazione enormi. Prevenire per minimizzare questi rischi deve essere una priorità assoluta anche per le utility.
Tecnologie a parte, quali sfide anche organizzative devono affrontare i CIO delle utility? Il ruolo degli IT Manager e dei reparti informatici in generale sta cambiando profondamente. Mentre in passato venivano visti come dei fornitori interni di infrastruttura e servizi IT o al massimo come un supporto alla digitalizzazione promossa dai responsabili di funzione, oggi vengono chiamati a essere i protagonisti e i promotori principali di iniziative di trasformazione digitale.
Gli IT Manager sono quindi chiamati a trasformarsi in veri e propri CDO (Chief Digital Officer) che promuovono e governano centralmente le iniziative di trasformazione digitale. Questo cambiamento viene tuttavia spesso frenato dal carico di lavoro operativo che grava sulla funzione IT e di conseguenza le iniziative di digitalizzazione vengono intraprese direttamente all’interno delle funzioni, molto spesso con scarso successo e impatto a livello di azienda.
Come vi proponete nei confronti di questa classe di utenti? Chi meglio del personale informatico interno ovvero del CIO/CDO può portare avanti progetti strategici di digitalizzazione all’interno dell’azienda che conosce e per la quale magari lavora da anni? Il nostro obiettivo è quello di consentirgli di farlo, potendo liberarsi dell´operatività che oggi lo ferma. Tramite un’ampia offerta di servizi gestiti in ambito digital workplace & collaboration, datacenter infrastructure & cloud, security & networking, stampa gestita e digital signage, ACS fornisce ai propri clienti risultati certi a fronte di SLA chiari e trasparenti. In questo modo il CIO può dedicarsi alla trasformazione digitale del business garantendo comunque la soddisfazione dei suoi utenti interni sugli aspetti che ha dovuto governare finora.
Anche le Utility sono Smart
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