Con l'offerta HPE GreenLake diventa più semplice acquisire in modalità "a consumo" prodotti e servizi di fascia enterprise. Un’opzione che si adatta bene al rilancio dell'IT tra le imprese italiane.
Autore: Redazione ImpresaCity
Anche se si parla da molti anni di IT "a consumo", cioè del modello as-a-Service, il modo in cui questo è stato concretizzato varia fortemente a seconda dei fornitori tecnologici e dei mercati. Volendo trarre qualche morale dalla ormai non tanto breve storia dell’as-a-Service, l’esperienza dimostra che sì, questo modello può essere certamente di grande aiuto nel far evolvere qualsiasi impresa lungo la strada della Digital Transformation.
Ma solo se l’azienda in questione ha potuto scaricare a terra rapidamente la potenza latente dell’aaS, acquisendo soluzioni che erano state realmente pensate, sin da zero, con la logica giusta. Per le quali cioè “as-a-Service” era una impostazione strategica e progettuale, non solo un trend da inseguire. I precursori dell’aaS - come HPE - possono giocare questo ruolo. Altri, che l’aaS l’hanno recepito e concretizzato dopo, molto meno.
In parte, il lockdown che abbiamo vissuto negli scorsi mesi ha rafforzato questa idea. Molte aziende, anche in Italia, hanno potuto mantenersi operative proprio attivando rapidamente opzioni as-a-Service per le componenti tecnologiche e di servizio più necessarie in quel momento. Se avessero dovuto attivare le stesse componenti in maniera tradizionale, on-premise, il tempo e le risorse necessarie non sarebbero certo state in linea con la situazione di emergenza in cui tutti si sono trovati ad operare.
Dire però che il post-lockdown corrisponderà in Italia ad un boom dell'IT a consumo, a tutti i livelli, non è scontato. Le premesse per una evoluzione positiva del mercato as-a-Service ci sono, indubbiamente. Da un lato però molte imprese italiane, specie le medio-piccole, devono ancora sviluppare esperienza e competenze in questo campo. Dall'altro lato, nel post-lockdown investire in tecnologia non sembra semplice per nessuno, data l'incertezza dello scenario economico che ci si presenta per il prossimo futuro. Paolo Delgrosso, Channel, Alliance, SP & OEM Sales Director HPE Italia, e Paola Rigoldi, Channel & Alliance Sales Manager HPE Italia
Un nuovo ruolo per l'as-a-Service
Eppure, proprio trovarsi in una situazione in cui ci sono meno punti di riferimento del previsto può essere una ulteriore spinta verso il nuovo. "Mai come in questo momento - spiega Paolo Delgrosso, Channel, Alliance, SP & OEM Sales Director HPE Italia - dovrebbe essere veloce il passaggio all’as-a-Service. Proprio perché durante l’emergenza sanitaria le aziende hanno dovuto affrontare problemi di liquidità: oggi molte di esse vedono nell’IT a consumo la possibilità di avere un’infrastruttura moderna senza dover incorrere in investimenti immediati di capitale".
Non si può però pensare che siano le aziende, da sole, ad affrontare gli ostacoli economici di una crisi globale come la pandemia Covid-19. I vendor tecnologici lo sanno e si sono mossi di conseguenza, per favorire un rilancio degli investimenti IT. Anche HPE ha creato diversi piani a supporto delle aziende italiane, seguendo due linee guida principali: la garanzia di un vero aggiornamento tecnologico e la certezza della spesa.
"HPE può riacquistare infrastruttura già esistente presso i clienti - spiega Delgrosso - e trasformarla in servizi. In questo modo il cliente si trova della liquidità che può utilizzare per altro... Per contratto, poi, ogni volta che il cliente richiede un add-on infrastrutturale, HPE fornisce le sue tecnologie più recenti a portafoglio". Con profili di spesa, come accennato, chiari sin da subito: "I servizi as-a-Service sono generalmente pluriennali - sottolinea Delgrosso - ma il prezzo stabilito con HPE rimane tale per tutta la durata del contratto. In questo modo il cliente può avere visibilità dello spending futuro, anche quello legato agli add-on infrastrutturali. Inoltre il prezzo stabilito inizialmente diminuisce all’aumentare dell’infrastruttura".
La strada di GreenLake
Le iniziative di HPE in questo senso sono legate a una strategia precisa, delineata da tempo. L'azienda intende proporre in modalità as-a-Service tutta la sua offerta entro il 2022. "I programmi a favore delle aziende utenti e il supporto rivolto ai partner di canale sono aspetti chiave nel perseguimento del nostro obiettivo", commenta Paolo Delgrosso. HPE GreenLake è il tassello chiave, e ormai elemento fondante, di questa strategia. Alberta Piazza, responsabile servizi per il canale, Servizi e GreenLake di HPE ItaliaLa caratteristica fondante dell'offerta HPE GreenLake è la possibilità, per le aziende, di usarne le componenti per realizzare ambienti cloud-style praticamente ovunque: in grandi data center, in ambienti IT più piccoli e distribuiti, in scenari di edge computing. L'idea è quella di adattarsi alle esigenze della singola azienda cliente. Che cerca i vantaggi del cloud ma che per motivi diversi - dalla privacy a scelte tecnologiche proprie, dalla necessità di gestire il legacy alla volontà di tenere i workload vicino a dove nascono le informazioni - non ha fatto un passaggio completo al cloud. Invece di dover mantenere due modelli operativi diversi - tradizionale e cloud - con GreenLake l'azienda può adottare ovunque solo il secondo.
Questa elasticità è molto importante anche in Italia, sottolinea HPE. "Stiamo riscontrando un aumento nel numero di aziende italiane che si stanno avvicinando al mondo cloud - spiega Alberta Piazza, responsabile servizi per il canale, Servizi e GreenLake di HPE Italia - ma per questioni culturali e legali, le aziende italiane si approcciano a questo tipo di mercato in maniera selettiva, scegliendo di non spostare tutti i workload nel cloud ma di mantenere on-premise i sistemi che gestiscono la produzione o che danno accesso a dati sensibili. Non da ultimo va ricordato che non tutte le applicazioni, fra quelle non cloud-native, possono essere migrate in maniera agevole sul cloud".
Offerta trasversale
Il ruolo chiave di GreenLake è testimoniato dalla progressiva crescita e diversificazione dell'offerta che fa capo al brand. "HPE GreenLake è nato - ricorda Alberta Piazza - come una diversa modalità di vendita infrastrutturale, con lo spostamento della spesa da conto capitale verso costi operativi. Uno spostamento concretizzato tramite un servizio corredato anche dal più alto livello di assistenza tecnica degli apparati e affiancato da diverse componenti consulenziali opzionali". Man mano, il mondo HPE GreenLake si è ampliato con un portafoglio d'offerta molto più ampio e oggi sempre più indirizzato ai servizi cloud. Si va dalle componenti infrastrutturali (ad esempio container e machine learning) a quelle funzionali (backup, Big Data) per arrivare alla parte strettamente applicativa (è recente la collaborazione con SAP per la vendita di SAP HANA Enterprise Cloud Customer Edition con HPE GreenLake).
Uno dei vantaggi di questo approccio sempre più trasversale sta nella possibilità di gestire tutto da una unica dashboard: HPE GreenLake Central. Qui, sottolinea Piazza, si può avere "il controllo dell'utilizzo della propria infrastruttura. Con anche la rendicontazione mensile dei costi, da allocare poi ai vari dipartimenti aziendali, la visione dei workload e dei consumi attestati in altri cloud, il controllo dei sistemi fuori compliance". Il controllo completo dell'infrastruttura è essenziale per una sua corretta gestione. Banalmente, perché non si può gestire al meglio ciò su cui non si ha una piena visibilità. E in particolare non si può seguirne il suo profilo di sviluppo. "Tramite HPE GreenLake il cliente avrà sempre a disposizione una infrastruttura vicina al proprio reale utilizzo e, nel caso di necessità imminenti e di picchi di workload, potrà comunque gestire il proprio business andando ad utilizzare il buffer aggiuntivo installato, che verrà addebitato solo se utilizzato", sottolinea Piazza.
Il ruolo dei partner
Le potenzialità di HPE GreenLake sono molto interessanti, e potenzialmente molto vantaggiose, per le aziende utenti. Lo "schema di gioco" che HPE ha immaginato per la sua offerta as-a-Service è però più ampio, decisamente più corale: HPE GreenLake è un'offerta che va a vantaggio anche dei partner di canale. Di tutte le realtà che mettono in atto le proprie competenze tecniche per unire le possibilità delle tecnologie con le esigenze, anche molto specifiche, delle imprese.
"HPE sta continuando a espandere la sua offerta as-a-Service e contemporaneamente sta cercando di standardizzare la soluzione infrastrutturale", spiega in questo senso Paola Rigoldi, Channel & Alliance Sales Manager HPE Italia. Questo lavoro di espansione e standardizzazione rappresenta la base su cui i partner sviluppano la propria proposizione sul mercato. "I nostri partner - sottolinea Paola Rigoldi - grazie alle loro competenze e ai servizi che offrono, sono un elemento chiave dell’equazione che permette di offrire alle aziende clienti tecnologia innovativa HPE on premise, combinata con modelli a consumo, rispondendo alle esigenze di flessibilità e cloud ibrido sempre più evidenti nel mercato".
HPE GreenLake apre spazi di crescita per molti operatori, in questa fase spiccano l'interesse che stanno mostrando i Service Provider e, prospetticamente, il ruolo che possono svolgere nella diffusione dell'offerta HPE. "I Service Provider - mette in evidenza Rigoldi - possono acquistare le soluzioni HPE con il modello GreenLake, per poi rivenderle sempre in modalità as-a-Service ai loro clienti. In questo modo i partner Service Provider possono gestire in maniera flessibile i costi legati all’infrastruttura, andando ad incrementarla all’aumento delle risorse consumate dai loro clienti". Portando quindi i vantaggi del modello "a consumo" alla platea di utenti più ampia possibile.